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Pubblicato il 08/08/2016 11:11

Marcinelle, il messaggio del presidente Mattarella

"La tragedia di Marcinelle ci ricorda che un futuro di unita', progresso e prosperita' diffusa, di pace e condivisione dei valori alla base delle nostre Costituzioni democratiche, deve essere forgiato giorno per giorno, attraverso un impegno che sappia trascendere le difficolta' contingenti". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione del 60mo anniversario della tragedia della miniera belga in cui morirono centinaia di lavoratori italiani, tra i quali 60 erano abruzzesi. 
"Sessanta anni fa, l'8 agosto del 1956, lavoratori di dodici diverse nazionalita', tra cui 136 italiani, persero la vita nelle profondita' della terra al Bois du Cazier. 
La tragedia costitui' uno dei piu' sanguinosi incidenti sul lavoro della storia italiana ed europea", sono le parole del Capo dello Stato, "Una tragedia assurta a simbolo delle sofferenze, del coraggio e dell'abnegazione dei nostri concittadini che lottavano - attraverso il duro lavoro - per risollevare se stessi e le loro famiglie dalla devastazione del secondo conflitto mondiale". 
"Proprio in questi stessi anni, i popoli europei, nell'anelito verso un futuro migliore, fatto di pace e prosperita', decisero di intraprendere un percorso comune, pienamente consapevoli di come le antiche divisioni avessero portato il continente a una lacerante devastazione, umana e materiale", continua Mattarella, "E' mio auspicio che la memoria dei martiri del lavoro italiano all'estero possa costituire un esempio di impegno e di dedizione, ma anche un continuo sprone a migliorare le condizioni della sicurezza sul lavoro, ovunque nel mondo". 
"Con questi convincimenti, porgo ai familiari delle vittime e a tutti voi, a nome del popolo italiano e mio personale, sentimenti di profonda vicinanza e solidarieta'", conclude.

Sono passati 60 anni da quando, al Bois du Cazier, la miniera di carbone di Marcinelle, il sole estivo fu oscurato, poco dopo le 8 del mattino, dai fumi neri che cominciavano ad uscire dai pozzi, profondi oltre un chilometro: nelle viscere della terra c'erano quasi 300 minatori erano scesi a lavorare, come ogni mattina, in cunicoli larghi a malapena per consentire il passaggio di un uomo. Un incidente dovuto a disattenzione, un ascensore partito quando non era ancora il momento rompendo la rottura dei condotti dell'olio, dei tubi dell'aria compressa e dei cavi elettrici e provocando il micidiale incendio sotterraneo che, assieme all'inefficienza delle vie di fuga e ai ritardi dei soccorsi, avrebbe portato alla morte 262 minatori, di cui 136 italiani e di questi 60 erano abruzzesi. La strage avvenne esattamente 10 anni dopo il famoso accordo fra Italia e Belgio che prevedeva manodopera in cambio di carbone, di cui ricorre quindi quest'anno il 70/mo anniversario. Da quel 1946, centinaia di migliaia di lavoratori italiani erano partiti (circa 2 mila al giorno, e 65 mila nei soli primi due anni), attirati dal miraggio di una vita migliore nel nord Europa. La realta' non era cosi' rosea, e i lavoratori venivano duramente selezionati lungo il percorso (a Milano, in Svizzera) per essere accolti, una volta giunti a destinazione, in baracche gia' utilizzate per i prigionieri durante la guerra ; inoltre, i sentimenti della popolazione locale nei confronti dei nuovi arrivati venivano ben sintetizzati dai famosi cartelli "ni chiens, ni italiens" appesi fuori dai locali del distretto minerario di Charleroi. Oggi, l'annuale celebrazione cade a meno di 48 ore dopo l'ultimo attentato terroristico rivendicato dall'Isis e avvenuto a pochissima distanza dalla miniera, nel centro della citta' di Charleroi. Per celebrare il doppio anniversario, nel 2016 l'ambasciata italiana in Belgio, con l'Istituto italiano di cultura, il Bois du Cazier e altre organizzazioni hanno deciso una serie di iniziative anche culturali.

La giornata si e' aperta alle 8 e 10 con i 262 rintocchi della campana e l'appello alfabetico delle vittime, e proseguira' con la deposizione delle corone ai piedi dei monumenti dedicati ai minatori, alle vittime del lavoro, al sacrificio degli emigrati, nel vicino cimitero. Grasso aveva gia' visitato il Bois du Cazier in occasione di una precedente missione in Belgio, nel settembre 2013, e in quella occasione aveva ricordato l'importanza del rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro e dell'integrazione dei lavoratori immigrati.

"Siamo qui tutti insieme per onorare la vita dei minatori di Marcinelle e per trasmettere ai nostri figli e a chi verra' dopo di noi il senso profondo di una storia che ha segnato la vita di tre generazioni di europei. Al sacrificio di quegli uomini noi dobbiamo il riconoscimento, a tutti i lavoratori che si trovano in Unione europea, di diritti e garanzie". Lo ha detto il Presidente del Senato, Pietro Grasso, alla cerimonia commemorativa del sessantesimo anniversario della tragedia di Marcinelle. 
   "Per mantenere viva la memoria di questo luogo il Senato ospitera' in autunno una mostra dedicata a Marcinelle, rivolta soprattutto ai piu' giovani", ha aggiunto, "Marcinelle e' un luogo di dolore ma sempre di piu' anche di speranza, perche' anche da qui e' partito il processo dell'integrazione europea, che ha prodotto liberta' e diritti, assicurando la dignita' e la sicurezza del lavoro come uno dei suoi principali obiettivi". "Ripensare ai minatori italiani emigrati in Belgio "rafforza la determinazione ad accogliere con spirito di solidarieta' chi oggi e' costretto a migrare": lo ha detto oggi a Marcinelle il presidente del Senato Pietro Grasso, intervenendo alla commemorazione del tragico incidente minerario, che l'8 agosto del 1956 provoco' la morte di 262 minatori di cui 136 italiani. Riferendosi all'attuale emergenza terrorismo, rilanciata proprio a Charleroi, a poca distanza dalla miniera di Marcinelle, dall'attacco alle poliziotte di sabato scorso, Grasso ha ricordato anche il "dovere di ridurre le diseguaglianze e le marginalita' che rendono le nostre societa' piu' vulnerabili al fondamentalismo e all'illegalita'". Nella sua pagina Facebook, il presidente del Senato ricorda che, 60 anni fa, solo dopo molti giorni dall'incendio, il 23 agosto, "si spense la speranza di trovare sopravvissuti e il dolore sordo dell'ansia e della paura si trasformo' in una tristezza senza fine". "I 136 italiani inghiottiti dalle viscere di questa terra - ha ricordato ancora Grasso - venivano da Abruzzo, Friuli, Puglia, Marche, Molise e Sicilia. Il sacrificio di quei minatori e delle loro famiglie e' diventato uno dei simboli della storia dell'emigrazione italiana, che e' la storia di donne e uomini che cercavano dignita' e l'opportunita' di contribuire con il proprio sacrificio a risollevare il Paese dal secondo conflitto mondiale. Le condizioni di lavoro erano pericolose e al limite della sopportazione umana: sei giorni a settimana per piu' di otto ore al giorno, tra il nero del carbone e le esalazioni del gas. La qualita' della vita per le famiglie era misera. Oggi sono qui per onorare la vita dei minatori di Marcinelle e per trasmettere ai nostri figli e a chi verra' dopo di noi il senso profondo di una storia che ha segnato la vita di tre generazioni di europei", ha concluso Grasso.

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