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Pubblicato il 16/07/2016 18:06

Le Province abruzzesi si mobilitano per evitare il default

Le Province abruzzesi si mobilitano per evitare il default e chiedono ai parlamentari di intervenire sul Decreto Legge che prevede misure urgenti e correttive per gli enti locali. Oggi i presidenti abruzzesi, guidati dal presidente Upi (Unione delle Province d'Italia), Antonio Di Marco, nel corso di un incontro a Pescara, hanno evidenziato che sul bilancio 2016 delle quattro province infatti gravano 51,5 milioni complessivi di tagli che non consentiranno di chiudere i bilanci in pareggio. Una sorte che riguarda in Italia 40 province su 76 a statuto ordinario, tra cui le Province di Pescara, Chieti e Teramo. L?Aquila, a causa del terremoto, negli anni precedenti non ha avuto i tagli previsti a carico delle altre Province, per cui non versa nella stessa situazione di criticita'.

"Se il bilancio non si chiude - ha sostenuto Antonio Di Marco - scatta una gestione 'limitata' dei servizi pubblici, che penalizzera' i cittadini, gli studenti, le famiglie, i lavoratori, considerato il deterioramento del patrimonio pubblico gestito dalle Province abruzzesi, come le strade e le scuole, tale da pregiudicare la sicurezza dei cittadini. Tra le proposte emendative che ci consentirebbero di chiudere i bilanci c'e', ad esempio. l'assegnazione diretta alle Province dei 100 milioni per le strade provinciali a valere sui fondi Anas. La ripartizione non e' stata ancora fatta, e noi chiediamo che i fondi vadano direttamente alle Province".

Il presidente della Provincia di Chieti Mario Pupillo ha rincarato la dose: "Le Province cosi' non possono piu' operare. La legge Delrio e' stata fatta male e gestita peggio. Noi a questo punto dobbiamo chiudere e, con noi, chiuderanno le scuole e le strade. Dobbiamo sapere subito verso dove stiamo andando, cosa sara' l'area vasta e con quali fondi verra' gestita".

I deputati Gianluca Fusilli (Pd) e Gianni Melilla (Sel) hanno detto di essere pronti a dare battaglia per l?approvazione degli emendamenti secondo la linea dettata dalle Province: assegnazione dei fondi per le strade direttamente agli enti; verifica della copertura finanziaria delle funzioni non fondamentali da parte delle Regioni; utilizzo degli introiti da alienazioni di beni immobili e patrimoniali effettuate nel 2015 e 2016; cancellazione di tutte le sanzioni previste a carico delle Province che abbiano sforato il Patto di Stabilita'; previsione di misure straordinarie per gli enti in piano di riequilibrio finanziario. Melilla ha dettato la tempistica dei prossimi giorni che portera' alla presentazione degli emendamenti e alla loro approvazione, avendo ben chiaro il quadro generale. "Sono orgoglioso - ha detto - di non aver votato la legge 56 del 2014 che ha segnato la fine delle Province: un scelta demagogica, sbagliata nella sostanza e nelle modalita' di applicazione che via via si vanno assumendo. La questione dei bilanci ne e' una conseguenza". 

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