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Pubblicato il 17/03/2016 21:09

Nel 2015 sequestri per 66,8 milioni dalla Guardia di Finanza

Alla criminalità organizzata sottratti 3 milioni e 276 mila euro

I sequestri patrimoniali per reati tributari scoperti nel 2015 dai Reparti della Guardia di Finanza della regione Abruzzo ammontano a 66 milioni e 886 mila euro mentre le proposte di sequsetro hanno raggiunto la cifra di 374 milioni 947 mila euro. E' quanto emerge dal consuntivo di un anno di attivita' illustrato stamane a L'Aquila dal comandante regionale, il generale Flavio Aniello. Le verifiche su Iva ed altri tributi sono state 508, 1.073 i controlli fiscali. Ammontano a 7.341, invece, gli interventi di controllo economico del territorio (verifiche obblighi strumentali, controlli sulla circolazione delle merci e su indici di capacita' contributiva). Sono 277 i soggetti denunciati per reati tributari scoperti, di cui 8 in stato di arresto. Le verifiche e i controlli delle Fiamme Gialle hanno poi portato alla scoperta di due casi di frodi, un caso di fiscalita' internazionale. Dagli acertamnti esperiti nel corso del 2015 sono emersi 194 evasori totali e 26 paratotali. Duecenodiciassette i lavoratori in nero scoperti, 14 quelli irregolari. Centoventi, infine, i datori di lavoro che hanno utilizzato manodopera irregolare e in nero.

 Nel contrasto alla criminalita' organizzata i vari Reparti della Guardia di Finanza hanno operato, nel 2015, sequestri per 3 milioni e 276 mila euro ma le proposte avanzate sfioravano i 5 milioni. Le confische ammontano a 1 milione e 408 mila euro. I soggetti sottoposti ad accertamenti economico-patrimoniali sono stati 132. Tre le ispezioni nell'ambito di attivita' antiriciclaggio. In questo contesto, come emerge dal consuntivo di un anno di attivita' presentato stamane a L'Aquila dal comandante regionale, il generale di Brigata Flavio Aniello, le Fiamme Gialle hanno effettuato 11 controlli, denunciato 233 persone, accertate 49 violazini amministrative e una penale. Nell'ambito del contrasto all'usura sono stati eseguiti 11 controlli, denunciate 6 persone di cui 3 in stato di arresto. L'aggressione patrimoniale alla criminalita' organizzata ed alle sue proiezioni sul sistema produttivo rappresenta, unitamente alla tutela delle entrate e delle uscite, un obiettivo di primario interesse strategico per la Guardia di Finanza, unico organo di Polizia giudiziaria con competenze specialistiche in campo tributario ed in grado, quindi - ha sottolineato il generale Aniello nella sua relazione - di colpire nella loro globalita', mettendo in atto il tipico "approccio trasversale" al servizio, tutti quei fenomeni di ostacolo alla crescita ed alla realizzazione di un mercato pienamente concorrenziale. La ricerca delle ricchezze illecitamente accumulate, in grado di inquinare i circuiti legali dell'economia e di alterare le condizioni di concorrenza, anche mediante fenomeni di usura, oltre che di riciclaggio, e' stata operata mediante l'esecuzione di 9 piani operativi, con la duplice finalita' di privare le organizzazioni criminali delle proprie fonti finanziarie e recuperare alla collettivita' la ricchezza mimetizzata nella societa' civile e nell'economia legale, ottenuta con gravi delitti. Gli strumenti piu' efficaci, in casi della specie, si sono rivelati, unitamente alle investigazioni di polizia giudiziaria, le indagini economiche, patrimoniali e finanziarie, attraverso le quali e' stato possibile colpire la delinquenza nel cuore dei propri interessi economici, patrimoniali ed imprenditoriali, procedendo al sequestro di disponibilita' riconducibili, oltre che ai vari soggetti responsabili di reiterati delitti di natura economico-finanziaria, anche ai loro prestanome, meglio noti come "teste di legno"

"Le linee d'azione dei Reparti della Guardia di Finanza abruzzesi - ha spiegato il generale Aniello - sono state incentrate principalmente sull'incremento della qualita' dei controlli e sull'accurata selezione dei soggetti da sottoporre a controllo, in modo da limitare quanto piu' possibile, da un lato l'impatto ispettivo sulle attivita' economiche e migliorarne, dall'altro, l'efficacia, indirizzando le attenzioni su quei soggetti con piu' elevati profili di evasione, causa di alterazione delle regole del mercato e di ingente danno per i cittadini e gli imprenditori onesti. L'obiettivo e' stato perseguito attraverso l'esecuzione di 18 piani operativi, sviluppati in conformita' alle linee guida fissate dall'Autorita' di vertice ed applicate su territorio regionale, caratterizzati dall'azione trasversale tipica del Corpo, unico organo di polizia giudiziaria del Paese con competenze specialistiche in campo tributario, ed in ragione di cio', capace di orientare le proprie strategie investigative a 360 gradi, cosi' potendo intercettare le diverse implicazioni illecite sottese ad una medesima condotta. L'azione cosi' svolta, orientata al contrasto delle frodi fiscali e dei fenomeni evasivi piu' aggressivi e finalizzata principalmente al ripristino delle necessarie condizioni di giustizia e solidarieta' tra Stato e cittadini - ha evidenziato il comandante - ha consentito il recupero di risorse molto importanti per lo sviluppo del Paese e la ripresa del processo di crescita economica. Ingenti sono stati, inoltre, i beni mobili ed immobili sequestrati agli indagati per reati tributari, ai fini della successiva confisca obbligatoria dei valori corrispondenti alle imposte evase, con lo scopo precipuo di assicurare un effettivo ristoro alle casse erariali, restituendo alla collettivita' quanto illecitamente sottratto. Particolare attenzione e' stata posta, altresi', nel contrasto allo sfruttamento della manodopera irregolare o, come meglio nota, in 'nero', fenomeno oltremodo insidioso in ragione della connessione, il piu' delle volte, con altre forme di illegalita' quali lo sfruttamento dell'immigrazione clandestina e le frodi in danno dell'Inps, e dei danni che arreca alle aziende oneste che si trovano a dover competere con imprese 'infedeli', le quali, forti di manodopera in nero, riescono ad offrire al mercato servizi e prodotti a prezzi altamente concorrenziali, in spregio anche dei lavoratori stessi che si trovano ad essere sfruttati, senza certezze sulla stabilita' del rapporto d'impiego e senza alcuna tutela dei propri elementari diritti, altrimenti garantiti, quali ad esempio il diritto alla salute ed alla sicurezza sui luoghi di lavoro"

La Guardia di Finanza ha accertato che nel corso del 2015 i contributi per la ricostruzione post sisma illecitamente richiesti e/o percepiti ammontano ad oltre 46 milioni e mezzo di euro. E' uno dei dati emerso stamane durante la presentazione del consuntivo di un anno di attivita' in Abruzzo delle Fiamme Gialle. Ad illustrare la relazione, il comandante regionale Abruzzo, il generale di Brigata Flavio Aniello. In Abruzzo, infatti, particolare attenzione e' stata rivolta dalla Guardia di Finanza alla prevenzione e repressione di condotte illecite legate alla ricostruzione, sia pubblica che privata, a seguito del tristemente noto evento sismico dell'aprile del 2009, tale da indurre il generale Aniello a proporre al superiore Comando Generale del Corpo un piano operativo esclusivo per tali fenomeni, la cui completa attuazione ha consentito di conseguire rilevanti risultati in tema, per lo piu', di indebite richieste e/o percezioni di contributi nazionali e comunitari, turbative ed illeceita' nel campo degli appalti pubblici. L'attivita' svolta in questo campo ha visto, sempre nel corso del 2015, 11 indagini di polizia giudiziaria, 1.866 accertamenti in collaborazione con le altre Forze di polizia, 4 accessi presso i cantieri di lavoro impegnati nel recupero e nella realizzazione di opere pubbliche. Le ispezioni presso i cantieri di lavoro impegnati nel recupero di immobili privati sono state 62. Inoltre sono tati controllati appalti per un cifra superiore ai 46 milioni di euro, accertato un danno erariale pari a 8 milioni e 100 mila euro mentre i valori sequestrati ammontano a 5 milioni 677 mila euro. Infine, i soggetti segnalati all'autorita' giudiziaria sono stati 49

Nel contrasto alla produzione e distribuzione di prodotti contraffatti e/o pericolosi, i reparti abruzzesi della Guardia di Finanza hanno effettuato nel 2015 115 controlli denunciando 102 persone. Il numro dei prodotti sequestrati ammonta a 4.305.806. Di questi 182.681 per contraffazione; 994.299 per violazione della normativa di sicurezza sui prodotti; 3.125.553 per violazione della normativa del made in Italy; 3.273 per violazione normativa dei diritti d'autore

I Reparti abruzzesi della Guardia di Finanza hanno accertato nel 2015 frodi nella richiesta/percezione di risorse a carico del bilancio dell'Unione europea e di quello nazionale per un totale complessivo che si aggira attorno ai 24 milioni e mezzo di euro. E' quanto emerso stamane nel corso della conferenza stampa del comandante regionale, il generale di Brigata Flavio Aniello, che ha illustrato il consuntivo di un anno di attivita'. In particolare, sulla richiesta di fondi all'Ue sono stati effettuati 315 controlli che hanno portato alla denuncia di 62 soggetti. La cifra dei contributi indebitamente percepiti/richiesti e' di 3.421.345 euro su un totale di contributi analizzati pari a 11 milioni 717 mila euro. Per gli incentivi nazionali i contributi indebitamente percepiti/richiesti risultano essere pari a 20 milioni e 399 mila euro. I contributi analizzati nel totale ammontano a 23 milioni e 399 mila euro. In questo contesto la finanza ha eseguito 74 controlli denunciando 81 persone. L'attivita' investigativa ha portato anche al sequestro di quasi 3 milioni e mezzo di euro. Per quanto riguarda gli appalti pubblici sono stati effettuati 14 controlli, 33 le denunce. Attivita' investigativa delle Fiamme Gialle anche sulla spesa previdenziale con 47 controlli, 32 denunce e una frode accertata per 36.685 euro. Finanzieri in campo anche per contrastare i reati contro la pubblica amministrazione: controlli eseguiti 41, soggetti denunciati 120, di cui in stato d'arresto 4. Per quanto riguarda la responsabilita' amministrativa per danni erariali i controlli sono stati 99, 208 i soggetti segnalati. Il presunto danno erariale e' di oltre 19 milioni di euro. Indagini, inoltre, sulle prestazioni sociali agevolate con 211 controlli di cui 104 irregolari (49%). Trentasette i soggetti verbalizzati con una frode accertata di 27.818 euro.

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