"Ogni prescrizione rappresenta un fallimento dello Stato. Ma mai manchero' di ripetere che il problema non si puo' risolvere esclusivamente allungandone i termini". Lo ha scritto il ministro per gli Affari regionali e le autonomia, Enrico Costa, nella lettera inviata al presidente dell'Unione delle Camere Penali Italiane, Beniamino Migliucci per l'inaugurazione dell'anno giudiziario dei penalisti italiani a Verona. "La prescrizione - ha spiegato Costa - e' come un faro, un punto di riferimento, un campanello d'allarme per il giudice. Allontanare nel tempo questa scadenza puo' avere l'effetto quasi automatico di allungare i tempi dei processi". "Per evitare cio' - ha aggiunto - e' necessario che ogni modifica normativa sia inserita in un quadro organico, cosi' da rispondere a esigenze diverse: la ragionevole durata dei processi, la presunzione d'innocenza, il diritto di difendersi provando". Il ministro ha poi continuato sottolineando che "questione vada affrontata anche e inevitabilmente sul piano organizzativo. Ancora una volta sono i numeri a dimostrarlo e ad imporci una riflessione. Basta infatti osservare i dati sulla prescrizione per Circondario per renderci conto di una giustizia "a macchia di leopardo", con tribunali che, in presenza di condizioni sostanzialmente equivalenti, in termini di bacino d'utenza e piante organiche, operano e procedono a velocita' diverse".
Nella sua lettera il ministro Costa ha poi ricordato che nel 2014 le prescrizioni sono state 132.296, novemila in piu' rispetto all'anno precedente, ma anche evidenziato "l'assunto, scorretto, che l'incremento sia determinato da tecniche dilatorie dei difensori - ha osservato - Anche nel 2014, infatti, la gran parte delle prescrizioni penali e' sopraggiunta durante la fase delle indagini preliminari". "A livello nazionale - ha spiegato - la percentuale delle prescrizioni e l'8,6% del totale dei procedimenti definiti, ma analizzando il dato tribunale per tribunale, emergono "performance" in positivo e in negativo molto diverse tra loro, frutto - e' evidente - di scelte organizzative non coincidenti". E Costa ha elencato le statistiche: "nel 2014 e' Torino a contare la percentuale maggiore di procedimenti prescritti (34,3%) in rapporto ai definiti. Seguono Parma (31,9%), Spoleto (25,1%), Venezia (23,7%), Brescia (23,1%) e Nocera Inferiore (22,7%). A Milano l'incidenza delle prescrizioni e' dell'11,1%, a Napoli dell'8,8%, a Palermo del 6,3%, a Roma del 4%, esattamente come a Firenze. Percentuali piu' basse si registrano, ad esempio, a Lecce (3,1%), Monza (2,5%), Teramo (1,8%), Cuneo (1,6%), Bolzano (0,4%). Identico discorso vale per le Corti d'Appello"
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