"Nessun ideale scritto nella nostra Costituzione viene toccato o intaccato, gli ideali non si toccano, si tocca la macchina, si tocca il funzionamento dell'organizzazione dello Stato, perche' dopo 70 anni credo che un pit-stop faccia bene". Cosi' il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a Teramo per partecipare al convegno "La Riforma Costituzionale e il Senato delle Regioni", organizzato dal Gruppo del Nuovo Centrodestra. Parlando del referendum Alfano ha detto: "E' un treno che ha come destinazione il cambiamento e noi lo vogliamo prendere perche' e' l'ultimo. E' una grande bugia che subito dopo l'eventuale fallimento di questa riforma se ne fa un'altra. L'ultimo tentativo fu fatto dieci anni fa con la devolution del centrodestra, di Berlusconi, stavolta ne passeranno altri venti o trenta. E' una chance da non sprecare per chi vuole diminuire i posti dei politici, i costi nelle istituzioni, rendere il procedimento legislativo piu' veloce". "Per fare un regalo all'Italia, la stabilita' del Paese, ci siamo dovuti accollare la formazione di un partito con zero giornali alle spalle, zero televisioni, zero euro di finanziamento pubblico, solo con le nostre forze. Volevamo che il nostro Paese riprendesse il cammino della crescita. Ora il lavoro del Parlamento e' finito, tocca al popolo giudicare e per noi e' una soddisfazione straordinaria", ha detto ancora il leader di Ncd.
"Questa Riforma per noi e' molto importante anche per una sorta di piccola autobiografia collettiva. Alcuni di noi tre anni fa hanno rotto un rapporto, con Berlusconi, con Forza Italia, per due questioni: eravamo in piena recessione economica e si voleva far cadere il governo Letta, si erano avviate queste riforme e si sarebbero stroncate insieme alla prospettiva di crescita economica. Allora abbiamo detto: preferiamo l'Italia, non possiamo far cadere tutto, abbiamo il dovere di fare qualcosa che se non facessimo sarebbe omissione di soccorso. C'era il segno meno prima della percentuale del Pil, era avviata la commissione per produrre queste riforme e avremmo bloccato tutto. Per noi oggi e' il compimento della nostra azione, della nostra battaglia anche di quel gesto di coraggio. Quello che noi abbiamo fatto e' una proposta - ha aggiunto - Se il popolo dira' Si' entrera' in vigore, altrimenti No, resta tutto come ora".
"Il problema di tantissimi del fronte del No e' che non sono contrari alla proposta, sono contrari al proponente. Non e' che non gli piace la riforma, non gli piace Renzi", ha spiegato ancora Alfano. "Nella sostanza, il referendum serve a confermare una proposta di legge di riforma costituzionale del Parlamento o a bocciarla, e' un referendum confermativo della proposta, molti invece l'hanno trasformato in referendum abrogativo di Renzi". "Non e' che se vince il No succede un cataclisma - ha proseguito Alfano - Chi si vuole tenere le cose come sono ora e' liberissimo di votare no. Questa e' la prima bugia che dicono i sostenitori del No, come se dall'altra parte ci fosse una riforma piu' bella: c'e' solo il mantenimento della situazione com'è"
Alfano ha poi parlato della legge di stabilità: "Il nostro e' un giudizio molto positivo su questa manovra. Si investe sulle forze dell'ordine, si incentiva ancora di piu' la famiglia, si diminuiscono le tasse, si rottamano interessi e more nelle cartelle esattoriali, si chiude Equitalia. So che e' forte dirlo, ma probabilmente non potevamo chiedere nulla di piu' di quello che abbiamo chiesto e ottenuto".
Il bicameralismo perfetto andava bene 60 anni fa. Sono 30 anni che cerchiamo un cambiamento che si adatti alle nuove esigenze. Tempo sufficiente per una presa d'atto e per guadagnare in velocita' decisionale". A parlare e' il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, a Teramo per partecipare al convegno "La Riforma Costituzionale e il Senato delle Regioni", organizzato da Ncd, al quale e' intervenuto il ministro Alfano. "Questa riforma fa in modo che non ci sia piu' quel safari conflittuale rispetto alle competenze di ciascuno - ha detto D'Alfonso - riorganizzando le competenze e facendo chiarezza". "Io non faccio parte di quel gruppo di eletti che ritiene che l'autosufficienza sia un valore - ha concluso D'Alfonso - Credo porti all'impazzimento. L'Italia ha avuto i suoi risultati migliori tra il '52 e il '68, quando c'era una cultura della coalizione. Dico al Nuovo Centrodestra: voi siete un pezzo importante della cultura italiana ed europea".
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