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Pubblicato il 02/01/2016 09:09

Rincarano i pedaggi autostradali in Abruzzo

i pedaggi sulle autostrade abruzzesi A/24 e A/25, su autorizzazione del governo nazionale e la Regione interverra' per "limitare la portata drammatica per migliaia di abruzzesi": e' quanto emerso dai lavori dalla sessione di bilancio del consiglio regionale di ieri quando in aula il centrodestra ha aperto il dibattito su una questione che riguarda migliaia di abruzzesi . Il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, ha chiarito che l'aumento e' del 3,80 per cento. Il governatore ha assicurato la convocazione di una riunione della conferenza dei capigruppo annunciando anche la richiesta di un incontro con l'amministratore delegato dalla Toto Spa, concessionaria delle autostrade. "Smettetela di pensare a cose inutili e occupatevi degli abruzzesi, questo e' un salasso vero - ha tuonato sospiri rivolgendosi in aula ai consiglieri di maggioranza e al governatore. L'ex presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, ora consigliere di Forza Italia ha ricordato che anche D'Alfonso ha riconosciuto il fatto che per un anno il precedente governo di centrodestra e' riuscito ad evitare l'aumento dei pedaggi. L'ex governatore ha ricordato anche di aver scritto una lettera al ministero competente per chiedere la realizzazione di un ulteriore percorso autostradale per mettere in sicurezza in cambio di un aumento dei termini della concessione che eviti gli aumenti dei pedaggi. "Anche su questo siamo disposti a dare una mano". 

"Siamo consapevoli del momento di crisi, delle difficolta' per i pendolari e del fatto che molti sono costretti a servirsi dell'autostrada per andare al lavoro invece di servirsi del treno o del bus", ha precisato Cesare Ramadori, Ad di Strada dei Parchi che ha aggiunto "il 57% delle nostre tariffe vanno alla parte pubblica. Col restante 43% noi manteniamo in funzione ed adeguiamo l'autostrada. Dal 2003 al 2015 investiti 699 milioni per nuovi lavori, adeguamenti sismici delle strutture ed investimenti programmati. Le nostre tariffe sono le piu' basse tra quelle applicate dalle autostrade montane, sono quasi il 20 per cento sotto la media". Quindi, Ramadori aggiunge: "Innanzitutto e' stato il bando di gara a stabilire i criteri per la determinazione delle tariffe, in base a un mix di parametri che si basano sull'incremento del tasso di inflazione, il totale degli investimenti effettuati, gli ammortamenti e i costi di gestione. Investimenti che negli ultimi anni hanno dovuto fare i conti con le modifiche normative in materia antisismica e di sicurezza. Nell'aumento del pedaggio c'e' tutto questo. E, teniamo a precisarlo, non e' un aumento che finisce nelle tasche di Strada dei Parchi. Il concessionario versa il canone di concessione che e' pari al 2,4 per cento; l'integrazione del canone Anas del 6%; il corrispettivo di concessione del 28%; l'ex fondo centrale di garanzia del 2% e l'Iva che e' pari al 22%. Quindi, Strada dei Parchi su un euro di pedaggio incassa 43 centesimi. E con quei 43 centesimi garantisce manutenzione e sicurezza. Strada dei Parchi e' l'unica concessionaria che corrisponde un prezzo di concessione all'Anas, pari a 55,9 mil annui, oltre ai normali canoni. Nel periodo 2003/2015, il Concessionario ha corrisposto all'Anas 670 mil, che certamente non sono finiti nella manutenzione delle strade abruzzesi, a differenza dei 699 mil di investimenti effettuati da Strada dei Parchi nel medesimo periodo di riferimento; l'importo di 699 mil e' comprensivo dei contributi ricevuti per le Complanari di Roma (170 mil)".

"Su 27 concessionarie autostradali italiane solo 7 rincarano nel 2016 i pedaggi autostradali. Tra di esse l'Autostrada dei Parchi che collega l'Abruzzo con Roma nel tronco L'Aquila-Teramo e in quello Avezzano-Chieti-Pescara. Quest'anno il rincaro è il secondo piu' caro tra le 7 che aumentano i pedaggi. Siamo ben oltre l'inflazione. E cosi' succede da anni, con la complicita' colpevole di chi ha congegnato questo meccanismo ingiusto. Si tratta dell'ennesima penalizzazione per gli automobilisti in generale e in particolare per quelli abruzzesi e laziali che utilizzano l'autostrada per lavorare. Il costo a carico delle imprese sara' naturalmente scaricato sui cittadini". Lo denuncia Sinistra Italiana con il deputato Gianni Melilla. "L'aumento e' ancora piu' ingiusto - prosegue l'esponente di sinistra - se si considera lo stato dell'autostrada dei Parchi, ormai vecchia e insicura". 

«L'ennesimo aumento record del pedaggio delle tariffe autostradali di inizio anno. L'ennesima stangata è servita a danno degli utenti delle autostrade da e per Roma, ma adesso la Regione deve intervenire perché c'è il rischio che l'intero sistema economico regionale perda competitività». Così il presidente della Fita-Cna Abruzzo, Gianluca Carota, bolla il rincaro del 3,45% che, a partire da oggi, dovranno pagare automobilisti e camionisti che percorrono le autostrade A24 e A25 gestite dalla Strada dei Parchi SpA che collega L'Abruzzo con Roma. «Si tratta dell'aumento più alto autorizzato dal governo, dopo quello concesso alla Torino-Milano, ed è ormai diventato l'appuntamento fisso di ogni Capodanno, da più anni a questa parte. E per una tratta autostradale che non noi, ma tantissime testate giornalistiche, definiscono come "salatissima" già in partenza». E a sostegno della propria tesi, Carota cita dati e numeri: «Fino a ieri, per percorrere i 150 chilometri che separano Vasto Nord da Pedaso, occorrevano 11 euro e 30 centesimi, contro i 14 euro e 50 centesimi necessari, più o meno a parità di chilometri, per andare da Sulmona a Roma Est, o i 14 euro e 70 di pedaggio tra San Gabriele Colledara e Roma Est. Se poi guardassimo ad altre tratte, sempre intorno ai 150 chilometri, scopriremmo che si applicano tariffe inferiori anche di 5 euro a quelle praticate da Strada dei Parchi». "E' bene ricordare, per capire di cosa si sta parlando - aggiunge il presidente della Fita-Cna - che le tariffe di Strada dei Parchi, stando alle informazioni pubblicate sul sito della stessa società, sono aumentate del 4,78% nel 2010; dell'8,14% nel 2011; dell'8,06% nel 2012; dell'8,28% nel 2014. Il fatto che ciò avvenga - e non ne dubitiamo - in conformità al contratto di convenzione stipulato con Anas, nulla toglie o aggiunge al fatto che si tratti di una stangata che si ripercuoterà negativamente sull'intero sistema economico abruzzese, sulle imprese del trasporto e sui costi delle impresa, con la conseguente perdita di competitività con altri territori. Motivo che ci spinge a chiedere alla Regione Abruzzo, ed in particolare al presidente Luciano D'Alfonso, un intervento sul governo a difesa degli interessi degli abruzzesi». «L'ennesimo aumento - conclude Carota - trova infine solo parziale giustificazione negli investimenti effettuati dalla società lungo le due arterie. Perché, altrimenti, si dovrebbe essere portati a pensare, e non è così, che su altre tratte non soggette ad aumenti di sorta, non siano stati realizzati investimenti o migliorie».

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