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Pubblicato il 18/05/2016 09:09

Ciccone vince una tappa al Giro d'Italia

Con i suoi 21 anni, è il terzo italiano piu' giovane a vincere nella corsa rosa

 Il neo professionista italiano Giulio Ciccone della Bardiani Csf vince in solitaria la decima tappa del Giro d'Italia che da Campi Bisenzio portava a Sestola di 219 km, al termine di un arrivo in salita (il secondo della corsa a tappe) tra le montagne su cui ha mosso i suoi primi passi sugli sci l'indimenticabile Alberto Tomba. Bob Jungels, compagno di squadra di Gianluca Brambilla, e' invece la nuova maglia rosa, strappata all'italiano (che ha lavorato per lui nel finale) all'indomani della seconda giornata di riposo del Giro. Il lussemburghese ha ora 26" di vantaggio su Amador, mentre Nibali (ora quinto a 50") ha perso quattro secondi nel finale dallo spagnolo Valverde (terzo a 48"). Ma la corsa rosa perde anche uno di coloro che doveva essere tra i protagonisti della gara, ovvero quel Mikel Landa del Team Sky che lo scorso anno sali' sul terzo gradino del podio a Milano alle spalle di Contador e Aru. Il corridore basco, colpito da un virus intestinale nella notte, ha provato a prendere il via, ma gia' alla prima ascesa, il Passo della Collina, ha accumulato 7 minuti di ritardo dal gruppo dei migliori. Motivo per cui i direttori sportivi della sua squadra hanno convinto Landa, dopo 66 km di corsa, a ritirarsi. In mattinata era gia' giunta invece la notizia del forfait di Fabian Cancellara, anche lui alle prese con problemi fisici sin dalla prima tappa del Giro.

Nessuna parentela, ma Giulio Ciccone da Chieti ha la stessa sfrontatezza della sua omonima Luisa Veronica Ciccone, al secolo Madonna, quando raggiante e commosso come puo' esserlo solo un debuttante che ha coronato il sogno di vincere una tappa al Giro d'Italia a 21 anni esclama: "Finalmente ho vinto". Come se non fosse professionista da soli cinque mesi e vincere fosse la normalita' per un esordiente. "E' che ero sempre tra i primi - spieghera' piu' tardi in sala stampa - ma non riuscivo a piazzare l'affondo. Ora finalmente ho coronato un sogno". Se Madonna e' un riferimento lontano, Marco Pantani e' la stella polare del giovane talento abruzzese oggi vincitore in solitaria a Sestola nella decima tappa del Giro. "Sono cresciuto e ho iniziato vedendo i suoi exploit - confessa -. In quegli anni ho visto tutte le sue corse".     La festa di Ciccone e' anche la festa della piccola ma combattiva Bardiani, la cui ammiraglia lo ha accompagnato, idealmente spinto, fino al traguardo senza deviare come la regola imporrebbe a 250 metri dal traguardo. Il ct Cassani se lo coccola da lontano: "Puo' fare bene in prospettiva, lo seguo". E lui che e' uno scalatore, anche se oggi la differenza l'ha fatta in discesa, guarda gia' con curiosita' alle grandi montagne che attendono il Giro gia' nel fine settimana: "Non le conosco, ma mi impegnero' al massimo. Ma non prometto nulla". Un pensiero alla famiglia, da cui si e' separato a 18 anni per andare a Bergamo a correre tra i dilettanti, e alla fidanzata Anna. Prima di guardare al futuro pensando in grande, magari all'ambizione di diventare un corridore importante in una grande corsa a tappe: "Ma adesso una cosa alla volta, l'obiettivo era vincere subito al Giro e ci sono riuscito, poi si vedra'. Certo, ci penso". Ma quando si tratta di esprimere un desiderio il pensiero va alla rock star Madonna, come farebbe un qualsiasi adolescente: "Lei e' di Pacentro, un posto non lontano da dove vengo io in Abruzzo. Non c'e' parentela, pero' chissa'. Il mio cognome - conclude - non e' molto diffuso, magari alla lontana c'e' qualche radice in comune. Si', mi piacerebbe conoscerla". 

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