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Pubblicato il 08/10/2015 19:07

"Il decreto Antimafia ci crea dei problemi"

antimafia

Lo ha detto all'Aquila, il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti

"E' importante che ci si confronti sulla competenze perche' la Legge e' fatta un po' male, non chiarisce. Il decreto Antimafia ci crea dei problemi che stiamo cercando di superare con il coordinamento, con la circolazione delle informazioni, con regole che evitano delle sovrapposizioni, raddoppi inutili. L'efficacia nell'azione di contrasto sul piano cautelare e di prevenzione nasce con la tempestivita', completezza e con il coordinamento degli interventi. Purtroppo il Csm non e' mai intervenuto per indicare una piccola attivita' rivolta ai protocolli, la loro attuazione e' affidata alla buona volonta' e al senso istituzionale dei singoli uffici". Lo ha detto all'Aquila, il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti, nel corso della firma del protocollo d'intesa in materia di indagini finalizzate all'applicazione di misure di prevenzione patrimoniali alla quale hanno preso parte oltre all'Avvocatura generale presso la Corte d'Appello, i procuratori di tutto il distretto regionale d'Abruzzo.

"Leggendo le carte nel territorio abruzzese c'e' una sproporzione fortissima tra i mezzi a disposizione e il lavoro che bisogna compiere. Tutte le procure soffrono oggettivamente, di fronte ad una crescita esponenziale sia per quanto riguarda gli stupefacenti che nello smaltimento dei rifiuti perche' questo e' un territorio di transito. Mettere attorno al tavolo una procura generale presso la Corte d'Appello, la procura distrettuale, le procure del territorio e come struttura la procura nazionale antimafia e' comunque un valore aggiunto per tutte le nostre attivita'". Lo ha detto all'Aquila, il sostituto procuratore presso la Direzione nazionale antimafia, Antonio Laudati, nel corso della firma del procollo d'intesa in materia di indagini finalizzate all'applicazione di misura di prevenzione patrimoniali, alla quale ha preso parte anche lo stesso procuratore nazionale antimfia, Franco Roberti.

Sul terrorismo le misure di prevenzione orami sono uno strumento difficile perche' hanno sempre evidenziato lacune normative, da anni si cerca una semplificazione normativa del sistema sulle prevenzioni pero' noi sappiamo che il contrasto patrimoniale e' la chiave di volta per la sconfitta alla criminalita' organizzata; nessuno di noi oggi possa ritenere che l'unica risposta sanzionatoria sia il carcere, mentre le misure patrimoniali sono una nuova forma di sanzione in un momento di crisi particolare. Se e' vero che normalmente circolano 450 miliardi di euro sul circuito finanziario di proventi di attivita' illecita di vario tipo, credo che uno stato democratico non possa piu' pensare di tagliare le pensioni, gli stipendi, licenziare gli operai, ma deve assolutamente recuperare il patrimonio illecito che circola sul mercato finanziario e ricondurlo alla scoieta' civile e su questo le Procure possono avere un ruolo fondamentale". Lo ha detto all'Aquila, nel corso della firma di un procollo d'intesa in relazione all'applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, il sostituto procuratore presso la Direzione nazionale antimafia, Antonio Laudati. 

Nel corso della visita all'Aquila per sottoscrivere il protocollo d'intesa in materia di indagini finalizzate all'applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, Antonio Laudati, ha annunciato l'intenzione da parte della stessa Dna di dare avvio ad un analogo protocollo d'intesa con tutte le procure d'Italia relativo alla sola materia di terrorismo. Secondo Laudati le attivita' per contrastare il terrorismo sono di prevenzione attraverso "una forma di controllo che non puo' piu' essere quello affidato ai soli servizi segreti ma deve essere anche giudiziario. Per cui il protocollo a che cosa serve, certo - ha aggiunto - le competenze sono stabilite dalla Legge pero' al di la' delle singole attribuzioni, la conoscenza del territorio su questa materia e' fondamentale perche' occorre l'individuazione dei soggetti a rischio e molto spesso i soggetti a rischio si mimetizzano soprattutto in un territorio dove meno e' presente il focus di attenzione delle forze di polizia e in territori che sono strategici, di passaggio, per raggiungere gli obiettivi da colpire. Il protocollo non e' un punto di arrivo ma e' semplicemente un'occasione di dialogo e un'occasione di lavoro utile per confrontarsi e avviare programmi"

"Sul discorso del terrorismo sottoscrivo quello che ha detto Laudati. Noi qui ci troviamo in una condizione ideale per i rapporti che ci sono tra noi procuratori dell'Aquila perche' c'e' una massima intesa, c'e' una perfetta sintonia, allora dico sfruttiamo, approfittiamo di questa magnifica intesa che c'e' tra tutti noi per discutere di questa esigenza reale, di questo protocollo sul terrorismo, anche a me farebbe molto piacere essere tra i primi. Proposta operativa: c'e' questa traccia che Franco Roberti (Procuratore nazionale antimafia ndr) ci ha fatto arrivare, la rielaboriamo tra di noi ovviamente interloquendo con i colleghi e darci un appuntamento non troppo in la', magari gia' un mese". Lo ha detto il Procuratore capo della Repubblica dell'Aquila che e' anche responsabile della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo per l'Abruzzo, Fausto Cardella, risponendo alla proposta avanzata dal sostituto procuratore Laudati della Dna, quella di dare avvio a livello nazionale a un protocollo ad hoc per la lotta al terrorismo. Cardella ha di fatto "candidato" la Procura dell'Aquila come prima in Italia a dare avvio al progetto della Dna. L'occasione e' stato il protocollo d'intesa in materia di indagini finalizzate all'applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, sottoscritto stamane presso la Corte d'Appello dell'Aquila tra gli stessi rappresentanti della Dna ed i procuratori dei quattro capoluoghi di provincia dell'Abruzzo

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