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Pubblicato il 27/08/2016 19:07

Terremoto in centro Italia, si studia il reperimento delle risorse per la ricostruzione

 Risorse da fondi nazionali e comunitari per fare fronte all'emergenza, ma anche uno schema di intervento che, come e' accaduto per la ricostruzione in Abruzzo  e in Emilia, metta in campo anche la Cassa Depositi e Prestiti, con un ruolo di coordinamento finanziario. Sono queste alcune delle leve su cui sembra puntare il governo per passare dallo stato di emergenza alla fase di ricostruzione post-sisma. Dal Fondo per le emergenze nazionali, che ammonta in tutto a 234 milioni di euro, sono stati stanziati i primi 50 milioni mentre a livello europeo il Dipartimento della Protezione civile, nelle prossime settimane, in stretto raccordo con le Regioni coinvolte, coordinera' la predisposizione del dossier per richiedere l'accesso al Fondo di Solidarieta' dell'Ue (Fsue). Istituito nel 2012, il Fondo e' nato per rispondere alle grandi calamita' naturali ed esprimere la solidarieta' europea alle regioni colpite all'interno dell'Unione: puo' essere usato per coprire i danni non assicurabili relativi ai primi soccorsi, alle infrastrutture e ai beni culturali. La domanda di contributo deve essere inviata dal Paese richiedente alla Commissione entro 12 settimane a partire dal giorno del sisma. Tuttavia 30 dei 354 milioni di cui l'Italia potrebbe beneficiare, potrebbero essere stanziati immediatamente senza dover aspettare la fine di tutte le procedure burocratiche. In Italia il Fondo di Solidarieta' Ue e' stato utilizzato per il terremoto dell'Aquila nel 2009 con 494 milioni di euro erogati e per quello dell'Emilia nel 2012 con 670 milioni. Per la ricostruzione, sull'esempio di Abruzzo ed Emilia, il governo punta a riproporre lo ''schema Cdp''. Dopo i terremoti in queste due regioni si e' infatti sviluppato un sistema di collaborazione tra banche ed istituzioni nazionali e locali per la ricostruzione. Nello specifico il governo concede un credito di imposta proporzionale ai danni subiti dal cittadino o dall'impresa e su quel credito fiscale girato alla banca scatta un finanziamento per l'importo definito. L'istituto diventa il pagatore diretto delle imprese per ripristinare immobili e altri beni distrutti. L'istituto sara' garantito dal credito d'imposta che mandera' in compensazione. La Cdp ha un ruolo di coordinamento e di raccolta dei fondi destinati alla ricostruzione. Una ricostruzione che verra' fatta secondo il 'modello Expo', ossia sotto la vigilanza dell'Autorita' nazionale anticorruzione (Anac) guidata da Raffaele Cantone. L'obiettivo principale e' evitare che gli appalti per rimettere in piedi Amatrice, Arquata, Accumoli e gli altri borghi distrutti si trasformino in un'occasione di malaffare e tangenti a discapito della sicurezza.(

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