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Pubblicato il 29/03/2013 10:10

I riti della Pasqua in Abruzzo

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Processioni in tanti centri dell'Abruzzo per il venerdi' santo. Tra le piu' suggestive quella che si svolge a Sulmona, che si snoda per tutte le vie del centro storico della citta'. E' organizzata dai confratelli della SS. Trinita', detti Trinitari, una delle due storiche Confraternite sulmonesi. L'altra invece e' quella di Santa Maria della Tomba organizza il giorno di Pasqua la processione e la corsa della 'Madonna che scappa' che si svolge nella centralissima piazza Maggiore. Nella processione di questa sera il passo dei portari e' quello lento e dondolante del cosiddetto "struscio".

Il corteo ha inizio dalla piccola e antica chiesa della Trinita', sede dell'Arciconfraternita, che riapre dopo essere stata chiusa dal Mercoledi' Santo. All'inizio sfila il Tronco, grande croce coperta da un velluto rosso e decorata da foglie e frutta in argento, tutto del '700. Il Tronco e' portato da un confratello e dietro di esso sfilano tutti gli altri confratelli che portano i caratteristici e tipici "lampioncini" in argento del '700.

Dopo questi, c'e' il Coro composto da oltre 100 persone che intonano il Miserere, seguiti dalla banda che accompagna il canto con la Marcia del Vella. Sfila poi la lettiga in argento del '700 (decorata con tessuti e veli) dove e' posta la statua del Cristo Morto sopra il quale, prima della processione, i fedeli hanno posato dei fiori. 

 A chiudere il mesto, lento e lungo corteo e' la statua dell'Addolorata, una particolare statua vestita con un abito completamente nero. Arrivati alla chiesa di S. Maria della Tomba, dal campanile della chiesa scende una cascata di luci che, nella fede cristiana, serve ad indicare che il Cristo ha liberato i fedeli dai peccati. Davanti a questa chiesa, secondo antichi e rituali patti, i Trinitari cedono ai Lauretani il permesso di portare le statue per le vie del loro quartiere, riconsegnando poi ai Trinitari le statue.

I Lauretani hanno comunque il permesso di sfilare con i Trinitari fino al rientro in chiesa, anch'esso molto suggestivo: tutti i confratelli con i "lampioncini" si dispongono attorno al portale e assistono al rientro del Tronco del Cristo e dell'Addolorata (quest'ultima rientra rivolgendosi alla folla dei fedeli e turisti).

Dopodiche', i battenti della chiesa vengono chiusi. La processione inizia circa alle ore 20 e termina approssimativamente all'una di notte. Anche a L'Aquila si rinnova la suggestiva processione accompagnata dalle note del Miserere di Selecchy cantate dal coro del Venerdi' Santo, e suonate dai piccoli allievi del Conservatorio "Casella".

Tutta la processione si caratterizza per un dolore mesto, una contrizione esaltata dai simulacri ideati da Remo Brindisi. Quest'anno la processione, come gia' lo scorso anno, partira' alle ore 20 dalla Basilica di San Bernardino. La processione e il rito si concludera' con l'omelia dell'Arcivescovo metropolita dell'Aquila S.E. Monsignor Giuseppe Molinari.

La processione del venerdi' santo a Chieti e' forse la processione piu' antica d'Italia. La sua origine, infatti, risalirebbe all'842 d.C.Una delle tradizioni della processione di Chieti e' che questa si debba sempre svolgere, anche in condizioni atmosferiche pessime e qualsiasi cosa succeda. La processione ha inizio la sera del venerdi' santo, verso le 19.00, dalla Cattedrale di San Giustino: gia' da prima migliaia di persone si radunano sulla piazza antistante la Cattedrale, lungo il Corso e le altre vie dove il lungo corteo si snodera'.

Lungo gran parte del percorso sono suggestivi i tripodi accesi con fuoco di cera, un tempo necessari per la luce e per bruciarvi incensi ed aromi. Intanto, in Cattedrale, alla fine della Sacra Funzione, sulla scalinata del presbiterio si esibisce lo splendido coro, composto da oltre 160 elementi, con altrettanti musici, che intona lo struggente Miserere Attualmente l'orchestra e' composta da violini, viole, violoncelli, flauti traversi, clarinetti, fagotti sassofoni.

Ma in Abruzzo oltre a questi appuntamenti ve ne sono tantissimi altri in piccoli e grandi centri dove la tradizione si ripete annualmente secondo usi e abitudini locali senza mai perdere il fascino e la suggestione di un appuntamento che la gente vice con grande partecipazione e commozione.

 

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