Sassofonista di grande e possente voce, Gary Bartz si esibirà al Massimo lunedi' 21 marzo col suo quartetto classico insieme a Barney Mc All, piano James King, basso Francisco Mela, batteria. Bartz vanta un palmare's di prima grandezza perche', oltre alla produzione come leader, nella sua ricca discografia lo si e' ascoltato a fianco di mostri sacri vivendo da protagonista la scena jazzistica newyorchese sin dalla fine degli anni Sessanta. Nato a Baltimora nel 1940, si trasferisce a New York all'eta' di 17 anni per studiare e poco piu' che ventenne si afferma come l'altista piu' originale a comparire sulla scena dopo Cannonball Adderley. Dopo gli esordi con Charles Mingus, Bartz ha proseguito con Abbey Lincoln, Max Roach e con Art Blakey, entrando a far parte dei leggendari Jazz Messengers. Viene chiamato da Miles Davis nel 1970: il lavoro con il leggendario musicista segna la prima esperienza di Gary con la musica elettrica e rafforza la sua stretta connessione con la musica di Coltrane. Nella sua attivita' da solista Bartz pubblica come leader fin dal 1968 e continua a farlo durante gli anni '70, quando escono dischi acclamati come Another Earth, Home, Music Is My Sanctuary e Love Affair. Il debutto di Bartz su Atlantic avviene nel 1995 con l'uscita di The Red and Orange Poems, definito dallo stesso autore come un romanzo del mistero musicato. Senza dubbio uno dei piu' brillanti album concepiti da Gary. Con I've Known Rivers definisce stilemi con 20 anni di anticipo rispetto a quanto realizzato dai combo jazz/hip hop e acid jazz di oggi. Ha inciso piu' di 40 album da solista e oltre 200 come artista ospite. Nel 2005 vince il Grammy Award con McCoy Tyner per l'album Illuminations. Bartz e' strumentista assolutamente coinvolgente e trascinante e in questo tour europeo compira' l'ennesima esplorazione del lascito musicale coltraniano che tanto ha influenzato la generazione cui il sassofonista appartiene.
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