L'Abruzzo, nel primo trimestre del 2016, ha perso 13mila posti di lavoro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, passando da 494mila unita' a 481mila; tra coloro che hanno perso il lavoro ben novemila sono donne. Continua a crescere, invece, l'utilizzo dei voucher, passati da 629.157 del primo trimestre del 2015 a 908.189 dello stesso periodo di quest'anno, con un incremento pari al 44,4%. Lo rileva la Cgil Abruzzo. Per quanto riguarda gli occupati, evidenzia il sindacato, una crescita si registra nel settore dell'agricoltura e in misura modesta in quello industriale, mentre restano preoccupanti le difficolta' che si registrano nei settori delle costruzioni (-9.000 addetti nel periodo considerato) e nei servizi (-12.000). Numeri negativi che neppure la crescita delle esportazioni abruzzesi e' riuscita a migliorare, al punto che il tasso di disoccupazione non diminuisce e resta fermo al 12,7%, superiore alla media nazionale. "Un altro dato importante - afferma il segretario regionale della Cgil, Sandro Del Fattore - e' quello relativo al reddito familiare netto, che colloca l'Abruzzo al 15esimo posto tra le regioni italiane, con un aumento della poverta' relativa. Una situazione della quale risentono soprattutto le piccole imprese, piu' legate alla dinamica della domanda interna: redditi bassi infatti non sostengono la domanda e le aziende restano al palo, in particolare quelle piu' piccole". "Un altro aspetto molto negativo - prosegue - riguarda il calo dei contratti a tempo indeterminato, che sono passati dai 16.980 del primo trimestre dell'anno scorso ai 9.560 dello stesso periodo del 2016. La dimostrazione che una volta esauriti i corposi incentivi statali assegnati alle imprese, i contratti stabili sono diminuiti sensibilmente e che il Jobs Act non ha avuto alcun effetto sul lavoro. D'altra parte anche le trasformazioni dei contratti precari in contratti stabili sono scese del 28%". L'aumento dei voucher, secondo Del Fattore, e' la "conferma che il lavoro precario, del quale i voucher sono l'esemplificazione piu' evidente, e' ancora troppo diffuso". Il segretario ricorda che "la Cgil ne ha chiesto l'abolizione, ha raccolto in Abruzzo circa 16mila firme per i tre referendum abrogativi delle norme sul lavoro piu' penalizzanti per i lavoratori e ha promosso una legge di iniziativa popolare per l'introduzione di una nuova Carta dei diritti del lavoro". Le priorita', secondo il sindacato, sono: affrontare e risolvere le vertenze sul territorio, contrastando le delocalizzazioni delle imprese e le chiusure degli impianti; una efficace programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, concentrandoli nei settori innovativi e in quelli in grado di rilanciare l'occupazione; l'avvio, da parte dei presidenti delle Regioni meridionali, di una vertenza con il governo per riaprire un flusso di risorse statali ordinarie in conto capitale che favorisca una forte politica degli investimenti
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