Una lunga lettera per salutare tutte quelle persone che lo hanno accompagnato nei suoi sette anni a Teramo nel basket. Lorenzo Marruganti, ex direttore sportivo dei biancorossi, si affida a una lunga email spedita agli organi di stampa per ricordare i momenti più belli della sua avventura a Teramo.
Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera.
Carissimi,
dopo sette anni, molti di Voi si sono probabilmente resi conto di aver avuto di fronte una persona che ha sempre preferito i fatti alle parole. Dopo tutto questo tempo però, non potevo non prendere “carta e penna” e buttare giù poche righe per comunicare a Voi tutti la fine del mio rapporto con la Teramo Basket.
Sette anni sono difficili da raccontare in poche righe: troppe le emozioni, troppi i momenti che meriterebbero di essere citati, nel bene o nel male. Perché sono stati veramente sette anni vissuti molto intensamente! Qui mi limiterò a dire che per me Teramo, dopo vent’anni trascorsi nel management di Siena, ha rappresentato una sfida, vissuta con grande passione, che è poi l'unico modo in cui sono capace di lavorare.
Sono arrivato nell'estate del 2005, Teramo aveva un anno di esperienza in Serie A, e me ne vado con la consapevolezza di essere riusciti, tutti coloro che hanno dato il loro contributo alla causa biancorossa, a farla diventare un po' più grande. Sarebbe troppo semplice citare l’annata meravigliosa (2008/2009), in cui abbiamo portato la squadra prima alla Final Eight di Coppa Italia, poi fino ad un quarto di finale scudetto contro Milano, fino alla qualificazione ad una coppa europea. Quella stagione è stata sì meravigliosa per i risultati che Teramo è riuscita a raggiungere, ma forse, gli anni più belli, sono stati quelli in cui abbiamo sofferto per raggiungere la salvezza. Riuscendo poi a centrare il nostro obiettivo. L’ultimo anno, su tutti, è forse il più emblematico: tra tanti infortuni (Johnson, Wanamaker, Fultz), congiunture di mercato difficili causa fine del lockout NBA, il nostro gruppo di lavoro ha saputo compiere un’impresa straordinaria. E’ stato di certo un capolavoro di volontà, fiducia ed unità di squadra, dallo staff ai custodi del palazzetto. Unità di squadra che ha consentito ad un gruppo straordinario di raggiungere un’impresa straordinaria, seppur con due giocatori in meno, seppur spesso soli, seppur con tutte le difficoltà esterne che avete saputo (solo in parte...) col tempo.
Avrei bisogno ora di tanto tempo e spazio per ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine in questi anni, quelle che mi hanno aiutato e che mi hanno dato una pacca sulla spalla quando le cose non andavano bene. Mi limiterò a fare alcuni nomi, scusandomi già da adesso con coloro che inevitabilmente dimenticherò.
Ringrazio tutti i gruppi di lavoro di questi anni: grazie a Matteo Boniciolli, Luca Dalmonte, Massimo Bianchi, Andrea Capobianco, Alessandro Ramagli. Grazie a Emanuele Di Paolantonio, Pino Di Paolo, Marco Ramondino, Simone Stirpe, un pensiero al povero Tarcisio Vaghi. Grazie anche a Domenico Faragalli, Claudio Mazzaufo, Enrico Di Marcello, Carmine Michini, Angelo Albi, Claudio Feleppa, Antonio De Sanctis, Francesco Rhao, Vincenzo Di Meglio, Corrado Pellanera, Luca Di Polidoro, Tonino Biancacci, Massimo Nardi, Giacomo Filippelli, Stefania Fidanza, Luciano De Baptistis, Paolo Cianci, Marco De Antoniis, Luca D'Innocenzo, Federica Pinciotti, Gianfranco Melasecca e Marco D'Ascenzo.
E grazie a Carlo Antonetti, per l’opportunità che mi ha dato sette anni fa.
Ma soprattutto grazie a tutti i teramani che mi hanno voluto bene, sempre gentili e disponibili. E un grande grazie ai nostri tifosi, passionali, encomiabili e sempre presenti quando abbiamo avuto bisogno di loro. Mi auguro per loro che, chi ha in mano adesso le sorti della Teramo Basket possa ancora garantire una squadra ai livelli più alti del nostro basket e riesca a mantenere un patrimonio così grande per la città e tutto il suo territorio così come, negli anni, lo abbiamo garantito con la nostra passione e il nostro lavoro.
Non essendo nato a Teramo era difficile immaginare che potessi legarmi così tanto e così a lungo ad una realtà per certi versi uguale e diversa dalla mia. Teramano non sono nato, ma col tempo, lo sono in parte diventato.
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