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Pubblicato il 24/06/2016 09:09

Il Brexit può nuocere all'export del vino

A rischio anche il manifatturiero dell'Abruzzo

Se vincera' il Brexit non sara' "un evento apocalittico" ma nel breve periodo lo "scossone all'economia non sarebbe indifferente", con ricadute anche in Italia, soprattutto in alcune regioni e settori: vino, Basilicata e turismo sono i punti su cui si potrebbero concentrare le maggiori criticita'. L'analisi e' di Nomisma, secondo cui se Oltremanica calassero infatti consumi e investimenti, si contrarrebbe inevitabilmente la domanda per beni importati e servizi. Il Regno Unito pesa per l'Italia per il 5,4% dell'export, per lo piu' nel manifatturiero. Si va dal minimo di 0,2% del tabacco al massimo del 13% delle bevande. Il vino in particolare nel 2014, ha avuto un export per 657 milioni di euro, 745 nel 2015, rispettivamente 13% e 14% del totale italiano. Il mercato britannico e' importante anche per il mobile (10%). La Basilicata e' la regione percentualmente piu' esposta: va in Uk quasi il 15% del suo export: soprattutto auto Fca 'Made in Melfi', visto che nel 2015 l'80% delle esportazione lucane nel mondo sono state autoveicoli e in Uk si sono vendute 8008 500X e Renegade. Con un'esposizione in Gran Bretagna superiore al 10% dell'export regionale seguono poi anche il manifatturiero dell'Abruzzo (10,6%, 778 milioni) e agricoltura e pesca campani (12,6%, 55 milioni). Anche se in termini assoluti, e non percentuali, la parte del leone la fanno sempre le regioni del Nord, con Lombardia che esporta Oltremanica per 5,3 miliardi di euro, seguita da Veneto e Emilia-Romagna a 3,4 e Piemonte a 2,4. Nomisma poi si spinge anche a ipotizzare cosa succederebbe se i turisti britannici diventassero domani sera 'extracomunitari': il loro potere d'acquisto potrebbe soffrirne. E va ricordato che il Regno Unito e' il quarto mercato italiano per provenienza, con 3,1 milioni arrivi e 11,9 milioni presenze nel 2014. Sono tanti turisti, e soprattutto sono i piu' 'spendaccioni' tra quelli comunitari, con una spesa giornaliera procapite media di 123 euro. Inglesi, scozzesi, gallesi e irlandesi del nord visitano per lo piu' citta' d'arte o praticano sport invernali: in Valle d'Aosta, per esempio, la clientela britannica pesa per il 6% degli arrivi, il 25% di quelli dall'estero. Ovviamente, mette ben in chiaro Nomisma, sono approssimazioni di primo grado. In uno scenario "particolarmente catastrofico, con una crisi del mercato finanziario londinese e a licenziamenti massicci", potrebbe crollare la domanda di Ferrari o Maserati. Pero', si puo' consolare il manifatturiero italiano, potrebbe crescere l'interesse per 500X o Renegade

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