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Pubblicato il 25/04/2016 19:07

L'Abruzzo celebra il 25 aprile

 "La memoria di quei giorni deve essere conservata e trasmessa alle giovani generazioni. La Brigata Maiella e' stata la formazione partigiana piu' straordinaria dell'intera Resistenza italiana. I suoi uomini sono stati plurali cosi' come e' una Democrazia e come sarebbe stata la Carta Costituzionale del 1948. A sospingere verso l'azione i patrioti della Brigata Maiella fu un unico sentimento: la liberta', e la Festa della Liberazione ogni anno ricorda e celebra questo sentimento che e' un valore fondante del nostro Paese cosi' come pace, solidarieta' e giustizia che sono e restano fondamenti etici dell'Italia". Lo ha detto il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, nel corso della 71esima cerimonia del 25 aprile per il ricordo della Liberazione dall'occupazione nazi-fascista che si e' tenuta questa mattina in Piazza Garibaldi a Pescara. Dinanzi alle autorita' politiche, militari e religiose, c'e' stato l'alza bandiera del picchetto d'onore e la deposizione di una corona d'alloro al monumento che ricorda i caduti militari e civili di tutte le guerre, con la benedizione dell'Arcivescovo della Diocesi di Pescara-Penne Mons. Tommaso Valentinetti. Premiati dal prefetto di Pescara Francesco Provolo, dal presidente della Regione e dal sindaco di Pescara con una medaglia della Liberazione tre anziani combattenti: Evaristo Mancini, Livio Fornaro e Sebastiano Valletta. Emblematica soprattutto la storia di Livio Fornaro pescarese che, sommergibilista della Marina Militare, fu catturato dai russi dopo la battaglia di Sebastopoli. Come altri prigionieri fu caricato su un treno ma con grande coraggio, e rischiando la vita riusci' a fuggire lanciandosi dal treno in corsa. Sebastiano Valetta, classe '23, boscaiolo di Lecce dei Marsi come tanti sui amici si oppose ai tedeschi, cerco' di salvare italiani e fu fatto prigioniero dai tedeschi per tre mesi prima di riuscire anche lui a scappare. Storia di grande coraggio anche quella di Evaristo Mancini

Il secondo momento commemorativo del 25 aprile si e' svolto presso il Cippo della scuola di Colle Pineta a Pescara, che ricorda la tragedia dell'11 febbraio del 1944, 71 quando proprio davanti al cippo di Colle Pineta, 9 partigiani furono fucilati dai nazifascisti. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco Marco Alessandrini, il vice sindaco Enzo Del Vecchio, il presidente  del Consiglio Comunale Antonio Blasioli, il segretario provinciale della Cgil Emilia Di Matteo, Nicola Palombaro dell'Anpi e il Dirigente Scolastico dell'istituto "11 febbraio 1944" Assunta D'Emilio. Parlando della ricorrenza della Liberazione, il primo cittadino Marco Alessandrini ha detto che "Non smetteremo mai di  riflettere sotto questo tricolore sul significato del 25 aprile, ne' smetteremo di celebrarlo perche' rappresenta un momento di formazione civile, di memoria, di speranza per il futuro, di racconto sui valori che legano, tengono viva la nazione e che sono scritti nella nostra costituzione repubblicana". La Dirigente Scolastica ha detto che "in questa scuola intitolata a quei fatti del 1944 noi quotidianamente facciamo esercizio di memoria di quanto accaduto settant'anni fa. I ragazzi recepiscono perche' considerano questi come valori importanti della nostra societa'". 

 I principi fondanti della Repubblica Italiana "sono attualissimi, sono attualissimi i valori di solidarieta', il principio di uguaglianza, l'articolo 3 della nostra Costituzione costituisce un vero e proprio programma per le istituzioni pubbliche, per i governi, per i parlamenti che seguono negli anni. E sono fondativi anche dei diritti fondamentali dei cittadini, dei valori che sovraintendono alla giurisdizione italiana, alla divisione dei poteri, al rispetto tra poteri, all'equilibrio tra i poteri". E' quanto affermato dal vicepresidente Giovanni Legnini a margine delle celebrazioni a Chieti per il 25 aprile. Quanto poi alla ricorrenza del 25 aprile di quest'anno, Legnini ha sottolineato due aspetti: "Quest'anno ricadono due anniversari specialissimi - ha detto il vice presidente del Csm - il voto alle donne che costitui' un fattore decisivo per la vittoria della repubblica sula monarchia. E il settantesimo dell'assemblea costituente, quel percorso di straordinario valore costitutivo appunto delle fondamenta delle nostre istituzioni e della nostra repubblica". 

La Citta' del Vasto ha celebrato questa mattina il 71 anniversario della Liberazione ricordando il carabiniere Angelo Cianciosi, trucidato dai tedeschi per rappresaglia il 26 settembre 1943 assieme ad altri due colleghi della stazione di Pascellata del Comune di Valle Castellana. L'amministrazione comunale di Vasto per l'occasione ha collocato nella centralissima piazza Rossetti una stele in memoria dell'eccidio di Serra Ciarelli, una contrada di Rocca Santa Maria, ricordando il coraggio di Cianciosi e dei suoi colleghi che si rifiutarono di segnalare al comando tedesco l'ammassamento di truppe partigiane in localita' Ceppo di Bosco Martese, che segna un punto di svolta per il movimento anti nazifascita abruzzese. Nel suo intervento il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna ha ribadito i valori della Resistenza affinche' anche le future generazioni possano continuare a fare memoria di quanti persero la vita per l'affermazione al diritto della liberta' "che ha visto questa Citta' sempre impegnata nell'affermazioni di quei valori che sono alla base della nostra Costituzione". Alla cerimonia ha presenziato il colonnello Luciano Calabro', comandante provinciale dei carabinieri, che nel ringraziare l'onore dato nel ricordare un carabiniere ucciso, che aveva prestato servizio anche a Vasto, ha evidenziato come siamo doveroso "celebrare un sentimento cosi' inalienabile con la liberta' e la democrazia, pietre angolari della nostra Repubblica, valori per i quali bisogna lottare ogni giorno per un impegno che ci vede oggi impegnati a tutela della legalita', nella lotta contro la corruzione e la criminalita'". Il prossimo 30 aprile il Comune di Furci, era presente il sindaco Angelo Marchione, intitolera' una strada al suo concittadino Angelo Ciancosi, nei pressi della stazione dei carabinieri

 "I compagni caduti in questa lunga lotta ci hanno lasciato non solo l'esempio della loro fedelta' a questi ideali, ma anche l'insegnamento d'un nobile ed assoluto interesse. Generosamente hanno sacrificato la loro giovinezza senza badare alla propria persona". Cosi' esordiva Sandro Pertini nell'Orazione Ufficiale alla Camera dei Deputati del 23 aprile 1970''. Lo ha detto oggi a Taranta Peligna per le celebrazioni del 25 aprile il sottosegretario della Giunta Abruzzo Mario Mazzocca. ''Pertini poneva l'accento sul "... perche' noi anziani guardiamo fiduciosi ai giovani e quindi al domani del popolo italiano. Ad essi vogliamo consegnare intatto il patrimonio politico e morale della Resistenza, perche' lo custodiscano e non vada disperso; alle loro valide mani affidiamo la bandiera della liberta' e della giustizia perche' la portino sempre piu' avanti e sempre piu' in alto". Ai giovani di oggi - ha proseguito Mazzocca - va rivolto l'esempio di abruzzesi di ieri che per la patria si fecero , combattenti per un sogno terreno. E' la storia della Brigata Maiella, di 15 ragazzi che poi divennero millecinquecento, figli di una netta scelta di coscienza. La storia di uomini che credevano nella liberta' da riconquistare per costruire un'Italia migliore, soldati di un esercito senza storia ma dall'elevato spirito di appartenenza e dall'aulico amor patrio. Una lezione antiretorica per chi e' ancora capace di sognare e continua a trovare il coraggio di combattere''.

 ''Ci sono alcune parole che sintetizzano tutto cio' e lo rappresentano: Pace, Giustizia, Liberta; tali parole la Resistenza ha nobilitato e reso vincenti''. Lo ha detto il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi per le celebrazioni del 25 aprile. ''Ma se ci limitiamo ormai a celebrare tali principi, evocandone il mero significato universale, lasciandoli in un alone di gloria e bellezza senza calarli nel concreto e nell'attualita', ripetiamo soltanto un rito, senza generare nulla di nuovo; senza applicare l'insegnamento alla concretezza e all'assunzione di responsabilita' che ci e' pervenuto dalla Resistenza - ha proseguito Brucchi - E invece questa e' stata proprio il trionfo del nuovo, la vittoria della capacita' di cambiamento grazie al coraggio; l'esito di battaglie e lotte proiettate verso un orizzonte che i combattenti volevano sempre piu' immediato e vedevano necessario per una vita migliore. Una nuova Resistenza, ecco a cosa ci chiama la ricorrenza che oggi celebriamo; una nuova Liberazione, per uomini, condizioni, realta' individuali e collettive che corrono il pericolo della sopraffazione e dell'abbandono. Brucchi ha poi parlato delle nuove resistenze, ossia: ''Quali sono oggi le resistenze per cui combattere, quali liberta' vale la pena difendere strenuamente? E' tutto davanti ai nostri occhi, nello straordinario e drammatico coacervo di tensioni internazionali, difficolta' nazionali, problemi locali, malcontenti individuali; una miscela che fa della nostra epoca, un periodo difficilissimo ma chissa' forse anche bellissimo. E perche' sia tale, dipende dalla risposta che sapremo dare; dipende dalla Resistenza che sapremo vivere, dipende dalla  Liberazione che conquisteremo - prosegue - La nuova Resistenza e' dell'istituto della Famiglia, contro il quale e' in atto un tentativo di svuotamento ad opera di una mentalita' che in nome di un edonismo e di una presunta liberta', si fa onnivora, e fa scempio di valori sentimenti e radici. La nuova Resistenza e' delle donne che intendono difendere il diritto alla maternita', alla procreazione assistita con concretezza e conforto, e dei bambini che quella medesima mentalita' vuole sempre piu' spesso superflui, dannosi, ingombranti e percio' da eliminare prima che nascano. La nuova Resistenza e' dei popoli che fuggono dalla guerra ma e' anche dei popoli che hanno il dovere di aiutarli ed accoglierli assieme al diritto ala sicurezza, alla salvaguardia del benessere raggiunto, alla tutela di cultura, etica e credo. La nuova Resistenza e' di chi si impegna nel sociale con onesta', con rispetto dell'altro, con disinteresse e con passione, sempre piu' aggredito, invece, da chi traduce l'impegno civile o politico in mero tornaconto. La nuova Resistenza e' di chi fronteggia l'angoscia della poverta' o del disagio, con la fatica quotidiana, con la dignita' della tenacia, attaccato com'e' dall'iniquita' di scelte, indirizzi, condizionamenti che calano dall'alto. La nuova Resistenza e' dei disabili, per i quali  esistono ottime leggi scritte che non sono applicate e pessime consuetudini non scritte che vengono perpetrate. La nuova Resistenza e' dell'anzianita', considerata sempre piu' una malattia e sempre meno una condizione o un diritto alla serenità''.

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