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Pubblicato il 08/01/2013 23:11

Appalti truccati, in carcere l'amministratore di Telespazio

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Coinvolto anche l'ex prefetto dell'Aquila Giovanna Maria Iurato

 

Una bufera giudiziaria si è scatenata su presunte gare truccate per favorire aziende della galassia Finmeccanica. L'inchiesta sugli appalti per la sicurezza e la Polizia a Napoli approda dopo circa sei anni a 12 ordinanze cautelari, tra arresti (otto) e obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra le persone coinvolte c'è anche l'ex prefetto dell'Aquila, Giovanna Iurato, per la quale la Procura della Repubblica di Napoli ha chiesto l'interdizione dai pubblici uffici. La Iurato e' arrivata all'Aquila nel maggio del 2010, in piena emergenza terremoto, per sostituire l'attuale capo della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli che era stato nominato vice capo del Dipartimento.

La Iurato e' rimasta nel capoluogo abruzzese fino all'ottobre del 2012 quando e' tornata a Roma per assumere il ruolo di capo dell'Ispettorato generale di amministrazione del ministero dell'Interno. All'Aquila e' stata sostituita dal prefetto Francesco Alecci, gia' prefetto di Messina.

Nel corso del mandato, tra le altre cose, la Iurato ha coordinato le attivita' delle forze dell'ordine in tema di prevenzione delle infiltrazioni mafiose emettendo 22 interdittive antimafia e 86 atipiche.

Tra i destinatari dei provvedimenti, eseguiti oggi dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, ci sono altri nomi noti a livello locale e nazionale come l'ex questore di Napoli Oscar Fioriolli (ai domiciliari), l'ex provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise, Mario Mautone, alcuni dirigenti di societa' del gruppo, tra cui l'amministratore delegato di Telespazio Carlo Gualdaroni, e il faccendiere-intermediario Lucio Gentile, con precedenti per bancarotta. La procura di Napoli ha inoltre chiesto l'interdizione dai pubblici uffici nei confronti dell'ex vicecapo della polizia Nicola Izzo e del prefetto Giovanna Iurato (all'Aquila fino all'ottobre 2012, poi capo dell'Ispettorato generale di amministrazione del ministero dell'Interno). Per l'eventuale adozione dei provvedimenti di sospensione, il gip dovra' prima interrogare i due funzionari.

Associazione per delinquere, turbativa d'asta, abuso di ufficio, falso e corruzione sono i reati contestati a vario titolo agli indagati, nell'ambito dell'inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dai pm Vincenzo D'Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli. Al centro dell'inchiesta ci sono in particolare cinque appalti da assegnare nell'ambito del Pon per la sicurezza. Quello che piu' stava a cuore agli indagati, secondo la ricostruzione del gip, era quello per la 'Cittadella della polizia', un insieme di caserme e alloggi che sarebbe dovuto sorgere in via Galileo Ferraris, nell'area un tempo occupata dalla Manifattura tabacchi. Il progetto, fortemente voluto da Fioriolli, alla fine non ando' in porto anche perche' il questore che gli era subentrato non condivideva l'enorme dispendio di risorse che avrebbe comportato l'opera. Secondo gli inquirenti, il gruppo concentro' allora l'attenzione su altri affari, tra i quali soprattutto la realizzazione della nuova sede del Cen (il Centro elaborazione nazionale) a Capodimonte e l'istallazione degli impianti di videosorveglianza in citta' e in provincia, nonche' i lavori per la sede del commissariato Decumani, nel centro storico di Napoli.

Il gip Claudia Picciotti ha disposto anche il sequestro preventivo di oltre cinquanta milioni a carico della Elsag Datamat e della Electron, le due societa' coinvolte nell'inchiesta (di cui la procura aveva chiesto il sequestro preventivo, ma l'istanza e' stata rigettata). L'indagine, scrivono i magistrati, fa emergere 'l'unitarieta' del progetto criminoso del gruppo Finmeccanica': uomini del gruppo attraverso 'sistematici interventi', avrebbero 'pilotato gli appalti in favore di imprese riconducibili alla holding'. Tutto cio', 'attraverso l'intermediazione' del faccendiere Gentile, e stringendo 'relazioni affaristiche con esponenti istituzionali, quali Mautone e Fioriolli'.

In serata, Finmeccanica ha sottolineato che le indagini 'riguardano una specifica attivita svolta da due societa' del Gruppo, e non coinvolgono la holding ne', tantomeno, l'intero Gruppo' ed ha auspicato che 'si evitino generalizzazioni e strumentalizzazioni'.

In seguito al trasferimento di Fioriolli - sostengono i magistrati - i progetti del gruppo rischiarono di andare in fumo e pertanto si cerco' di coinvolgere, senza esito, il nuovo questore. Si organizzo' allora quella che gli inquirenti hanno definito 'la cena della continuita'' ovvero l'incontro tra esponenti delle istituzioni e il faccendiere Gentile. La cena, organizzata da quest'ultimo, doveva servire a mettere in contatto il gruppo interessato agli affari con il nuovo questore, Antonino Puglisi. Avrebbero dovuto partecipare tra gli altri, oltre a Gentile, Mautone, Fioriolli, l'allora comandante provinciale dei carabinieri Gaetano Maruccia. L'incontro tuttavia non si svolse per 'l'atteggiamento di totale chiusura' assunto dal nuovo questore Puglisi.

I contatti tra Fioriolli e i manager delle societa' sono documentati anche da una serie di fotografie, alcune scattate all'esterno della questura di Napoli e inserite nell'ordinanza di custodia. Contatti stretti, se si pensa che l'allora questore 'non esitava a chiedere direttamente ed espressamente un'intercessione per ottenere 'un posto' per la figlia'.

In cella (la procura aveva chiesto 15 ordinanze di custodia in carcere o ai domiciliari) sono finiti Gualdaroni, ex amministratore delegato di Elsag Datamat spa e oggi ad di Telespazio, Francesco Subbioni, ad di Electron Italia e consigliere di Elsag, Gentile e Mautone. Ai domiciliari Fioriolli, Guido Nasta, consigliere della Elsag, Luigi De Simone, responsabile Elsag per la Campania ed Enrico Intini, definito nelle carte 'costruttore di riferimento' del gruppo Finmeccanica. Intini, viene ricordato, e' l'imprenditore barese che aveva ingaggiato Gianpaolo Tarantini come mediatore per usare la sua conoscenza con l'ex premier Berlusconi per fare affari. Di Tarantini nell'ordinanza viene riportato un interrogatorio della fine 2009, in cui 'Gianpi' ricorda di aver conosciuto Intini tramite Roberto De Santis, imprenditore 'molto legato al Pd'. 

 

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