La direzione regionale della sanita', unitamente alla Asl di Teramo, ha avviato una indagine interna sul caso del parto avvenuto nei giorni scorsi all'ospedale di Atri (Teramo), dove il punto nascita era stato chiuso unitamente a quelli di Ortona, penne e sulmona, anche se su quest'ultima situazione si e' aperto uno spiraglio. Lo fa sapere l'assessore regionale alla sanita', Silvio Paolucci. "Io sono stanco di queste ripetute strumentalizzazioni, come e' potuto mai accadere che un'operatore sanitario porti a partorire una madre gravida, mettendo a rischio lei e il bambino, non in un punto nascita piu' vicino, ma in una struttura sanitaria senza punto nascita? Aspetto che ci sia una ricostruzione su quanto accaduto ad Atri - spiega l'assessore -. Ricordo che esistono 305 comuni in Abruzzo, solo poche decine hanno una struttura sanitaria, ma vi immaginate se uno si rivolge ad un medico e il medico manda il paziente in un Comune dove non c'e' una struttura sanitaria, o un punto nascita?". Per Paolucci, "nonostante il disservizio creato, immagino, da qualche operatore sciagurato, la notizia vera e' che la rete di emergenza urgenza e' talmente solida che c'erano ben tre autoambulanze ad Atri in un presidio senza punto nascite, in attesa del lieto evento". Paolucci ribadisce che "nessun passo indietro rispetto alla chiusura dei punti nascita, e lascia aperto uno spiraglio solo per Sulmona, sul quale "ci sono valutazioni in corso d'opera. Per il resto le sentenze del Tar sono state cristalline e nette, e hanno dato piena ragione al lavoro che abbiamo fatto, smascherando le bugie e volgari strumentalizzazioni di alcuni consiglieri regionali".
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