Appuntamento a Bruxelles per il 14 settembre per i ministri di Giustizia e Interni dei 28 paesi dell'Ue. C'e' una data per il prossimo vertice straordinario - chiesto da Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia - per individuare "misure immediate" in tema di immigrazione. L'Italia punta al diritto d'asilo europeo, come spiegato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi: "Si scelga finalmente di superare Dublino e di avere una politica di immigrazione europea, con un diritto di asilo europeo. Andremo negli Stati di provenienza per valutare le richieste, gestiremo insieme i rimpatri". Intanto continuano senza sosta gli sbarchi (oltre duemila persone sono giunte in Italia nelle ultime 48 ore), i naufragi e anche le morti in mare. E' di ieri sera l'ultimo episodio, con un barcone affondato al largo delle coste di Tripoli, in cui sono almeno 37 i morti accertati. Intanto, c'e' stato un quinto fermo legato al ritrovamento, in Austria, del camion con 71 cadaveri.
Oggi, sul Corriere, e' il ministro Angelino Alfano a tornare sul tema: "E' la strada giusta. Se c'e' cittadinanza europea e libera circolazione ci deve essere il diritto di asilo europeo (?), ma per raggiungerlo bisogna avere una forte leadership politica". Poi il monito: Schengen non si tocca. "Il trattato e' una conquista di liberta': se si ritiene che per vincere la paura bisogna diminuire la liberta', ci troveremo tra qualche anno con paure peggiori avendo compresso al liberta' di circolazione". Il titolare del Viminale conferma di aver firmato un bando per 10mila posti con finanziamento dei progetti di accoglienza dei Comuni (il cosiddetto sistema Sprar). Ma la strada in Europa e' tutta in salita, viste molte resistenze dei paesi del Nord Europa. "Le resistenze non sono state soltanto dei tedeschi, anzi - spiega Alfano -. Altri Stati appena entrati nell'Unione hanno creato tanti problemi"
E se qualcosa a Berlino inizia a muoversi, con la decisione di accogliere i profughi siriani, e l'Austria sembra scuotersi dopo lo shock del ritrovamento dei 71 cadaveri, dalla Gran Bretagna, gia' esonerata dagli accordi di Schengen, arrivano minacce di chiudere le frontiere anche ai cittadini Ue privi di un contratto di lavoro e l'Ungheria ha annunciato in anticipo la conclusione del "muro" di filo spinato lungo il confine con la Serbia. E dopo che anche i vertici dell'Onu hanno rotto gli indugi (un vertice straordinario dei capi di stato e di governo e' in agenda per il 30 settembre), nei giorni scorsi anche il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e' intervenuto, accusando i governi europei di inattivita' e sottolineando che "l'approccio deve essere piu' europeo e non c'e' tempo da perdere". Con una nota bene: "L'esistenza di confini esterni comuni ci impone di non abbandonare al loro destino i paesi che si trovano in prima linea, bensi' di affrontare le sfide delle migrazioni con spirito di solidarieta'".
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