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Pubblicato il 08/02/2014 22:10

Ricorsi al Tar in Abruzzo oltre qualsiasi media nazionale

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Il duro atto di accusa e' arrivato nell'ambito della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario 2014 del Tribunale amministrativo regionale abruzzese da parte del presidente facente funzioni Paolo Passoni

Nel 2013 in Abruzzo si e' "spinto oltre qualsiasi media nazionale" il ricorso ai giudici amministrativi del Tar "per vicende legate all'inerzia delle amministrazioni", con l'effetto collaterale di "nomine seriali di commissari ad acta". Il duro atto di accusa e' arrivato nell'ambito della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario 2014 del Tribunale amministrativo regionale abruzzese da parte del presidente facente funzioni Paolo Passoni. Contestata, in particolare, l'inerzia delle istituzioni "chiamate a provvedere su istanza del privato (giudizi sul silenzio-rifiuto), oppure per cause legate alla mancata esecuzione di decisioni giurisdizionali (giudizi di ottemperanza)". Ancora, per il magistrato "la frequente inerzia della pubblica amministrazione, pur dopo le sentenze di accoglimento con cui si ordina di provvedere, determina la necessita' di ricorrere all'attivita' sostitutiva mediante nomine 'seriali' di commissari ad acta, con ulteriori difficolta' connesse, in primo luogo, al reperimento di tali commissari". Come se non bastasse, per il presidente Passoni "non trascurabili si presentano poi le fasi di reclamo, opposizione o impugnazione delle parti avverso le concludenze deliberate dal commissario, fasi che finiscono per generare un ulteriore contenzioso nel contenzioso, con ulteriore aggravio per l'impegno del tribunale. Senza oltre considerare l'esborso erariale per la dovuta remunerazione dell'attivita' dei commissari". Quanto ai dati, i ricorsi depositati nel 2013 sono stati 958 contro gli 815 del 2012. Di questi, 214 in materia di autorizzazioni e concessioni e 184 per edilizia e urbanistica, 98 nell'ambito del pubblico impiego e 73 relativamente al servizio sanitario. I ricorsi pendenti si sono abbassati a 2.076, 121 in meno rispetto all'anno precedente. I provvedimenti adottati sono stati in totale 1.689: di questi, 681 in fase cautelare tra decreti e ordinanze e 1.008 nel merito tra sentenze e decreti. Passoni, che ha parlato in alcuni passaggi di "composizione giudicante sottodimensionata rispetto al necessario" e di "esiguo pool di magistrati", ha annunciato l'ingresso di due nuovi magistrati, Paola Anna Gemma Di Cesare e Lucia Gizzi.

"I soggetti pubblici sono tutti obbligati ad agire, ognuno nel proprio settore di competenza, nell'assoluto rispetto delle regole, anche etiche, e nell'esclusivo interesse pubblico di risoluzione dei problemi dei cittadini". Lo ha detto il presidente del Tribunale amministrativo regionale dell'Abruzzo, Saverio Corasaniti, nel suo intervento nell'ambito della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario 2014, con un possibile riferimento alle inchieste giudiziarie che stanno coinvolgendo le istituzioni pubbliche. In servizio in Abruzzo dal 6 settembre 2012, a partire da quest'anno Corasaniti andra' in pensione e sara' sostituito, per il momento, dal presidente facente funzioni Paolo Passoni. Il magistrato ha lanciato l'allarme spiegando che "monta sempre piu', soprattutto in questa regione, il pericolo di un diffuso malessere sociale". Quanto al rispetto delle regole da parte degli enti, per Corasaniti, "questo imperativo deve essere sempre attuale e mai dimenticato per poter vivere in un'autentica democrazia". Un accenno anche alla ricostruzione dell'Aquila, "citta' meravigliosa ma ancor oggi smarrita per il dissesto del post-terremoto e mortificata per i ritardi e l'incertezza del futuro". Sull'anno giudiziario trascorso, ha spiegato che "non e' stato un anno facile. L'aumento di delicate controversie, soprattutto nel campo sanitario e degli appalti - ha ricordato - il numero molto elevato di domande cautelari, con le connesse problematicita' e criticita' relative alla individuazione e alla nomina di commissari ad acta, il susseguirsi di disposizioni derivanti da centri di produzione normativa diversi non sempre coordinati tra loro e, quindi, la crescente frammentarieta' dell'ordinamento giuridico hanno reso sempre piu' difficile anche il compito del giudicante"

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