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Pubblicato il 08/08/2014 16:04

Logo d'Annunzio, Tancredi porta il caso in Parlamento

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"Lo stemma 'Pescara Citta' Dannunziana' era stato introdotto attraverso una delibera comunale. Il sindaco Alessandrini pretende di eliminarlo attraverso una semplice lettera. Puo' farlo? Franceschini e Alfano intervengano e chiariscano la legittimita' di questo atto. E se il Comune di Pescara vuol 'rottamare' d'Annunzio, allora sia il Mibact a tutelare un patrimonio della cultura italiana ed europea come il Vate e promuovere iniziative che colleghino ufficialmente il suo nome alla Citta' d'origine". E' quanto afferma Paolo Tancredi, deputato abruzzese del Nuovo Centrodestra e Capogruppo Ncd in Commissione Cultura alla Camera, presentando un'interrogazione parlamentare al ministri Franceschini e Alfano in merito alla decisione assunta dal sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, di vietare l'utilizzo del logo "Pescara Citta' Dannunziana" I ministri chiariscano - e' il senso dell'interrogazione presentata da Tancredi - se una delibera, come quella attraverso cui la passata amministrazione del Comune di Pescara aveva introdotto l'utilizzo dello stemma, possa essere superata da una lettera, come quella utilizzata dal sindaco Alessandrini per vietarlo. Una semplice lettera che, peraltro, comporta maggiori oneri per le casse comunali. E soprattutto, il ministro Franceschini valuti - si chiede sempre nell'interrogazione - se non ritenga opportuno adottare proprie iniziative per collegare in via ufficiale il nome di Gabriele d'Annunzio alla sua terra e citta' d'origine". Gia' nei giorni scorsi Tancredi aveva bocciato la decisione del primo cittadino di Pescara come frutto di "un'estrema superficialita' e di una sconcertante banalita' culturale". 

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