Un confronto a tutto campo sulla Sanita' del presente e quella del futuro, ad un mese dalla fine del commissariamento. In un'affollata sala Figlia di Jorio della Provincia di Pescara, la Uil Abruzzo ha interrogato la Regione su rete ospedaliera, commissariamento, assistenza, territorio, medicina, servizi, rapporto pubblico-privato e quanto ruota attorno alla voce principale del bilancio regionale. A fare gli onori di casa, il segretario regionale Roberto Campo, che ha evidenziato come "il ritorno alla liberta', con la fine del commissariamento, puo' essere un'opportunita', a patto che si usi bene questa liberta', non come in passato. Per questo, e' necessario considerare la sanita' nel suo complesso: non solo cura di patologie ma anche servizi socio-assistenziali". Sul primo versante, Campo ha rimarcato l'importanza di "spostare l'assistenza sanitaria dall'ospedale al territorio, rimettendo il paziente al centro", mentre l'assistenza sociale "deve essere finanziata di piu', perche' oggi rappresenta il fanalino di coda delle politiche regionali". Aprendo i lavori, Pino De Angelis, segretario generale Uil-Fpl regionale, ha ricordato che "quindici anni fa il tasso di ospedalizzazione era di 278 per mille abitanti, e ci si illudeva che avere piu' posti letto significava dare piu' sanita' ma era solo sperpero di denaro. Per questo, siamo diventati giustamente "regione canaglia"
" Il Piano di riordino della sanita' che abbiamo presentato e' ad invarianza di posti letto e l'offerta sanitaria ne esce qualificata". Lo ha assicurato, questa mattina, a Pescara, l'assessore alla Programamzione sanitaria, Silvio Paolucci, durante il convegno organizzato dalla Uil sul futuro della sanita' in Abruzzo. "Abbiamo creato le premesse per rendere il sistema sanitario piu' funzionale alle esigenze di salute degli abruzzesi - ha detto - destinando alcune strutture ad un certo tipo di offerta ed altre ad altri tipi cercando di elevare casistica e qualita' finale della prestazione e di mettere il paziente-utente al centro del nuovo sistema". Una riorganizzazione che consentira', oltretutto, di trasferire importanti risorse sul territorio. "Sono gia' previsti, infatti, 27 milioni di euro - ha confermato Paolucci - da destinare a telemedicina, cure domiciliari ed Unita' di cure primarie complesse, le cosiddette UCPC. Tutto questo nonostante un quadro macro-economico che ci impone di fare i conti con la spending review anche in sanita'. Nel frattempo - ha sottolineato l'assessore - per la prima volta, la Regione Abruzzo ha centrato i cosiddetti punteggi LEA riuscendo a garantire l'adempienza piena sugli indicatori degli obiettivi di salute. Un fattore chiave - ha rimarcato - che ci ha permesso di fare investimenti sia sul territorio che sulla prevenzione". Intanto, mentre l'uscita dal commissariamento della sanita' appare un traguardo sempre piu' alla portata della Regione, l'assessore Paolucci comincia a delineare il futuro. "Il dato incoraggiante - ha affermato - e' che abbiamo finalmente delle risorse a disposizione non piu' della cosidetta tassa di scopo, cioe' della fiscalita' di svantaggio, ma risorse che possono essere restituite ai cittadini. Infatti, - ha aggiunto - tra l'uscita dal commissariamento ed il riaccertamento dei residui e quindi il riassottigliamento dell'indebitamento che pende sulle spalle della Regione, saremo in grado di cominciare a parlare anche di restituziomne di tasse ai cittadini". Secondo Paolucci, se ne sapra' di piu' entro il 30 giugno dopo che sara' stato portato a termine il riordino dei conti della Regione e si potra' conoscere l'ammontare effettivo delle risorse accantonate per far fronte al debito e l'ammontare relativo alle risorse che potranno essere restituite ai contribuenti
"Il fatto che oggi siamo arrivati alla quota di 160 per mille abitanti - afferma sempre De Angelis - vuol dire che abbiamo imboccato la strada giusta. Uscire dal commissariamento significa riprogrammare la nostra sanita', a partire comunque dal decreto ministeriale 70 che indica il quadro di riferimento: se applicato cosi' com'e' e' un decreto dannoso, ma la sfida puo' diventare opportunita', a condizione che non siano i ragionieri ad applicarlo. Fino ad oggi le decisioni prese sono state quelle giuste, che ci hanno permesso di cambiare il volto della sanita' regionale senza scossoni: la rete disegnata ci permette di risparmiare e di investire per una maggiore presenza sul territorio, e per potenziare gli ospedali di primo e secondo livello che oggi hanno un ruolo molto diverso da quello di quarant'anni fa". In merito al rapporto con il privato, De Angelis ha detto che "ora le cose sono tornate al posto giusto. Non bisogna accanirsi contro il privato ma, piuttosto, regolamentare la sua azione e mantenerla dentro il budget assegnato, perche', non dimentichiamolo, sanita' privata e' anche occupazione". La necessita' di considerare la sanita' insieme all'assistenza socio-sanitaria e' stata rimarcata con forza da Rosa Toritto, della Uil regionale. "L'individualizzazione dei progetti di riabilitazione e' centrale, insieme al reinserimento sociale delle persone con disagio. Tutto questo - ha aggiunto - richiede una strategia e una specifica organizzazione che valorizzi tutte le realta' del territorio. Ma il valore di questa visione piu' ampia del benessere della persona sta anche nella prevenzione, che nel tempo significa anche risparmio per il sistema pubblico. E' necessario pero' aumentare la spesa: oggi la spesa media in Abruzzo e' di 61 euro, a fronte del 117 a livello nazionale. 10 milioni annui sono insufficienti per coprire il fabbisogno del territorio".
Da parte sua, il direttore dell'Agenzia Sanitaria Regionale, Alfonso Mascitelli, ha ribadito che "il riordino della rete ospedaliera e' un obbligo. In un contesto dove sono richiesti sempre piu' produttivita' ed efficienza, fino ad una nuova interpretazione dell'articolo 32 della costituzione, in Abruzzo abbiamo evitato di fare interventi ragionieristici, prendendo decisioni che hanno consentito di salvaguardare strutture che altrimenti sarebbero state ridimensionate, come nel caso di Avezzano. Ora la sfida si sposta sul territorio: alcune scelte gia' fatte garantiscono gli interventi di emergenza-urgenza in tutto la regione, come il potenziamento di ambulanze ed elicotteri, o la rete di interventi per traumi complessi, infarti ed ictus". "Definanziamento della sanita' e spending review sono gli stretti paletti entro i quali si deve muovere la Regione" ha detto Silvio Paolucci, che e' al tempo stesso assessore alla Sanita' e al Bilancio. "Ci sono azioni che richiedono tempo: noi abbiamo dovuto rimettere in ordine una situazione complessa, ma ora ci sono le condizioni per uscire dal commissariamento. Sugli obiettivi di salute, infatti, il ministero ci considera adempienti, nonostante stiamo attuando un piano di rientro che, diversamente dal passato, ha anche considerato qualche investimento. Non dimentichiamo, infatti, che il riordino del materno-infantile, con tutto cio' che riguarda il potenziamento dei punti nascita, per la Regione e' stato un costo. Ma il problema grande e' di gestione: la Regione fa programmazione, poi sono le Asl che devono attuare. Per questo, la Asl unica rimane per noi un obiettivo da raggiungere con convinzione. La sanita' abruzzese paga, dunque, lo scotto del policentrismo: tante asl e tanti ospedali. Ma la moltiplicazione dei centri non significa piu' qualita'. Dunque, il nostro piano rappresenta il massimo equilibrio possibile tra decreto ministeriale 70, razionalizzazione e qualita'".
In merito alla centralita' del territorio, Paolucci ha detto che "tutti ci chiedono risorse per il personale, ma non ce ne sono, anche perche' abbiamo fatto investimenti sui 118, la telemedicina e altro". Sul ruolo dei privati "il loro apporto e' minimo, rappresentando il 5 per cento dell'intero fondo. Anzi, quest'anno abbiamo anche aumentato la loro parte. Ora - ha concluso - dobbiamo restituire la fiscalita' di svantaggio, ma per farlo dobbiamo riallineare il bilancio e portare avanti riforme per tagliare rendite". Michelangelo Librandi, della Uil-Fpl nazionale, ha rimarcato la necessita' "di agire laddove ci sono degli sprechi, che non possiamo piu' permetterci" enfatizzando anche il grande limite del dm 70 "che non tiene davvero conto del territorio, che specie in Abruzzo e' molto frammentato. Ma occorre cambiare approccio, considerando la complessita' della sanita' ai giorni nostri". Silvana Roseto, della segretaria nazionale Uil con delega a Sanita' e Sociale, ha fatto il suo convinto plauso "alla concertazione e al dialogo propositivo, che rappresentano il metodo per dare risposte ad un tema complesso come quello della sanita'. Ben venga la razionalizzazione, purche' non la si scambi con tagli indiscriminati che non contemplano investimenti. E' necessario un rinnovamento della cultura sanitaria".
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 1
Condividi: