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Pubblicato il 31/05/2016 15:03

Visco: la ripresa è ancora da consolidare

La ripresa e' ancora "da consolidare": "si deve e si puo' fare di piu'" perche' si rilancino l'attivita' d'impresa e gli investimenti pubblici e si creino maggiori opportunita' di lavoro, soprattutto per i giovani. Per far questo occorre cominciare dal taglio del cuneo fiscale. Nelle sue Considerazioni finali il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, sottolinea con forza la necessita' che il Paese consolidi la ripresa. "Usciamo lentamente, con esitazione, da un lungo periodo di crisi, non solo finanziaria ed economica. La ripresa e' ancora da consolidare. Le previsioni di consenso indicano per l'Italia il ritorno ai livelli di reddito precedenti la crisi in un tempo non breve; sono deludenti le valutazioni sul potenziale di crescita della nostra economia" dice Visco che torna a lanciare l'allarme occupazione. "La disoccupazione resta troppo alta" afferma, rilevando il bisogno di "un'ulteriore riduzione del cuneo fiscale gravante sul lavoro".

Peraltro, far scendere il tasso di disoccupazione e' "essenziale per offrire adeguate condizioni di vita ai cittadini" ed "e' necessario anche per riportare l'inflazione su valori in linea con la stabilita' dei prezzi". Per "sostenere una ripresa piu' rapida e duratura" il numero uno di Palazzo Koch sostiene che sia prioritario "rilanciare gli investimenti pubblici mirati, anche in infrastrutture immateriali, a lungo differiti; rafforzare incentivi per l'innovazione, sostenere i redditi dei meno abbienti, particolarmente colpiti dalla crisi". 

Buone notizie arrivano dal Sud. "I segnali di miglioramento dell'economia hanno cominciato a estendersi al Mezzogiorno: in base alle prime stime disponibili dopo sette anni consecutivi di recessione il prodotto delle regioni meridionali avrebbe interrotto la sua caduta". Ma "cio' nonostante i divari rispetto al resto del Paese hanno continuato ad ampliarsi". Visco esprime perplessita' su una prossima riduzione del rapporto debito-Pil che secondo i piani del governo "dovrebbe iniziare quest'anno e rafforzarsi nel triennio successivo. L'evoluzione del contesto macroeconomico rischia di ostacolare il conseguimento di questo obiettivo nel 2016 - dice -. Uno stretto controllo dei conti pubblici e la realizzazione del programma di privatizzazioni possono consentire di avvicinare il piu' possibile il rapporto tra debito e prodotto a quanto programmato e garantirne una riduzione significativa nel 2017".

Ancora una volta punta il dito contro la piccola dimensione delle imprese italiane che e' "un elemento di debolezza" per "il nostro sistema produttivo" mentre sul fronte delle banche ricorda che "hanno certamente subito i colpi della crisi e ci troviamo ora a gestire, come vigilanza europea e nazionale, situazioni delicate e difficili". "I crediti deteriorati - sottolinea - sono elevati, la redditivita' e' bassa. Gli interventi sulle sofferenze, in atto e in prospettiva, sono importanti; la nostra valutazione di quanto si e' cominciato a fare e' positiva; bisogna procedere con coraggio e veduta lunga". Sulla procedura per la cessione delle quattro good bank nate dalla liquidazione di Carichieti, Carife, Banca Marche e Banca Etruria, il governatore afferma che "e' in fase avanzata, segue rigorosi criteri di trasparenza, imparzialita' e concorrenza, se ne prevede la chiusura nel corso dell'estate".

Andando oltre i confini nazionali il governatore di Bankitalia chiede all'Unione europea di "recuperare piu' ampi margini" per i salvataggi pubblici delle banche e rammenta che l'inflazione eccessivamente bassa rimane "la sfida principale" per la politica monetaria della Bce. "Se necessario agiremo ancora ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili nell'ambito del nostro mandato" aggiunge evidenziando come, "secondo le nostre stime, in assenza delle misure introdotte, sia il tasso di crescita annuo dei prezzi, sia quello del Prodotto sarebbero inferiori, nell'area, di circa mezzo punto percentuale nel triennio 2015-2017. Per l'Italia gli effetti stimati sono piu' pronunciati". Visco parla poi del referendum del 23 giugno, quando il Regno Unito sara' chiamato a esprimersi su un'eventuale uscita dall'Ue. "Un eventuale esito negativo - sostiene - potrebbe creare profonda instabilita'".

 La costruzione europea e soprattutto quella dell'Unione monetaria sono sottoposte a "eccezionali pressioni, economiche e geopolitiche" avverte il governatore e dunque "si rafforzano sentimenti ostili al progetto europeo". "La reazione di gran parte dell'opinione pubblica, in alcuni casi di governi, e' di timore e di chiusura - continua -. Sempre piu' il progetto europeo viene visto come parte del problema, sempre meno come la soluzione". "Il successo concreto dell'unione monetaria, dell'unione bancaria, dell'unione dei mercati dei capitali, la stessa prospettiva di una politica di bilancio comune richiedono di compiere un salto di qualita' - dice Visco -. Trovando unita' su materie fondamentali per la definizione di una cittadinanza condivisa, come la sicurezza interna e la gestione dell'immigrazione, sara' meno arduo procedere nella costruzione di 'un'autentica unione economica e monetaria'". Ricordando infine il Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, di cui quest'anno ricorre il trentesimo anniversario della morte, "occorre un'unione che 'spezzi decisamente le autarchie economiche'; un'unione che riparta dai valori fondamentali del progetto europeo: pace, liberta', uguaglianza, promozione del benessere".

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