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Pubblicato il 23/05/2016 18:06

A Pescara 1500 alunni hanno ricordato Falcone e Borsellino

"Una straordinaria festa della legalita', dedicata alla memoria di due uomini, due eroi della giustizia, uccisi dalla mafia 24 anni fa, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con la rispettiva scorta, una tragedia per il Paese da cui pero' anche oggi abbiamo tratto un bel messaggio di speranza. E quel messaggio ce lo hanno dato i nostri ragazzi, il nostro presente e il nostro domani, 1.500 quelli presenti al Palazzetto dello Sport 'Papa Giovanni Paolo II' di Pescara che, ballando, cantando, recitando, ci hanno dimostrato che la mafia e' un mostro piccolo piccolo a confronto della grandezza e del gigantismo dei valori di cui i nostri studenti sono portatori sani". E' il commento della dirigente dell'Istituto Alberghiero Ipssar 'De Cecco' di Pescara, Alessandra Di Pietro, la scuola-capofila che oggi ha co-organizzato l'evento 'Palermo chiama Italia...Pescara risponde' con una maratona artistica no-stop che ha visto la partecipazione degli studenti delle scuole primarie e degli istituti di istruzione secondaria di Abruzzo, Marche e Molise, evento che si e' svolto in contemporanea con altre 8 citta' italiane, ossia a Palermo Milano, Gattalico, Firenze-Campi Bisenzio, Roma, Napoli, Bari e Barile. Co-organizzatori dell'evento il Miur, l'Ufficio scolastico regionale (Ente capofila), con l'ispettrice Antonella Mancaniello, affiancata da Rita Vitucci, responsabile dell'Ufficio scolastico di Pescara-Chieti, in collaborazione con la Fondazione 'Giovanni e Francesca Falcone', l'Associazione 'Falcone e Borsellino' e il Comune di Pescara. All'esterno del Palazzetto e' stato allestito il 'Villaggio della Legalita'', ossia gli stand destinati alle attivita' laboratoriali dei bambini della scuola primaria, coordinate dalla Polizia di Stato, presente con i reparti Stradale, Postale, Ferroviaria, Scuola, Gruppo Cinofilo e Fanfara, poi i Carabinieri e la Guardia Forestale, oltre ai volontari delle Associazioni Scout e degli artisti della Clown Terapia. All'interno del Palazzetto la giornata della legalita', affidata alla conduzione della Iena Pietro Sparacino, al cui microfono si sono alternati studenti, arbitri di calcio internazionali e artisti.

Oggi siamo qui per combattere gli stereotipi e le paure, per difendere la legalita'", ha detto tra gli applausi dei ragazzi Sparacino. Quindi riflettori puntati sui lavori preparati dagli studenti delle tre regioni, sino all'intervento dei rappresentanti istituzionali, a partire dal giornalista anti-mafia Francesco Forgione, che rivolgendosi agli studenti ha detto loro "la lotta alla mafia si fa ovunque: la devono fare i sindaci, imponendo il rispetto della legge; la deve fare la scuola e ragazzi difendete sempre la scuola pubblica, perche' e' il luogo in cui siamo tutti uguali. E poi la fanno i magistrati: Falcone e Borsellino sono diventati eroi loro malgrado, perche' in realta' stavano solo facendo il proprio lavoro. E poi la fanno i parroci, che operano nei quartieri difficili dove spesso anche lo Stato non arriva, noi non abbiamo bisogno di una battaglia antimafia fatta da eroi, ma da persone normali e la scuola e' fondamentale in questo. E dobbiamo combattere la mafia che fa affari, che investe nel turismo, nel commercio, nell'economia. Non combatteremo la mafia finche' non si combattera' la corruzione, lo Stato deve ripulire la politica dalla sua corruzione, partendo dal ripulire le liste dei candidati". Il sindaco Marco Alessandrini ha poi ricordato la figura del padre, il giudice Emilio Alessandrini ucciso dalle Brigate Rosse nel 1979.

Infine la premiazione delle scuole che hanno partecipato al concorso indetto dal Miur 'Diamo forza al nostro impegno', e il collegamento in diretta Rai con Palermo, l'aula bunker dell'Ucciardone, dove si e' svolto il maxi-processo alla Mafia, e da Pescara ha parlato il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini, che ha chiuso la giornata con la Fanfara della Polizia e il tenore Piero Mazzocchetti che ha interpretato l'Inno d'Italia, seguito dal 'Silenzio', mentre sul maxi-schermo venivano proiettate le immagini di Falcone e Borsellino. E' stato il prefetto di Pescara, Francesco Provolo, a leggere ad alta voce i nomi delle vittime della strage di Capaci, 23 maggio 1992, in cui morirono il giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, e della strage di via D'Amelio, 19 luglio 1992, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e tutta la sua scorta. 

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