"I voucher-lavoro e la precarieta' caratterizzano il settore turistico piu' di altri comparti. Si tratta di un meccanismo perverso, che chiama in causa il governo Renzi, colpevole di averlo esteso indiscriminatamente". E' un passo della relazione introduttiva di Lucio Cipollini, segretario generale Filcams-Cgil di Pescara, al dibattito sulle prospettive del turismo in Abruzzo, organizzato nel padiglione al Porto Turistico nell'ambito della Festa dei Diritti 2016. Hanno partecipato tra gli altri Davide Frigelli (Fisascat-Cisl), Alberto Stampone (Uiltucs-Uil), gli esponenti delle associazioni datoriali abruzzesi Giammarco Giovannelli (Federalberghi), Carmine Salce (Cna), Gianni Taucci (Confesercenti) e Lucio Laureti (Confindustria), Antonio Terenzi di Federconsumatori, Valentino D'Aloisio, direttore Inps Pescara, Giovanni De Paulis, direzione territoriale del lavoro di Chieti-Pescara, e Maria Grazia Gabrielli, segretario nazionale di Filcams Cgil. "Chiediamo, anche attraverso i referendum per i quali stiamo raccogliendo le firme, che i buoni lavoro vengano aboliti - ha aggiunto Cipollini - Erano stati introdotti nel 2008 per far emergere situazioni di marginalita', mentre questo governo ha eliminato il riferimento all'occasionalita' delle prestazioni e li ha resi utilizzabili in ogni settore e categoria, con il risultato che il numero dei voucher acquistati e' salito da 500mila nel 2008 a oltre 115 milioni nel 2015". "In Abruzzo nel 2015 sono stati acquistati quasi 2 milioni di voucher per 49.531 lavoratori - ha detto il segretario di Filcams Pescara - e oltre il 30% riguarda il settore turistico". Secondo Cipollini, "il reddito medio prodotto dai buoni lavoro, pari a 480 euro annui, dimostra che questo strumento e' spesso utilizzato per sanare situazioni di lavoro sommerso, dal momento che i controlli vengono effettuati molto tempo dopo l'eventuale attivazione del voucher".
L'esponente sindacale si e' poi soffermato sul dato anagrafico: "Se inizialmente i voucher erano utilizzati per una fascia di eta' media di circa 60 anni, oggi coprono una fascia di lavoratori con un'eta' media di 37 anni e cio' significa che riguardano da vicino i giovani, che vengono pagati poco, saltuariamente, senza ferie, festivita' o malattia".
"Nel momento in cui la Regione ha scelto di rinunciare all'istituzione di un assessorato al Turismo, tutte le intenzioni di fare rete in questo comparto si trovano di fronte ad un problema". Così Gianni Taucci, direttore di Confesercenti Pescara, nel corso del dibattito sulle prospettive del turismo in Abruzzo, al quale hanno partecipato, tra gli altri, i principali esponenti sindacali e delle associazioni datoriali locali del settore. "E' innegabile che l'utilizzo dei voucher in molti casi non sia corretto e chi usa questi strumenti per sfruttare i dipendenti si rende responsabile di concorrenza sleale - ha proseguito Taucci -. E' vero anche, pero', che in alcuni casi i voucher rispondono alle esigenze di flessibilita', che hanno a che fare con attivita' non programmabili, come ad esempio quelle che riguardano la ristorazione". Secondo Giammarco Giovannelli, presidente di Federalberghi Abruzzo, "l'abolizione del ministero del Turismo ha scatenato 21 Regioni, che hanno sperperato senza freni e in assenza di una qualsiasi strategia, con il risultato che oggi non esiste un brand Italia in grado di essere promosso sul mercato in modo univoco". Un'altra criticita', secondo Giovannelli, e' rappresentata dall'incapacita' di mettere a valore il patrimonio culturale: "Basti pensare che il Louvre, da solo, incassa quanto tutti i musei di Roma". Il massimo esponente regionale di Federalberghi e' intervenuto anche in merito alla polemica sui voucher. "Non difendiamo l'indifendbile - ha detto - e abbiamo anche noi le nostre pecore nere". Sullo stesso argomento Antonio Terenzi, presidente regionale di Federconsumatori, ha messo in rilievo come "la qualita' del lavoro sia una componente essenziale della qualita' del turismo". Lucio Laureti, presidente della sezione Turismo di Confindustria Chieti-Pescara, ha invece rimarcato che "alla base di tutto c'e' il problema del lavoro, perche' quando l'offerta di lavoro supera la domanda, inevitabilmente si creano degli scompensi che vanno sanati. In tal senso e' vero che esistono criticita' legate ai voucher - ha aggiunto Laureti - ma e' anche vero che serve flessibilita'". Infine Carmine Salce, direttore di Cna Pescara. "Il turismo avrebbe potuto compensare la perdita di posti di lavoro nell'industria - ha notato Salce -. Non l'abbiamo fatto e intanto altre regioni riescono a valorizzare meglio il proprio patrimonio".
"Nel settore del turismo e del commercio si concentra circa un terzo dei casi di lavoro sommerso che abbiamo accertato quest'anno nel corso della nostra attivita' ispettiva". Cosi' Giovanni De Paulis, direttore della direzione territoriale del lavoro di Chieti-Pescara. "Nel terziario abbiamo riscontrato 430 casi di lavoro sommerso e 200 riguardano ristorazione, alloggi e discoteche - ha proseguito De Paulis -. Il ministero nei mesi scorsi ci ha inviati anche in Toscana, dove la situazione appare molto diversa rispetto all'Abruzzo". L'esponente della direzione territoriale del lavoro ha affrontato anche il tema dei buoni-lavoro: "Esistono grandi difficolta' sul piano della vigilanza, visto che il jobs act ha eliminato la caratteristica dell'occasionalita', che prima consentiva di compiere una differenziazione rispetto al lavoro subordinato. L'unico limite che riguarda i voucher e' dunque di natura economica e corrisponde ad una soglia massima di 7mila euro per ogni lavoratore e di 2mila euro per ogni datore di lavoro - ha aggiunto De Paulis -. Pero' c'e' sempre il problema legato alla tempistica dei controlli, visto che in sostanza i datori di lavoro possono timbrare il biglietto quando arriva il controllore". Allo studio del governo ci sono comunque delle modifiche, che dovrebbero imporre ai datori di lavoro di inviare la comunicazione per l'attivazione del voucher almeno 60 minuti prima che il buono venga utilizzato. "In realta' siamo abbastanza preoccupati - ha rimarcato De Paulis - in quanto le comunicazioni dovrebbero avvenire via sms e via e-mail, e potrebbero nascere dunque seri problemi in assenza di un adeguato supporto tecnologico e organizzativo". Valentino D'Aloisio, direttore dell'Inps di Pescara, ha messo in risalto altre criticita' legate ai buoni-lavoro. "Sul piano pensionistico sono un disastro assoluto - ha detto D'Aloisio -. E' gia' difficile arrivare a pagare le pensioni a chi lavora a pieno regime, questo sistema dei voucher ignora completamente il problema, ma prima o poi i nodi vengono al pettine". Il direttore dell'Inps pescarese e' ancora piu' esplicito: "Con il sistema contributivo occorre mettere piu' soldi possibile nel proprio salvadanaio, mentre i voucher non consentono di mettere dentro quasi nulla, tanto che alcune proiezioni hanno rivelato che con questo strumento, per avere 5 o 600 euro di pensione al mese, occorrerebbe lavorare piu' di 325 anni".
"Se la finalita' dei voucher era quella di far emergere il sommerso, l'obiettivo e' completamente fallito, visto che le regioni che utilizzano maggiormente questo strumento sono Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ovvero le piu' ricche e produttive, e meno interessate di altre realta' dalle dinamiche del lavoro nero". Cosi' Maria Grazia Gabrielli, segretario nazionale della Filcams-Cgil, nelle conclusioni del dibattito sul turismo che si e' tenuto nell'ambito della Festa dei Diritti organizzata dalla Cgil abruzzese. "Le associazioni datoriali obiettano che occorre flessibilita' per le attivita' non programmabili nel comparto - ha proseguito Gabrielli - ma mi sembra sia gia' piu' che sufficiente l'esistenza dei contratti a termine, dei contratti di somministrazione, dei contratti di apprendistato, anche a cicli stagionali, dei contratti a chiamata e dei cosiddetti contratti 'extra', specifici per il settore, che consentono assunzioni per un massimo di tre giorni". La dirigente nazionale della Filcams-Cgil ha poi concluso: "Le modifiche del governo sono un palliativo, non si innalza la qualita' dell'offerta turistica senza accrescere la qualita' del lavoro, occorre tornare a mettere al centro il lavoro e il rispetto delle persone"
"Urge un Piano nazionale per il turismo, che superi la carente lettura del ministro Franceschini e sia in grado di promuovere un unico brand Italia e non piu' tanti brand regionalizzati o addirittura provincializzati". Lo ha aggiunto Maria Grazia Gabrielli, segretario nazionale della Filcams-Cgil, concludendo il dibattito sul turismo che si e' svolto nell'ambito della Festa dei Diritti organizzata dalla Cgil abruzzese. "Il Piano a cui sta lavorando Franceschini continua a concentrarsi sulle mete gia' note e sul mercato - ha proseguito Gabrielli - mentre il vero salto di qualita' e' quello di valorizzare tutti i sistemi e integrarli tra loro, come sarebbe possibile fare ad esempio in Abruzzo, integrando mare, parchi e beni culturali". La dirigente sindacale ha puntato il dito contro il decentramento amministrativo seguito all'abolizione del ministero del Turismo: "In questo modo anche le regioni che avevano innescato dei circuiti virtuosi sono rimaste isolate e il Paese, nel suo insieme, ha perso competitivita' nel settore". Gabrielli ha osservato che "in un Paese con 8mila chilometri di costa, con un patrimonio paesaggistico che copre il 10% del territorio nazionale, con 51 siti Unesco e con un immenso patrimonio artistico e culturale, c'e' una grave sottovalutazione in merito alle potenzialita' di un comparto che oggi, nonostante la crisi, contribuisce per il 12% al Pil nazionale e offre impiego ad un milione e 300mila persone". Per consentire al settore di esprimere pienamente le proprie potenzialita', il segretario nazionale della Filcams-Cgil ha indicato due priorita'. "Occorre investire sulle infrastrutture, che oggi rappresentano un limite per lo sviluppo del turismo in Italia - ha detto Gabrielli -. Non mi riferisco solo a porti e aeroporti, ma anche al digitale, che vede ancora intere aree del Paese scoperte o scarsamente coperte. Inoltre bisogna investire seriamente sulla cultura - ha concluso la dirigente sindacale -. Occorre farlo sul piano della promozione, ma prima ancora sui piani della tutela e della conservazione, aspetti che richiedono ulteriori e adeguati investimenti sulla scuola, sulla formazione e sull'università"
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