"L'impostazione finale del Masterplan Abruzzo ha drasticamente ridotto la quantita' di risorse FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) spendibili nel biennio 2016-2017, che dai 393,5 milioni ipotizzati sono scese a 138,5. La novita' e' l'indicazione dell'ammontare complessivo del Fondo Sviluppo e Coesione fino al 2020: oltre 753 milioni, per il ciclo precedente le risorse assegnate all'Abruzzo furono di 621 milioni. Bene, invece, che la Giunta Regionale abbia formalizzato la richiesta dei 133 milioni aggiuntivi di FSC, gia' promessi dal Governo all'Abruzzo, a titolo di (parziale) indennizzo per il taglio subito nella dotazione di fondi strutturali europei". Lo scrivono in una nota congiunta i segretari di Cgil Abruzzo Molise, Cisl Abruzzo Molise e il segretario della Uil Abruzzo, rispettivamente Sandro Del Fattore, Maurizio Spina e Robnerto campo. L'impostazione del Governo nazionale - osservano - evidenzia due criticita': l'intervento dei Masterplan non e' aggiuntivo alla tradizionale politica per il Sud e con la limitazione imposta agli investimenti 2016-17, si riduce anche la velocizzazione della spesa. Il mancato recupero dei posti di lavoro perduti con la crisi rischia sempre piu' di rendere strutturale il calo dell'occupazione subito dall'Abruzzo. Abbiamo finalmente ottenuto che la programmazione dei fondi europei contenga obiettivi occupazionali espliciti, bisogna che anche il Masterplan faccia lo stesso. Il Masterplan dell'Abruzzo - si legge nella nota - programma diverse opere infrastrutturali ma i tempi di realizzazione delle opere si sono allungati rispetto alle prime stesure del Masterplan. Il punto debole del Masterplan Abruzzo - sostengono i sindacati - e' il software delle politiche: dall'industria al turismo, dal lavoro al territorio. Per quanto riguarda in particolare lo sviluppo e le attivita' produttive, il Masterplan si e' fatto sempre piu' modesto. Non e' accettabile che non ci sia una risposta alle situazioni di crisi, a partire dalle aree di crisi. Si perde inoltre, l'occasione di definire le modalita' di applicazione in Abruzzo della rinnovata legge 181/89, e non si procede alla rivisitazione della legge regionale 40/12, dando seguito al passo avanti fatto con l'individuazione dei settori strategici (automotive, chimica-farmaceutica, agro-alimentare, ICT e, meno convincente, tessile-abbigliamento-calzaturiero). Gli investimenti diversi dalle infrastrutture contenuti nel Masterplan sono di valore molto diseguale, ci sono cose interessanti, come il progetto "Abruzzo regione della vista", ma non sono inserite in strategie. Si e' inoltre fatto un passo indietro dal punto di vista dell'unitarieta' della programmazione, che invece va recuperata. Infatti avevamo finalmente ottenuto un'unica autorita' di gestione per i POR (FESR e FSE) e per il Fondo Sviluppo Coesione (FSC), ma non c'e' raccordo tra il Masterplan e la programmazione. Per quanto riguarda il lavoro, non si vedono ancora interventi sinergici tra politiche attive e passive, mentre per quanto riguarda il territorio, andrebbe ripensata la strategia urbana, superando una scelta basata solo sui 4 capoluoghi in favore invece di una soluzione che tenga conto del policentrismo urbano, in una visione unitaria del territorio Abruzzese".
Sempre secondo i sindacati "Nello schema proposto dal Governo, manca la dimensione sovra-regionale: non ci sono progetti di respiro piu' ampio, che mettano insieme piu' regioni. Abbiamo proposto al presidente D'Alfonso di avanzare la candidatura dell'Abruzzo a partecipare con risorse FSC aggiuntive (che potrebbero completare l'indennizzo promesso dal Governo all'Abruzzo) ai Programmi Nazionali PON che interessano le regioni meridionali piu' in ritardo di sviluppo. Abbiamo proposto al presidente D'Alfonso di dotarci di un allegato al Masterplan Abruzzo che intanto definisca tappe, anche graduali, di superamento strutturale ed integrale dell'attuale stato di fiscalita' di svantaggio, l'introduzione di scaglioni di reddito per l'addizionale regionale Irpef e elementi di fiscalita' di vantaggio per incentivare investimenti innovativi e creazione di buona occupazione. Un secondo allegato al Master Plan Abruzzo che abbiamo proposto riguarda l'attrazione di nuovi investimenti, definendo pacchetti di vantaggi insediativi, burocratici, fiscali, di servizi e di relazioni industriali. Preoccupa inoltre il buco che anche questa volta si determina tra la fine della vecchia programmazione e l'effettivo avvio della nuova: un buco che rischia di allargarsi, vista la relativa debolezza del programma di investimenti 2016-2017 del Masterplan e la netta prevalenza di investimenti con scadenza 2017 rispetto a quelli con scadenza 2016. In sintesi - concludono Del Fattiore, Spina e Campo - un Masterplan Abruzzo che contiene alcuni investimenti e si dota di un metodo di stringente verifica del rispetto dei tempi, ma che risente dell'impegno ridotto del Governo per quanto riguarda le risorse, cui manca aggiuntivita' e la velocizzazione necessaria della spesa, recuperando i ritardi della Regione sulle politiche di sviluppo e la politica industriale. Sara' nostro impegno vigilare affinche' tutte le opere vengano effettivamente realizzate, ma ci batteremo altresi' affinche' le criticita' evidenziate vengano superate, sul piano della programmazione, della legislazione regionale e della concertazione"
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