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Pubblicato il 11/10/2016 21:09

Terremoto nel centro Italia, 4,5 miliardi per la ricostruzione

Per la ricostruzione immediata delle zone colpite dal sisma del 24 agosto, il Governo ha approvato lo stanziamento di 300 milioni, anche se l'ammontare delle risorse messe in campo è "notevolmente più consistente": si parla di 3 miliardi e mezzo per gli edifici privati e di un miliardo per quelli pubblici. Tutto gestito nella "massima trasparenza", coinvolgendo l'Anac e la Corte dei Conti.Lo hanno fatto sapere, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, il commissario alla ricostruzione, Vasco Errani, e il capo della protezione civile Fabrizio Curcio, illustrando il dl sul terremoto approvato oggi dal consiglio dei ministri.Fissare i tempi per la fine della ricostruzione, per ora, è "impossibile", certamente "non saranno brevi", ha detto Errani rispondendo ai giornalisti. "Per ricostruire un centro storico - ha spiegato - serve una pianificazione urbanistica". Una certezza però c'è: un sisma di magnitudo 6.0 non deve più produrre crolli e vittime in quei territori.

IL DECRETO - Il testo, di 53 articoli, fissa i capisaldi di tutti gli interventi necessari alla ricostruzione e al sostegno alla ripresa economica della zona. Il sottosegretario De Vincenti lo ha definito un "vademecum della ricostruzione", un provvedimento "articolato e complesso, esaustivo per quanto possibile per la ricostruzione".Molteplici le misure di sostegno previste: risarcimento integrale per le case e gli edifici colpiti, prestito d'onore per il riavvio delle attività produttive, cassa integrazione in deroga per i lavoratori di imprese coinvolte nel sisma, rinvio di imposte e tasse per quanti (singoli e imprese) documenteranno che l'impossibilità del pagamento è strettamente connessa al terremoto.

IL CRATERE - Per stabilire gli aventi diritto ai finanziamenti è stata definita un'area in diverse Regioni che copre 62 comuni, considerando l'intensità del danno subito e l'omogeneità della ricostruzione economica della zona. "Parliamo di territori in cui il processo di spopolamento è in atto da tempo", ha aggiunto Errani. L'obiettivo non è solo quello di "Ricostruire le pietre", ma anche quello di "invertire lo spopolamento". I danni saranno riconosciuti a tutte le abitazioni, anche alle seconde case, come è stato più volte annunciato, perché "in quei territori sono case di famiglia" e saranno finanziati al 100% edifici pubblici e privati all'interno di borghi e centri storici e al 50% al di fuori di questi: "La scelta parla al Paese oltre che a questi territori. Proponiamo un nuovo modello economico e sociale nelle aree interne dell'Appennino per una via nuova che ridia prospettiva a questi territori. Si finanzia il progetto di ricostruzione compreso il miglioramento sismico.

LEGALITA' E TRASPARENZA: Per assicurare il massimo della regolarità in tutte le fasi, il provvedimento - oltre alla supervisione dell'Anac - prevede una centrale unica di committenza, un albo delle imprese e uno dei professionisti, oltre a garantire dati costantemente aggiornati. "Tutte le imprese che lavoreranno devono essere iscritte nelle white list - ha riferito Errani - e per prima volta ci sarà una struttura speciale dedicata solo alle white list e alle eventuali interdittive. Abbiamo scelto di chiedere che la Corte dei Conti controlli gli atti e sarà istituito un elenco di professionisti per la progettazione e la direzione dei lavori". Il cittadino, una volta ricevuta l'approvazione del progetto, andrà in banca, sceglierà l'impresa e questa "è l'unica cosa che dovrà fare". La banca pagherà lo stato di avanzamento lavori a impresa e progettisti. "Questo sistema è tutto tracciato: è lo Stato con l'Abi e l'agenzia delle entrate che costruisce l'impianto del credito d'imposta che monteremo una volta approvata la legge di bilancio", ha aggiunto il commissario. La cifra della governance sarà il raccordo tra Governo centrale e territori interessati dal sisma: il Commissario straordinario viene affiancato dai Presidenti delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria come vice commissari e da quattro Uffici speciali per la ricostruzione (uno per ogni Regione).

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