Un uomo di origine albanese di 37 anni e' stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Chieti per detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacente, con l'aggravante del rilevante quantitativo. Sono stati infatti sequestrati 22 chili di marijuana. Gia' da qualche tempo gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria erano a conoscenza del fatto che l'uomo, domiciliato a Montesilvano, fosse dedito al narcotraffico ed alla distribuzione di marijuana a Pescara e nei comuni limitrofi. L'indagato si spostava con la propria autovettura per incontrare i vari "pusher" in attesa di essere riforniti. Dopo aver intrattenuto colloqui con questi ultimi, tornava sempre presso il proprio domicilio e, successivamente, li incontrava di nuovo per pochi istanti. Tra il primo ed il secondo incontro con i propri clienti "pusher", tornava a casa e vi rimaneva solo per pochissimi minuti, presumibilmente per il tempo strettamente necessario per preparare, pesare e confezionare le quantita' di stupefacente da vendere.
L'attivita' investigativa ha permesso di ricostruire il modus operandi dell'uomo e soprattutto, di individuare il deposito della droga ovvero il domicilio dell'albanese. Lunedi' mattina e' scattato il blitz delle Fiamme Gialle quando il 37enne e' stato individuato nei pressi di un bar di Montesilvano e condotto presso il suo domicilio. La perquisizione ha consentito di rinvenire la droga ben celata all'interno di un armadio in uno scantinato dove sono stati rinvenuti 11 panetti di marijuana per un peso complessivo di oltre 22 chilogrammi. Il quantitativo ingente si spiega probabilmente con il fatto che la "piazza" di spaccio non si limitava ai comuni del pescarese ma si estendeva anche ai comuni del chietino. Infatti, i numerosi pedinamenti hanno permesso di verificare che l'uomo si recava spesso presso il parcheggio del Centro Commerciale "Megalò" per incontrare i vari pusher teatini. L'albanese e' stato arrestato e associato presso il carcere di San Donato di Pescara. Le indagini sono incentrate ad individuare il "canale di approvvigionamento" della sostanza stupefacente che si ritiene debba provenire proprio dall'Albania.
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