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Pubblicato il 26/04/2016 12:12

Istat, gli anziani hanno una bassa fiducia nei confronti del prossimo

I 15-34enni rappresentano il 21,1% del totale della popolazione iscritta in anagrafe al 1° gennaio 2015 e, secondo le piu' recenti previsioni demografiche, nel 2050 il loro peso sara' sceso al 20,2%. E' quanto emerge dai dati Istat dei due nuovi sistemi informativi dedicati a giovani (under 35) e anziani (over 65). Fra i giovani di 15-34 anni il tasso di occupazione e' pari, nel 2015, al 39,2% (56,3% nella classe di eta' 15-64), quello di disoccupazione al 23,2% (12,1% nella classe 15-64) mentre il tasso di mancata partecipazione al mercato del lavoro si attesta al 36,1% (22,8% tra i 15-64enni). Nel 2014, i giovani celibi di 18-34 anni che vivono in famiglia sono il 68,8%, le giovani nubili il 57,6%. L'eta' media al matrimonio e' 36,6 anni per gli uomini, 32,6 anni per le donne. L'eta' media delle madri al primo parto e' di 31,6 anni, mentre i giovani diventano padri per la prima volta piu' tardi, in media a 35,2 anni. Sebbene lo stato di salute dei piu' giovani sia, di norma, complessivamente molto buono (9 ragazzi su 10 tra i 25 e i 34 anni si dichiarano in buona salute), stili di vita scorretti possono ipotecare le condizioni di salute future. Quasi un terzo dei 25-34enni non svolge mai attivita' fisica (32,0%), oltre 4 su 10 consumano alcolici fuori dai pasti (42,3%), piu' di uno su quattro fuma (26,4%). Tra i maschi 25-34enni 4 su 10 sono in sovrappeso o obesi (40,9%). Nonostante le difficolta' oggettive riscontrate sotto il profilo economico, nel 2014 e' alto il punteggio che i giovani danno alla soddisfazione per la vita nel complesso: su una scala da 0 a 10, esprime un punteggio da 8 a 10 il 37,8% dei 20-24enni, contro il 35,4% della popolazione con almeno 14 anni. 

E' bassa pero' la fiducia che ripongono nel prossimo: sempre nel 2014, appena il 22,6% dei 20-24enni ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia, mentre il 73,8% dichiara che si debba stare molto attenti agli altri e appena il 56,1% pensa che la propria situazione migliorera' nei prossimi 5 anni. Nel 2015 le persone over65 sono il 21,7% della popolazione, quelle fra 0 e 14 anni il 13,8%. E il numero di anziani e' destinato ancora a crescere. L'indice di vecchiaia della popolazione, ossia il rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione piu' giovane (0-14 anni), e' atteso salire da 157,7 a 257,9 tra il 2015 e il 2065. Anche l'eta' media della popolazione subira' un ulteriore incremento, passando da 44,4 anni del 2015 a 49,7 del 2065. Fra il 2004 e il 2015 il tasso di occupazione delle persone fra i 55 e i 64 anni e' passato dal 30,6% al 48,2%, quello di inattivita' dal 68,1% al 48,9%, a conferma della bassa partecipazione al mercato del lavoro di questa fascia di popolazione e del gap di genere a sfavore delle donne (inattive 6 su 10). La condizione delle famiglie con un ultrasessantacinquenne come principale percettore e' sensibilmente peggiore rispetto a quella media: il reddito medio annuale nel 2013 e' infatti di 24.158 euro contro 29.473 euro. Nel 2014, inoltre, il 37,0% delle famiglie con principale percettore di 65 anni e piu' giudica la propria condizione economica difficile o molto difficile (+1,3 punti percentuali in 10 anni)

Nel 2014 i pensionati con 65 anni di eta' o piu' sono il 76,8%, a fronte del 19,5% di pensionati con un'eta' compresa tra 40 e 64 anni e di un 3,8% con meno di 40 anni. Il livello di soddisfazione della propria vita sembra diminuire al crescere dell'eta', in particolare tra chi ha oltrepassato la soglia dei 75 anni. Attribuisce, infatti, un punteggio di soddisfazione tra 8 e 10 alla vita nel complesso il 35,0% dei 65-74enni contro il 30,0% degli ultrasettantacinquenni. Ugualmente, coloro che esprimono un giudizio negativo (fra 0 e 3) passano dal 4,4% dei 65-74enni al 6,7% nella classe di eta' 75 anni e piu'. Molto bassa e' anche la fiducia che gli anziani rivolgono verso il prossimo: oltre otto anziani su 10 ritengono di dover stare molto attenti. 

Il livello di soddisfazione della propria vita cala al crescere dell'eta', in particolare tra chi ha oltrepassato la soglia dei 75 anni. Lo evidenzia l'Istat nel suo focus sugli anziani. "È evidente che all'aumentare dell'eta'- si legge- alcune condizioni proprie della fase anziana come la salute, l'autosufficienza e l'autonomia, la rarefazione delle relazioni si fanno piu' critiche, con una conseguente diminuzione nei livelli di soddisfazione. Attribuisce, infatti, un punteggio di soddisfazione tra 8 e 10 alla vita nel complesso il 35% dei 65-74enni contro il 30% degli ultrasettantacinquenni. Ugualmente, coloro che esprimono un giudizio negativo (fra 0 e 3) passano dal 4,4% dei 65-74enni al 6,7% nella classe di eta' 75 anni e piu'. Molto bassa e' anche la fiducia che gli anziani rivolgono verso il prossimo: oltre otto anziani su 10 ritengono di dover stare molto attenti". Nel 2015 le persone over65 sono il 21,7% della popolazione, quelle fra 0 e 14 anni il 13,8%. E il numero di anziani e' destinato ancora a crescere. L'indice di vecchiaia della popolazione, ossia il rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione piu' giovane (0-14 anni), e' atteso salire da 157,7 a 257,9 tra il 2015 e il 2065. Anche l'eta' media della popolazione subira' un ulteriore incremento, passando da 44,4 anni del 2015 a 49,7 del 2065. Fra il 2004 e il 2015 il tasso di occupazione delle persone fra i 55 e i 64 anni e' passato dal 30,6% al 48,2%, quello di inattivita' dal 68,1% al 48,9%, a conferma della bassa partecipazione al mercato del lavoro di questa fascia di popolazione e del gap di genere a sfavore delle donne (inattive 6 su 10). La condizione delle famiglie con un ultrasessantacinquenne come principale percettore e' sensibilmente peggiore rispetto a quella media: il reddito medio annuale nel 2013 e' infatti di 24.158 euro contro 29.473 euro. Nel 2014, inoltre, il 37,0% delle famiglie con principale percettore di 65 anni e piu' giudica la propria condizione economica difficile o molto difficile (+1,3 punti percentuali in 10 anni).

Nel 2014 i pensionati con 65 anni di eta' o piu' sono il 76,8%, a fronte del 19,5% di pensionati con un'eta' compresa tra 40 e 64 anni e di un 3,8% con meno di 40 anni. Rispetto alle condizioni di salute risulta che quattro 65-74enni su 10 sono in buona salute. Le persone anziane rappresentano un gruppo di fruitori di cultura: nell'arco di 10 anni le persone di 65-74 anni che hanno visitato musei o mostre almeno una volta nell'ultimo anno passano dal 15,1 del 2005 al 22,6% del 2015. Nello stesso arco temporale aumentano anche le persone di 65-74 anni che leggono quotidiani almeno una volta a settimana (dal 55,6% al 57,4%), e quelle della stessa classe d'eta' che sono andate al cinema o al teatro negli ultimi 12 mesi (rispettivamente dal 16,0% al 22,4% e dal 12,4% al 17,0%). In deciso aumento la quota di persone tra i 65 e i 74 anni che usano il pc e navigano in Internet: in 10 anni queste percentuali crescono rispettivamente, dal 5,5% del 2005 al 24,4% del 2015 e dal 3,9% al 25,6%. Le donne anziane esprimono una diffidenza e/o una difficolta' maggiore dei coetanei uomini nell'uso del pc, fra i 65 e i 74 anni lo utilizzano il 34,3% degli uomini e il 15,8% delle donne ma le quote scendono rispettivamente al 10,9% e al 3,6% fra gli over74. La percentuale di "utenti forti" di Internet e' in continuo aumento anche nelle fasce di popolazione piu' mature: nel 2015 accedono alla Rete tutti i giorni il 39,6% dei 55-59enni, il 27,5% dei 60-64enni, il 12,6% dei 65-74enni e il 2,9% delle persone di 75 anni e piu'.

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