Nel 2016 si conferma la tendenza lievemente espansiva in tutte le aree del Paese. Lo rileva la Banca d'Italia nel rapporto sulle "Economie regionali", da cui emerge che il Mezzogiorno ha registrato nel 2015 una crescita del Pil dell'1,1%, dopo 7 anni consecutivi di calo, lievemente superiore a quella del resto del Paese. Per l'anno in corso (gennaio-settembre), lo studio mette in luce la crescita dell'occupazione, che al Sud (+1,8%) e' in linea con quella del 2015. Da notare pero' che se nel Centro-Nord l'occupazione e' tornata ai livelli pre-crisi, il Mezzogiorno ha recuperato solo circa un terzo del calo osservato dal 2008. L'occupazione ha accelerato nel Nord Ovest (1,4%) e nel Nord Est (1,6%); l'aumento e' stato piu' debole e in leggero rallentamento al Centro (0,5%). Lo studio mostra pero' che nelle regionali meridionali il 43% della crescita di occupazione e' dovuta a contratti part-time, contro il 33% del Centro Nord. Alla performance economica particolarmente positiva del Mezzogiorno hanno contribuito - ha spiegato Paolo Sestito, capo del Servizio struttura economica di Banca d'Italia, nel corso di una conferenza stampa - l'annata molto favorevole del comparto agricolo e l'andamento positivo di commercio, pubblici esercizi e trasporti, che hanno beneficiato del buon andamento del turismo internazionale, favorito dalle turbolenze politiche nelle mete turistiche della costa meridionale del Mediterraneo. Uniche eccezioni sono state Campania e Sardegna, regioni che "rimangono piu' in sofferenza", con cali del Pil rispettivamente di -01% e -0,7%.
La ripresa e' stata invece piu' sostenuta in Abruzzo (2,6%), Sicilia (2,1%) e in particolare Basilicata (4,1%), dove ha influito la forte espansione delle esportazioni di autoveicoli. Nel 2015 il reddito disponibile e i consumi delle famiglie sono cresciuti di piu' nel Mezzogiorno che al Centro Nord; gli indicatori territoriali mostrano segnali di vitalita' per le varie componenti della domanda in tutte le aree del Paese nella prima parte del 2016; gli acquisti di nuove autovetture sono aumentati, in misura maggiore al Centro e nel Mezzogiorno. Ciononostante, i divari reddituali e di ricchezza a svantaggio del Mezzogiorno rimangono elevati; la quota di persone in poverta' assoluta e' passata nelle regioni meridionali dal 3,8% del 2007 al 10% del 2015; il divario con il Nord e il Centro si e' ampliato di circa 2 e 3 punti percentuali rispettivamente.
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