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Pubblicato il 15/11/2015 21:09

"Governeremo in Abruzzo come in Italia"

Lo ha detto a Montesilvano il leader della Lega Nord, Matteo Salvini

"Governeremo in Abruzzo come in Italia. Questa stupenda regione finora e' stata usata come bacino elettorale dalla politica, con i partiti che arrivavano prima delle elezioni promettendo tanto e scomparendo il giorno dopo il voto". Cosi' Matteo Salvini, nel corso del comizio che ha tenuto questa mattina, in piazza a Montesilvano, prima di intervenire al convegno "Ripensare l'unione dell'Europa". "Questo e' un governo razzista contro gli italiani, in un momento di difficolta' economica vengono prima gli italiani e poi tutti gli altri - ha aggiunto Salvini - Abbiamo le culle vuote perche' i nostri giovani non possono permettersi di fare figli e se ne devono andare, mentre si e' scoperto che dei due terroristi arrestati in settimana a Merano, uno aveva l'affitto pagato dallo Stato, perche' rifugiato, e l'altro percepiva 2.000 euro al mese in quanto padre di 5 figli".

 "Dopo il tempo delle preghiere, del raccoglimento e della vicinanza, non e' possibile affrontare questa situazione con cortei e bandierine. Si tratta di espellere decine di migliaia di persone, di bloccare partenze e sbarchi, di intervenire militarmente contro i tagliagole dell'Isis, anche con l'ausilio della Russia e di controllare i confini", ha detto ancora Salvini che ha poi aggiunto: "Questo Governo con Alfano espone l'Italia a pericoli. La Lega e' disponibile a collaborare sull'emergenza terrorismo, ma se si va avanti soltanto con le chiacchiere di Renzi noi non ci stiamo".

"Occorre che tutti i Paesi dell'Occidente si siedano attorno a un tavolo, per pianificare un intervento militare in Siria e in Libia che deve avvenire via terra, via aria e con qualsiasi strumento possibile. Va bene tutto tranne la soluzione italiana, prospettata dal ministro Pinotti, che vuole intervenire un pochino. Bisogna scegliere se restare neutrali oppure intervenire con decisione". Cosi' il segretario della Lega, Matteo Salvini, a Montesilvano. "Temo che l'immigrazione possa essere usata da qualcuno per accelerare il cosiddetto processo di integrazione europea, che vede Albania, Macedonia, Turchia, Serbia e Montenegro in fase di pre-adesione - ha aggiunto Salvini - Useranno l'argomento che piccoli non ce la facciamo, mentre piu' grandi possiamo resistere. Questa Europa rischia di essere soltanto un grande centro commerciale - ha rimarcato il leader leghista - Non sarebbe quella che sogno io o che sognavano gli ideatori originari dell'idea di Europa". Sull'immigrazione Salvini ha inoltre osservato: "La Germania ha gia' richiuso le frontiere, ora c'e' un problema al confine con l'Austria e gia' temo di sapere 

"La Le Pen ha fatto bene ad assumere la posizione che ha assunto, li' c'e' un clima caldissimo, tra 15 giorni ci sono le elezioni regionali e ha mostrato un gesto di grande responsabilita'". Lo ha detto Matteo Salvini, leader della Lega, a Montesilvano, che precede un suo intervento al convegno 'Ripensare l'unione dell'Europa'. "In Francia, pero', hanno un presidente del Consiglio che ha detto da subito espelliamo e controlliamo i confini - ha aggiunto Salvini -. I francesi hanno vissuto un disastro ma con orgoglio. L'Italia attende non si sa che cosa - ha concluso il leader della Lega - e spera che Dio ce la mandi buona affidandosi ad Alfano". 

Sulle alleanze elettorali Salvini è stato chiaro: "Il patto con Berlusconi non e' una riedizione del patto del '94. Se su immigrazione, Europa e riforma della Fornero, Berlusconi e Forza Italia ci stanno va bene, se invece e' solo nostalgia del passato non ci interessa. Il nostro principale avversario non e' Renzi e non e' Grillo, ma e' il partito del non voto e della rassegnazione. Questo partito e' primo in Italia e se il 55 per cento della gente per bene resta a casa, a vincere e' la gente per male, come insegna Roma con Mafia capitale. Noi abbiamo invitato anche Grillo al confronto, ma lui ci ha risposto sempre no. Io non mi alleo per andare a fare il reggicoda della Merkel in Europa. In politica contano i numeri e se la Lega di dieci anni fa poteva accodarsi, oggi sull'euro o Berlusconi e Forza Italia vengono sulle nostre posizioni oppure ognuno per sé". Il leader della Lega ha osservato: "Mi dicono che e' difficile smantellare e uscire dall'euro unilateralmente, dunque sarebbe preferibile un'uscita concordata e coordinata. Su questo tema sto cercando di mettere in campo le energie migliori e se fossi al Governo gia' da domani mattina chiederei a Bagnai e Borghi di trovare la soluzione migliore". Salvini ha inoltre riferito che, "soprattutto agli inizi, non tutti nella Lega erano a favore dell'uscita dall'Euro, mentre piu' di recente la maggior parte del gruppo dirigente e' arrivata su queste posizioni. In ogni caso - ha rimarcato il numero uno della Lega - mi permetto di dire che se anche cosi' non fosse, sono io il segretario e si farebbe come dico io". Salvini ha aggiunto che "l'uscita dall'Euro da sola non basta e occorre rifondare l'Europa da cima a fondo

Sul fisco invece Salvini ripropone l'aliquota unica: "Occorre cancellare gli studi di settore, che vanno bene in Unione Sovietica, perche' non puo' essere lo Stato a decidere qual e' il guadagno congruo per i cittadini. Pagare le tasse e' giusto, non bello come dice la sinistra - ha proseguito Salvini - ma va reso equo e conveniente, dunque e' arrivato il momento di introdurre l'aliquota fiscale unica. Se oggi lo Stato chiede di pagare tasse al 72 per cento e' il primo strozzino - ha detto ancora il leader della Lega - e c'e' la legittima difesa dei cittadini". "Resto convintamente autonomista e federalista. Se l'Italia ha una speranza di restare unita deve riconoscere le proprie autonomie, le proprie identita' e le proprie specificita'", ha quindi detto il leader della Lega, Matteo Salvini, a Montesilvano nel corso del convegno "Ripensare l'unione dell'Europa", organizzato dal fronte no-Euro che conta tra i promotori il docente di economia Alberto Bagnai e l'ex manager leghista Claudio Borghi. "Il ragionamento fatto ai miei, a costo di scontentare qualcuno, e' che in questo momento l'Italia o vince tutta insieme o perde tutta insieme - ha aggiunto Salvini - Le varie Italie, per continuare a stare insieme, devono pero' riconoscersi e rispettarsi".


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