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Pubblicato il 06/10/2014 17:05

Confcommercio lancia l'allarme sul credit crunch

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Nel secondo trimestre del 2014, per quasi la meta' delle imprese del terziario (48%) resta critica la capacita' finanziaria, ovvero la possibilita' di riuscire a fare fronte ai propri impegni finanziari, a pagare i propri fornitori, le tratte in banca, o a fare fronte agli oneri contributivi e fiscali. E' quanto emerge dall'osservatorio regionale sul credito di Confcommercio. A incidere fortemente su questo dato, spiega Confcommercio, sono soprattutto le maggiori difficolta' del Mezzogiorno dove la quota di imprese che non riescono a fronteggiare autonomamente il proprio fabbisogno finanziario e' particolarmente elevata, come nel caso della Calabria (54,8%) e della Sardegna (54%) che registrano tassi piu' che doppi rispetto alle imprese del Friuli Venezia Giulia (26,7%).

La "forbice" Nord-Sud si conferma anche nella quota di imprese che si rivolgono alle banche per avere un finanziamento: rispetto ad una media nazionale del 15,9%, in Lombardia sono il 23%, in Friuli Venezia Giulia il 22,6%, in Piemonte il 18%; nelle regioni meridionali le percentuali sono tutte comprese, invece, tra il 10% di Calabria, Abruzzo e Molise e il 12% di Sicilia e Campania; e a fronte di questa richiesta di credito, anche i finanziamenti concessi dalle banche "spaccano" l'Italia in due con quasi il 10% di imprese finanziate in Lombardia e Friuli Venezia Giulia e poco piu' di 1 impresa su 100 in Molise, Basilicata e Sardegna. E' dunque evidente che in una fase di perdurante stretta creditizia per le imprese del terziario di mercato, la maggiore debolezza strutturale del contesto economico e produttivo del Mezzogiorno accentua ulteriormente le difficolta' di accesso al credito del sistema imprenditoriale nel complesso, contribuendo ad aumentare la distanza di quest'area dal resto del Paese.

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