Dalle dispense dei contadini anziani che, conservandone i semi per la coltivazione domestica o per nutrire gli animali, l'hanno preservato per mezzo secolo, a coltura di nicchia tra le piu' prestigiose per le sue proprieta' organolettiche e la genuinita'. La solina, il cosiddetto "grano dei poveri" diffuso in tutta la provincia dell'Aquila (eccetto il Fucino) e nell'Abruzzo interno, viene oggi riscoperto dagli imprenditori agricoli locali e "osservato" anche da chi, con il mondo dell'agricoltura, ha poco a che fare: medici e nutrizionisti, interessati a diffondere un messaggio di prevenzione dalle malattie attraverso l'alimentazione. E' uno degli alimenti che si presta a mantenere inalterato l'equilibrio salutistico di ciascun individuo. Non a caso, e' uno dei prodotti su cui punta anche lo Slow food. Questo particolare tipo di grano tenero, che "respinge" la concimazione chimica e si presta alla coltivazione biologica, e' stato al centro di un convegno a Capestrano, proposto dall'azienda agricola "Terre del Tirino" in collaborazione con il Consorzio di tutela della solina al Castello Piccolomini, con un obiettivo principale: riflettere su questa riscoperta, ma anche sul come inserire il prezioso cereale nella filiera commerciale nel modo giusto, con i corretti sistemi di controllo e di tutela, data la sua bassa produttivita'.
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