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HOME » SPETTACOLO » IL MINISTERO DEI BENI CULTURALI SOSTIENE IL PREMIO FLAIANO
Pubblicato il 08/07/2013 13:01

Il Ministero dei Beni Culturali sostiene il Premio Flaiano

Flaiano, pegaso d'oro

Per la prima volta in concorso il cinema italiano sostenuto dal Mibac: sette film prevalentemente di giovani registi e spesso opera prima compongono la sezione dedicata del 40/mo Premio Flaiano: Itaker - Vietato agli italiani di Trupia, Vitriol di De Falco, The Litium Conspiracy di Marengo, La leggenda di Kaspar Hauser di Manuli, Pinuccio Lovero Yes I Can di Mezzapesa, La citta' ideale di Lo Cascio, Benur - Un gladiatore in affitto di Andrei. Il 14 luglio a Pescara la premiazione. Il Festival premiera' il film che si sara' classificato al primo posto nelle preferenze di una giuria tecnica composta dal presidente del Sindacato giornalisti di cinema, un direttore di esercizio cinematografico e un distributore (Laura Delli Colli, Fabio Fefe', Georgette Ranucci) e di una giuria popolare.

 

Per il Flaiano in città, martedì 9 luglio in Piazzale Vittoria Colonna, alle ore 21,30 è la volta di Olivier Nakache e Eric Toledano e del loro film che ha ottenuto grande successo di pubblico "Quasi amici": ispirato ad una storia vera, racconta l'incontro tra due mondi apparentemente lontani. Dopo un incidente di parapendio che lo ha reso paraplegico, il ricco aristocratico Philippe assume Driss, ragazzo di periferia appena uscito dalla prigione, come badante personale. Per dirla senza troppi giri di parole, la persona meno adatta per questo incarico. L'improbabile connubio genera altrettanto improbabili incontri tra Vivaldi e gli Earth, Wind and Fire, dizione perfetta e slang di strada, completi eleganti e tute da ginnastica. Due universi opposti entrano in rotta di collisione ma per quanto strano possa sembrare prima dello scontro finale troveranno un punto d'incontro che sfocerà in un'amicizia folle, comica, profonda quanto inaspettata.

Lungi dal disconoscere i tanti meriti degli autori, non è un delitto constatare che Quasi amici approfitti di un riparo sicuro. È una storia con fatti e personaggi non realmente esistiti, ma realmente esistenti e la delicatezza del tema lascia presumere che il racconto sia veritiero, seppur comprensibilmente coesistano licenze narrative. E che abbia dunque ricevuto la benedizione del vero Philippe. Una sorta di rifugio involontario, non sufficiente in ogni caso minare la sincerità del film.

 

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