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Pubblicato il 20/03/2015 22:10

False firme liste elettorali, assessore di Chieti condannato

Di Primio: Colantonio resta al suo posto

Il giudice monocratico del Tribunale di Chieti Antonella Redaelli ha condannato a 8 mesi e 15 giorni di reclusione, pena sospesa, Mario Colantonio, assessore ai lavori pubblici del Comune di Chieti. Colantonio era accusato di falso ideologico: secondo l'imputazione in qualita' di pubblico ufficiale ovvero consigliere comunale (all'epoca), legittimato all'autenticazione delle sottoscrizioni, attestava falsamente l'avvenuta apposizione alla propria presenza delle firme di 26 sottoscrittori di liste di candidati ad elezioni regionali e l'avvenuta identificazione degli stessi a mezzo di esibizione di documenti di identita'. Le firme, raccolte il 31 ottobre del 2008, erano a sostegno della lista regionale del Pdl per l'elezione del presidente, il cosiddetto 'listino', in occasione delle elezioni regionali del 2008 vinte dal centrodestra. Al termine della sua requisitoria il procuratore capo della Repubblica di Chieti Pietro Mennini aveva chiesto l'assoluzione di Colantonio evidenziando l' insussistenza dell'elemento soggettivo del reato. Le motivazioni verranno depositate fra 15 giorni. 

''Non ci sono ragioni giuridiche, meno che meno di carattere etico-morale perche' io ritiri le deleghe assessorili a Mario Colantonio ovvero perche' lui lasci il suo posto di assessore. Non voglio commentare la sentenza del tribunale di Chieti, ma credo vada appellata per ristabilire la verita' su una vicenda che vede ingiustamente condannato oggi Colantonio''. Lo ha detto il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, intervenendo sulla condanna inflitta ieri all'assessore ai lavori pubblici per falso ideologico in relazione all' autenticazione di alcune firme sulle liste elettorali. ''Se passasse il principio che ha animato il giudice di Chieti, nel raccogliere le firme, oltre al documento, dovremo fotografare anche chi sottoscrive. E' di tutta evidenza, dunque, anche per quanto accaduto in altre cause celebrate innanzi al tribunale di Chieti aventi medesimo capo di imputazione (per fortuna risoltesi con l'assoluzione dell'imputato), che oggi allo sconfitto alle elezioni, al pari del non eletto, bastera' dichiarare che taluno non ha firmato quella lista, ovvero non ricorda se ha firmato o meno, e perche' no, anche che quella non e' la sua firma, per innescare un procedimento penale che ha quale unico effetto danneggiare il malcapitato consigliere o assessore che si e' offerto di autenticare le firme''

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