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Pubblicato il 30/03/2014 16:04

"A 5 anni dal terremoto nessun monitoraggio della salute a L'Aquila"

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Lo afferma Massimo Casacchia, psichiatra dell'università

 A cinque anni dal terremoto che ha colpito L'Aquila manca un monitoraggio sistematico della salute, nonostante i primi rilievi dopo il sisma abbiano evidenziato un aumento di alcune malattie psicologiche e fisiche. Lo afferma Massimo Casacchia, psichiatra dell'universita' de L'Aquila. ''La ricerca del gruppo Spes - spiega Casacchia - i cui risultati risalgono pero' a un anno fa, ha evidenziato elevati livelli di malessere psicologico e livelli superiori alla norma dei valori di glicemia, con nuove diagnosi di diabete. Siamo convinti che sia necessario istituire dei centri di ascolto e di aggregazione, ma la loro istituzione e' ancora molto lenta''. Negli anni immediatamente successivi al terremoto, spiega Casacchia, una parte della popolazione ha continuato a presentare dei segni di stress, rappresentati ad esempio da una ipertensione arteriosa e sintomi di disturbo post-traumatico. ''Ancor piu' sorprendentemente - afferma - i medici hanno evidenziato casi di notevole sofferenza epatica. Inoltre un'alta percentuale ha presentato una sofferenza della tiroide, ed e' stato notato un notevole picco nelle forme gravi di psoriasi. Il vero problema che dovrebbe porsi una buona sanita' e' quello di monitorare nel tempo, anche a distanza di anni, la condizione psicopatologica della popolazione e la condizione di salute''. Uno studio dell'universita' Gabriele D'Annunzio ha evidenaziato che il 50% di un campione di 218 cittadini aveva sindrome metabolica, una cifra doppia rispetto alla media nazionale e anche l'Iss un anno dopo l'evento ha messo in luce un aumento di sintomi depressivi e di comportamenti a rischio come il fumo, ma l'analisi non e' stata poi ripetuta. ''Sarebbe molto interessante verificare le conseguenze a lungo termine - spiega Vincenza Cofini dell'universita' dell'Aquila - ma l'esperienza non e' stata piu' ripetuta''.

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