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Pubblicato il 30/10/2015 08:08

Rapporto Ispra, nel 2014 la differenziata al 45,2%

Nel 2014, il costo medio annuo pro capite di gestione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani risulta di 165,09 euro/abitante per anno, di cui 60,41 euro per la gestione dei rifiuti indifferenziati, 44,79 euro per la gestione delle raccolte differenziate, 22,39 euro per lo spazzamento stradale. Lo dice il rapporto Ispra presentato oggi al ministero dell'Ambiente. L'Ispra da anni analizza i dati economici relativi ai costi di gestione dei servizi di igiene urbana. E risulta che nel 2014, anche in virtu' della legislazione vigente, che prevede che i costi dei servizi di igiene urbana siano interamente coperti dai cittadini, la percentuale di copertura dei costi ha raggiunto il 99,5%. Si pensi che solo nel 2001 era dell'83,5%. Al raggiungimento di tale percentuale di copertura ha contribuito la diminuzione dell'evasione della tassa sui rifiuti soprattutto nelle regioni del sud Italia. Le medie dei costi sono differenti da regione a regione. A livello di macroarea geografica risultano di 148,28 euro al Nord, 208,94 euro al Centro e 165,21 euro al Sud. Il costo unitario nazionale medio per kg di rifiuto risulta, invece, di 0,23 euro/kg per la gestione dei rifiuti indifferenziati e di 0,19 euro/kg per la gestione delle raccolte differenziate.

A livello di area geografica, il costo per kg di gestione dei rifiuti indifferenziati e' di 0,22 euro al Nord e al Centro e di 0,25 euro al Sud, mentre il costo di gestione dei rifiuti differenziati e' di 0,15 euro al Nord, 0,22 euro al Centro e 0,26 euro al Sud. Se a tali costi si aggiungono i costi generali del servizio, il costo medio di gestione di 1 kg di rifiuto risulta di 0,33 euro/kg (0,30 euro al Nord, 0,37 euro al Centro e al Sud). Il rapporto Ispra rileva che estrapolando i dati dei costi unitari per abitante, si puo' stimare per il 2014 un costo complessivo nazionale di gestione dei servizi di igiene urbana di 10 miliardi di euro, di cui 3,8 miliardi per la gestione dei rifiuti indifferenziati, 2,7 miliardi per le raccolte differenziate e 1,4 miliardi per lo spazzamento stradale.

Pur con 6 anni di ritardo, l'Italia ha raggiunto nel 2014 l'obiettivo del 45,2% di raccolta differenziata (13,4 milioni di tonnellate), segnando un aumento del 3% rispetto al 2013. E circa il 14% in meno di rifiuti urbani smaltiti in discarica. E' confermato il primato del Nord, ma i dati mostrano una riduzione del divario fra le tre macroaree del Paese: infatti, rispetto ai dati del 2013, la crescita maggiore si rileva per le regioni del Centro Italia con un aumento percentuale, tra il 2013 e il 2014, pari all'11,7% (+283mila tonnellate); al Sud la crescita e' del 7,5% (+203mila tonnellate) mentre al Nord del 5,6% (+412mila tonnellate). Lo dice il rapporto Ispra sui rifiuti urbani e la nuova piattaforma su produzione e differenziata Comune per Comune aggiornata al 2014 presentati oggi al ministero dell'Ambiente. 

La produzione dei rifiuti urbani cresce, nel 2014, di un +0,3% rispetto al 2013, parallelamente all'aumento dei consumi delle famiglie e dopo un triennio in cui si era osservata una riduzione complessiva di circa 2,9 milioni di tonnellate (-8,9%). Cresce di piu' al Nord (+1,4% pari a +188mila tonnellate), mentre scende al Centro (-0,3%) e al Sud (-0,9%). La crescita maggiore nel dato di produzione si osserva per le Marche (+4,2%) e per il Piemonte (+2,3%), seguite, con un +1,8%, da Emilia Romagna e, con un aumento tra l'1% e l'1,5%, da Umbria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Lombardia. Le regioni che fanno rilevare la maggior contrazione sono la Basilicata (-3,1%), il Lazio (-2,5%), il Molise e la Calabria (-2,4% per entrambe). Ben 14 province, nel 2014, presentano livelli di raccolta al di sopra del target del 65%. Undici sono localizzate nel Nord Italia (5 in Veneto, 2 in Piemonte, 1 in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Emilia Romagna) 1 nel Centro (Marche) e 2 nel Sud (Campania e Sardegna). I livelli piu' elevati di raccolta differenziata si rilevano per la provincia di Treviso, che nel 2014 supera l'80% (81,9%), e per quella di Pordenone, con il 76,8%. Al di sopra del 70% si collocano anche Mantova (la cui percentuale passa dal 69,7% del 2013 al 76,5% del 2014), Belluno (72,8%) e Trento (71,3%). I piu' bassi livelli di raccolta differenziata, inferiori al 10%, si osservano, invece, per le province siciliane di Enna (6,1%), Palermo, Siracusa (entrambe al 7,8%) e Messina (8,4%)

Nel rapporto l'Ispra rileva che parallelamente alla raccolta differenziata aumenta la percentuale di rifiuti riciclati. Si ricorda che la direttiva 2008/98/CE prevede un target del 50% da conseguire entro il 2020. Per il monitoraggio di detto indicatore, ogni Stato membro deve scegliere una delle quattro metodologie individuate dalla Commissione europea con la decisione 2011/753/UE. L'Italia ha scelto di adottare la seconda metodologia che calcola la percentuale di riciclaggio di rifiuti urbani costituiti da carta, metalli, plastica e vetro e altri singoli flussi di rifiuti domestici e simili, estendendone l'applicazione anche al legno e alla frazione organica. E nel 2014, seguendo questa metodologia, la percentuale di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio risulta pari a 45,2% con un aumento di 3,4 punti percentuali rispetto al 2013. 
   L'analisi dei dati sulla gestione dei rifiuti evidenzia che lo smaltimento in discarica interessa ancora il 31% dei rifiuti urbani prodotti, tuttavia, il riciclaggio delle diverse frazioni provenienti dalla raccolta differenziata o dagli impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani raggiunge, nel suo insieme, il 42% della produzione: piu' del 16% e' costituito dal recupero di materia della frazione organica da RD (umido+verde) e oltre il 25% dal recupero delle altre frazioni merceologiche. Il 17% dei rifiuti urbani prodotti e' incenerito, mentre circa il 2% viene inviato ad impianti produttivi, quali i cementifici, per essere utilizzato come combustibile per produrre energia; l'1% viene utilizzato, dopo adeguato trattamento, per la ricopertura delle discariche, il 2%, costituito da rifiuti derivanti dagli impianti TMB, viene inviato a ulteriori trattamenti quali la raffinazione per la produzione di CSS o la biostabilizzazione, e l'1% e' esportato (321mila tonnellate). Il 56,6% dei rifiuti esportati (182mila tonnellate) viene avviato a recupero di energia, il 41,6% e' recuperato sotto forma di materia (134mila tonnellate) e solo l'1,9% (6mila tonnellate) e' sottoposto ad operazioni di smaltimento. La percentuale di rifiuti sottoposti a trattamento prima dello smaltimento in discarica passa dal 58% del 2013 a circa il 70% del 2014; nel caso dell'incenerimento, circa il 50% dei rifiuti trattati nel 2014 e' costituito da Combustibile Solido Secondario (CSS) o frazione secca.

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