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Pubblicato il 11/04/2013 08:08

Avezzano, comune condannato a pagare 800 mila euro

avezzano, sentenza, fucino, di pangrazio

Il caso risale a 27 anni fa. Pronta l'impugnazione in Cassazione

Nell'anno 1985, l'Ente Fucino, con rogito notarile, cedette al Comune di Avezzano alcuni beni (capannoni e terreni circostanti in via Nuova) in uso alla società Gielle, con l'impegno di riconoscere alla società migliorie per 950milioni. A distanza di 27 anni, dopo una lunga serie di contenziosi, la Corte d'Appello dell'Aquila ha emesso una sentenza shock che condanna il Comune a pagare 806mila euro di risarcimento danni.

Sentenza racchiusa in tre pagine conclusa con: "l'appello non merita accoglimento", sottolineando che la difesa del Comune non contesta minimamente il 'quantum risarcitorio' liquidato dal tribunale, peraltro all'esito di apposita Ctu (Consulenza tecnica d'ufficio); quest'ultima favorevole in toto al Comune.

"L'appello - sottolinea l'assessore alla legalità, Ferdinando Boccia - al contrario di quanto scrive il Giudice nella mini-sentenza, ricostruisce tutta la storia della controversia, a partire dal dato più importante, quello dei giorni del presunto possesso illegittimo: il Comune venne in possesso di quei beni con sentenza del Pretore il 4 gennaio 86, revocata dal Tribunale in data 12 marzo 87, mentre l'ufficiale giudiziario riconsegnò le strutture al rappresentante della Gielle, Guido Giffi, il 9 maggio 87. Il possesso illegittimo, quindi, sarebbe di 27 giorni, non certamente 1.327, con comprensibile drastico abbattimento del quantum risarcitorio per questa incredibile vicenda che, dopo oltre un quarto di secolo, si è abbattuta come un macigno sulle casse del Comune". L'Ente, in linea con i dettami della Corte dei Conti, impugnerà la sentenza davanti alla Suprema Corte di Cassazione.

"Effettueremo una attenta verifica su tutte le controversie provenienti, come questa, da amministrazioni precedenti - conclude Boccia - per accertare eventuali responsabilità e segnalarle alle autorità competenti".

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