gestionale telefonia Gestionale Telefonia
HOME » PRIMO PIANO » NUOVA PESCARA, ORRù: IL CRONOPROGRAMMA E' MOLTO DETTAGLIATO
Pubblicato il 12/02/2016 20:08

Nuova Pescara, Orrù: il cronoprogramma e' molto dettagliato

Sulla fusione dei Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore interviene il prof. Romano Orru', docente ordinario di Diritto Costituzionale e coordinatore del gruppo di lavoro sulla Nuova Pescara per conto della Presidenza della Regione Abruzzo. In avvio - scrive in una nota - sembra quanto mai opportuno fissare due punti fondamentali, che devono essere tenuti presenti costantemente in relazione a tutto il dibattito su tempi e modi della fusione. In primo luogo, il caso dell'istituzione del Comune di Nuova Pescara e' un unicum a livello nazionale. In secondo luogo, detta istituzione avviene necessariamente in esito a un processo che, tanto realisticamente quanto responsabilmente, non si puo' immaginare possa essere portato a realizzazione in un batter di ciglio e/o per effetto di un semplice tratto di penna. La gradualita' deve essere, per tanto, uno dei principali tratti distintivi di un razionale processo di fusione. Gradualita' che comunque non puo' tralasciare di segnare risultati positivi immediati in relazione all'esercizio congiunto di funzioni e di erogazione condivisa dei servizi da parte dei tre Comuni coinvolti".

Il professore spiega che "non risponde al vero affermare che siamo di fronte ad un'elusione del risultato del referendum. Si tratta invece di una fusione (necessariamente) differita, che le norme e la giurisprudenza consentono, e che trova conferma nelle esperienze di altre realtà. A ben considerare, il lasso di tempo effettivo per la realizzazione delle attivita' strumentali alla fusione, nell'ipotesi massima della prima proposta, e' di poco superiore ai due anni: dal momento dell'approvazione consiliare e dell'entrata in vigore della legge regionale (prevedibilmente, e auspicabilmente, nella primavera-estate 2016) alla fine del 2018"

"Il cronoprogramma e' molto dettagliato, cosi' come chiare sono le responsabilita' per l'attuazione dello stesso. L'Unione dei comuni, non a caso, nella proposta di legge e' a carattere temporaneo e inquadrata come 'strumentale al completamento del processo di fusione'. Ancora con riguardo a tale ipotesi, e' bene sottolineare che la decisione della sospensione e del rinvio non e' affidata alla discrezionalita' della politica, ma deve avere il suo presupposto nella relazione conclusiva di fattibilita' di un Osservatorio che e' un organismo tecnico e non politico. Solo se tale relazione conclusiva di fattibilita' di questo Osservatorio tecnico e' negativa o parzialmente negativa il Consiglio regionale (e non i Comuni, si badi bene) puo' decidere la sospensione (temporanea e sempre a condizione che si costituisca l'Unione dei comuni)".

 "Naturalmente, il Consiglio regionale e' sovrano e, qualora dovesse scegliere la prima proposta, il 1° gennaio 2019 noi avremo la nuova citta' e gli elettori dei tre comuni nel 2019 eleggeranno il sindaco e il consiglio comunale della Nuova Pescara". Il professore spiega qundi che "la procedura di fusione risulta particolarmente complessa a causa di un insieme di vincoli normativi (in primis della legislazione nazionale), organizzativi e materiali. Tra l'altro, il nuovo ente (il Comune di Nuova Pescara) per poter funzionare e rispondere in maniera soddisfacente alle aspettative ha bisogno delle risorse umane e normative adeguate: dato che al momento dell'istituzione si ha contestualmente l'estinzione dei preesistenti Comuni, per un verso, il personale amministrativo dovra' essere per tempo riorganizzato in modo da poter lavorare efficacemente in una struttura unica e, per altro verso, il nuovo Comune per funzionare non potra' far a meno di avere a disposizione quantomeno un nuovo Statuto e un nuovo regolamento per il funzionamento del Consiglio. Solo a titolo esemplificativo, bisognera' provvedere per tempo ad adottare misure in ordine a organizzazione del personale, degli uffici e dei servizi; ad un'eventuale centrale unica di committenza e gestione dei contratti (con particolare riguardo alla questione della successione nei contratti in essere e al divieto di sottoscrivere nuovi contratti da parte di una singola amministrazione); alla standardizzazione e/o unificazione di reti e sistemi informatici; all'unificazione di servizi demografici, polizia locale, servizi scolastici, riscossione tributi, rifiuti, servizi e politiche sociali, ambiente ed energia, pianificazione territoriale ed urbanistica, patrimonio, edilizia, mobilita'; e, last but not least, all'armonizzazione dei bilanci (con l'obiettivo, tra l'altro, di pervenire ad un bilancio consolidato entro il 2018)"

 "Un procedimento di tale ampiezza e complessita' non si puo' immaginare possa essere portato a efficace compimento a prescindere dalla collaborazione degli enti comunali coinvolti (rispetto a questi, bisogna rammentare, la legislazione regionale incontra dei limiti di competenza a vantaggio della norma nazionale). Sgombro il campo anche da un altro equivoco - prosegue Orru' -. Il Programma per la fusione e' l'unico atto che e' sottoposto all'approvazione vincolante dei tre consigli comunali, oltre allo Statuto, perche' contiene una forte cessione di competenze in alcuni settori strategici di intervento, dall'urbanistica alla mobilita', dalla promozione turistica alle grandi infrastrutture. In sostanza, gia' entro 90 giorni dall'approvazione della legge in Consiglio regionale avremo per la prima volta all'interno del sistema urbano pescarese un robusto sistema di cooperazione. Nessuno dei tre comuni potra' piu' decidere da solo sul traffico o sul piano regolatore, dovranno farlo insieme. E questo indipendentemente dai tempi della fusione. Un fatto straordinario, che costituisce il primo passo di quell'area metropolitana di cui da tanto si parla. Quindi non e' vero che i Consigli comunali possono bloccare la fusione, non votando il Programma, che peraltro e' elaborato dai tre sindaci insieme con il Presidente della Regione. Se lo si riterra', tuttavia, questo aspetto puo' essere migliorato ulteriormente dal Consiglio regionale stabilendo che se entro un tempo massimo il Programma di fusione non viene modificato e ratificato dai tre consigli comunali, lo si intende approvato come proposto dal Comitato per la fusione. Nel frattempo, entro 13 mesi dall'approvazione della legge l'Assemblea congiunta dei tre consigli comunali (Assemblea costitutiva) approvera' lo Statuto provvisorio del nuovo Comune che conterra' l'istituzione dei Municipi e potra' anche stabilire un'altra denominazione, diversa da quella indicata dal quesito referendario. Il primo gennaio 2019 - conclude il doente di Diritto Costituzionale - avremo l'istituzione della Nuova Pescara o come si chiamera' la citta' secondo la decisione dei consigli comunali. A quel punto subentrera' il Commissario prefettizio che accompagnera' il Comune di nuova istituzione alle elezioni.

© Riproduzione riservata

Condividi:



Utenti connessi: 1