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Pubblicato il 30/10/2015 23:11

Trivelle in Adriatico, lo stop in Croazia è solo per le elezioni

D'Alessandro: porteremo la questione alla Macroregione

Il ministero degli Esteri croato ha smentito oggi la notizia secondo cui la Croazia avrebbe rinunciato o sospeso i progetti di ricerca di petrolio e di gas nel Mare Adriatico. Il ministero ha chiarito la posizione ufficiale del governo croato in una nota all'agenzia di stampa Hina. "La stampa italiana ha interpretato male le dichiarazioni del delegato dell'ambasciata croata in Italia, Ilija Zelalic" sui piani di sfruttamento e ricerca di gas e petrolio nell'Adriatico - si afferma nella nota. Il ministero ha ribadito che "come gia' comunicato ufficialmente dai rappresentanti del governo, la ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi in Adriatico non e' sospesa, ma e' stata solamente, per ora, rinviata la firma dei contratti per le concessioni". Questa e' anche la posizione ufficiale nota in Croazia da mesi e ripresa dalla stampa locale. Il concorso per l'assegnazione dei campi per la ricerca e lo sfruttamento si era concluso a gennaio. Ma a luglio la Marathon Oil americana e la OMV, che avevano ottenuto la maggior parte dei campi, hanno riferito di aver rinunciato alla concessione, spiegando che potrebbero emergere problemi e controversie "a causa dell'irrisolta disputa sul confine marittimo tra la Croazia e il Montenegro". La stampa ha suggerito che forse la vera ragione e' il forte calo del prezzo del petrolio, oppure valutazioni secondo cui nella parte orientale dell'Adriatico non ci sarebbero risorse ingenti. Il governo croato ha poi annunciato che la decisione definitiva e la firma dei contratti con gli altri concessionari, tra cui anche l'italiana Eni, sara' rinviata a dopo le elezioni, in programma l'8 novembre. Secondo la stampa, non e' escluso che, data l'opposizione dell'opinione pubblica alle trivellazioni in Adriatico, il governo di Zagabria abbia invece del tutto rinunciato a portare avanti il progetto, ma non abbia voluto rendere pubblica la decisione per non apparire indeciso davanti a quella parte dell'elettorato che appoggia l'idea. Altre interpretazioni suggeriscono che le firme per le prime trivelle ci saranno, ma che si e' voluto evitare che la questione diventi uno dei principali punti di scontro nella campagna elettorale.

 "Una delle grandi questioni che la Regione Abruzzo porra' alle consorelle della Macroregione Adriatico-ionica sara' la difesa del mare blu e l'uso comune dell'Adriatico che, per le sue caratteristiche di bacino chiuso, non si presta allo sfruttamento per la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi". E' quanto afferma il coordinatore della maggioranza in Consiglio regionale, Camillo D'Alessandro, in merito alle dichiarazioni odierne rese dal Ministero degli Esteri croato a proposito delle trivellazioni in mare. Da Zagabria hanno smentito la notizia secondo cui la Croazia avrebbe rinunciato o sospeso i progetti di ricerca di petrolio e di gas, spiegando che "la ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi in Adriatico non e' sospesa, ma e' stata solamente, per ora, rinviata la firma dei contratti per le concessioni" a dopo le elezioni, che si svolgeranno l'8 novembre. "Il pronunciamento interinale del Governo croato - osserva D'Alessandro - concede un lasso di tempo per attivare una riflessione ulteriore. Puntiamo a far sviluppare un dibattito nei territori che si affacciano sull'Adriatico per indurli a capire che le trivellazioni non sono una soluzione praticabile. In ogni caso, siamo fieri del fatto che questo tema sia stato posto sotto i riflettori dell'opinione pubblica internazionale dalla Regione Abruzzo". 

 

immagine di repertorio

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