Nonostante un lieve miglioramento rispetto agli anni passati, l'Abruzzo partira' con 18 tratti di costa chiusi alla balneazione, piu' del 15% dei segmenti in cui e' suddivisa la sua costa ai fini della balneazione. Di questi, 8 saranno chiusi per tutta la stagione estiva, perche' hanno raggiunto i cinque anni consecutivi di classificazione nella categoria "scarsa"; gli altri potranno essere riaperti solo dopo analisi confortanti e dopo la risoluzione delle cause che hanno determinato le criticita'. E' quanto emerge dalla delibera di Giunta regionale che contiene la classificazione 2016 delle acque di balneazione della regione, elaborata dal Forum abruzzese dei movimenti per l'acqua. Poco meno della meta' dei tratti costieri abruzzesi, il 49,1%, e' nella qualita' migliore, la categoria "eccellente". Poco meno del 20% e' nella categoria "buono", quasi il 15% nella categoria "sufficiente" e il 16,5% nella categoria "scarso". Significativo il confronto con le altre regioni: in Emilia Romagna l'89,5% e' classificato come "eccellente" e lo 0% come "scarso", nelle Marche l'84,2% come "eccellente" e il 5,4% come "scarso". I dieci tratti che partiranno col divieto di balneazione il primo maggio e che potranno essere riaperti solo a seguito di due campionamenti favorevoli sono: Martinsicuro, 250 metri a nord della Foce del Vibrata; Alba Adriatica (Teramo), 250 metri a sud della Foce del Vibrata; Citta' S. Angelo, 50 metri a sud della Foce del Torrente Piomba; Citta' S. Angelo, 300 metri a nord della Foce del Fiume Saline; Pescara, zona antistante via Muzii (ex parte del tratto definito "Via Mazzini"); Pescara, zona antistante via Galilei (ex parte del tratto definito "Via Mazzini"); Pescara, zona antistante via Balilla; Francavilla al mare (Chieti), 140 metri sud Fosso S. Lorenzo; Vasto, zona antistante Fosso della Paurosa; Vasto, 1.100 metri a nord molo Marina di Vasto. Degli otto tratti per cui e' stato disposto il divieto permanente di balneazione uno e' a Roseto degli Abruzzi, quattro sono ad Ortona, due a San Vito Chietino ed uno a Torino di Sangro. La classificazione viene fatta sulla base delle indicazioni dell'Unione Europea contenute nella Direttiva 7/2006/CE che ha chiesto agli Stati Membri di classificare ai fini della balneazione le acque dei singoli tratti di costa in quattro classi di qualita': eccellente; buona; sufficiente, scarsa. La classificazione ai fini della balneazione tiene conto esclusivamente dell'inquinamento di tipo microbiologico, verificando l'entita' della presenza di Escherichia coli ed enterococchi.
"In Abruzzo i nodi sono arrivati al pettine", affermano gli ambientalisti, sottolineando che "negli anni precedenti, a parte la stampa, tanti hanno preferito non vedere. Oggi, dopo quanto accaduto lo scorso anno, speriamo che l'attenzione sia diversa. In realta' - osservano gli attivisti del Forum acqua - guardando alla serie storica dei dati, finalmente, dopo anni di costante peggioramento, si evidenzia un cambio di tendenza con qualche timido segnale di recupero della qualita' in alcuni tratti. Un esame dei dati suddivisi per provincia permette di evidenziare che i dati leggermente migliori sono relativi a quella di Teramo (52,2% 'eccellente'); la peggiore e' Pescara (29,4% 'scarsa')".
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