Cento anni fa nasceva a Pescara Federico Caffè, grande economista scomparso in circostanze misteriose, a tutt'oggi non ancora chiarite. Fu uno dei principali diffusori della dottrina keynesiana in Italia, occupandosi tanto di politiche macroeconomiche, che di economia del benessere. Al centro delle sue riflessioni ci fu sempre la necessita' di assicurare elevati livelli di occupazione e di protezione sociale, soprattutto per i ceti piu' deboli. Consulente del ministro della Ricostruzione, Meuccio Ruini, durante il governo Parri, lavoro' inizialmente presso la Banca d'Italia, per poi insegnare Politica economica e finanziaria nell'Universita' di Messina e Economia politica a Bologna. Dal 1959 fino alla sua scomparsa, fu professore di Politica economica e finanziaria presso l'Universita' La Sapienza di Roma. In occasione dell'anniversario esce per Castelvecchi editore un volume di suoi scritti intitolato "La dignita' del lavoro", a cura di Giuseppe Amari (pagg 430, euro 22), che testimonia la coerenza e l'attualita' della sua riflessione. Un pensiero critico che, in larga parte, ha anticipato gli sviluppi della crisi che stiamo attraversando. Il libro raccoglie, con un saggio introduttivo di Antonio Lettieri, tutti gli articoli di Caffe' usciti dal 1977 al 1986 su una rivista della Cgil, "Lettere della Sinistra"
Paolo Pombeni introduce invece l'importante collaborazione con "Cronache sociali", la rivista di Giuseppe Dossetti e Giorgio La Pira, alla fine degli anni Quaranta. In appendice vengono presentati altri scritti, interventi, documenti inediti, un'intervista radiofonica con Ezio Tarantelli, un articolo di La Pira e il ricordo dei rapporti tra Caffe' e Meuccio Ruini, uno dei padri costituenti. Un saggio di Claudio Gnesutta, riprendendo il filo del discorso di Lettieri, pone l'accento sull'attualita' di Caffe' alla luce della crisi italiana e internazionale. Con questo volume si completa il progetto, iniziato nel precedente "Contro gli incappucciati della finanza" (Castelvecchi 2013), per il recupero di quelle che, accanto agli articoli per "il Manifesto", sono le collaborazioni piu' intense e continuative dell'economista con la stampa periodica. Emergere cosi' la sua figura di 'consigliere del cittadino': anche in questo testo, infatti, Caffe' conferma la continuita' della "non politica dell'occupazione", che denuncio' gia' allora, con ammirevole chiarezza, attraverso la sua lunga attivita' di docente, studioso e pubblicista. Giuseppe Amari, che cura il volume, e' stato allievo di Caffe', pubblicando diverse opere su di lui e curandone il catalogo dei testi.
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