A chi si chiede dove vada a finire l'otto per mille ha risposto oggi il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, arrivato a Pescara per l'inaugurazione, nel pomeriggio, della Cittadella dell'accoglienza, realizzata in via Alento per ospitare i poveri. "Mi piace vedere in questa opera un volto concreto, visibile, dell'8 per mille. Cioe' e' roba vostra" - ha detto parlando in conferenza stampa. "Ogni tanto l'8 per mille viene guardato con sospetto e critica e ci si chiede dove va a finire, che volto assume. Ecco questo e' un volto", ha sottolineato ricordando che la Cittadella e' costata "un milione di euro, grazie a voi". Ci sono anche "altri volti, oltre quello della carita'. E cioe' ci sono opere ed iniziative parrocchiali, ad esempio quelle per i bambini ed i gruppi. Un altro volto ancora dell'8 per mille e' rappresentato da preti e vescovi. Noi - ha fatto notare - viviamo di questa carita', non abbiamo tesori nascosti. Ecco, dunque, dove finiscono le scelte della carita' cristiana". La Cittadella dell'Accoglienza, che potra' ospitare 60 persone ogni notte e 180 persone per i pasti, a pranzo e cena, nasce nella struttura messa a disposizione dalla Fondazione Pescarabruzzo, presieduta da Nicola Mattoscio, che oggi ha accolto il cardinale Bagnasco con l'Arcivescovo di Pescara Penne, Tommaso Valentinetti, e don Marco Pagnello, direttore della Caritas di Pescara, che si occupera' della Cittadella.
"L'Italia buona esiste, l'Italia capace di andarsi incontro gli uni agli altri, di avere fiducia". Ne e' convinto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, e lo ha detto oggi pomeriggio a Pescara nel corso della cerimonia di inaugurazione della Cittadella dell'accoglienza, una struttura per 60 senza tetto realizzata in via Alento grazie al contributo di un milione di euro della Cei (di cui solo il 50 per cento a fondo perduto). Nella cittadella c'e' anche una mensa per 180 persone e l'arcidiocesi di Pescara-Penne, facendola realizzare, ha sottolineato che si tratta del "frutto della carita' cristiana e solidarieta' civile". "Certe rappresentazioni di maniera - ha osservato il presidente della Cei - vogliono farci credere che viviamo una situazione di sfascio generale, caratterizzata dalla chiusura nei rapporti, con le persone chiuse ognuna nel proprio recinto personale, seguendo il principio del 'si salvi chi puo'". Per Bagnasco "non vale questo principio e se la societa' si pensa come una famiglia, vale il principio del 'o insieme o affondiamo tutti'". La nascita della Cittadella e di coloro che si sono attivati per questa struttura e' proprio la dimostrazione, ha aggiunto il presidente della Cei, che "l'Italia buona esiste. Voi - ha concluso - ce lo ricordate in modo visibile e noi dobbiamo esserne fieri".
"La Chiesa non vuole e non deve sostituire lo Stato perche' la Chiesa non e' la pietosa infermiera della storia, ma fa anche l'infermiera della storia. La vocazione della Chiesa e' di annunciare Gesu' con parole e opere. Lo Stato deve costruire se stesso preoccupandosi di ogni cittadino nei suoi diritti fondamentali, nel segno della giustizia, che e' lo scopo della politica. Ma la Chiesa vive della storia e quindi ben volentieri si affianca allo Stato e alle istituzioni civili per la sua parte, per quello che puo' e per quello che e' la sua missione per la promozione umana, ma non si vuole e non si deve sostituire, anche se storicamente e' stato fatto. E forse ora piu' che in altri momenti recenti deve fare questo, e cerchiamo di moltiplicare la fantasia del bene, perche' la crisi lo richiede e lo Stato e' sempre in maggiore difficolta' per i motivi che tutti conosciamo". Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, oggi a Pescara per l'inaugurazione della Cittadella dell'accoglienza che ospitera' i poveri. "Si dice - ha aggiunto - che oggi lo stato sociale, l'unico rimasto, lo fa la Chiesa. Io non so se e' vero o no e non mi interessa e se fosse vero non ci gloriamo, ne prendiamo atto e cerchiamo di fare il meglio del nostro dovere, contenti di servire". Bagnasco ha concluso facendo notare che "tutti i gesti, tutte le opere che la comunita' cristiana pone in essere hanno anche una funzione di richiamo, di stimolo alla societa' civile, ad essere responsabile di se stessa in modo autonomo, perche' si organizzi sempre meglio, senza che la Chiesa si voglia tirare fuori ma standoci dentro con gli altri".
Parlando dell'impossibilita' per i divorziati di accedere all'Eucarestia, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, fa notare, tra l'altro, che "nessuno e' fuori dalla Chiesa", anche se queste persone non possono ricevere l'eucarestia, "che e' il sacramento vertice dell'unita' e della comunione". Bagnasco mette pero' in evidenza che "l'incontro con il signore Gesu' non e' soltanto attraverso il sacramento eucaristico, ma attraverso la preghiera personale, la partecipazione alla messa, il servizio della carita' e via discorrendo. Quindi non dobbiamo assolutizzare soltanto la comunione sacramentale", aggiunge. Fa anche notare, parlando con i giornalisti a Pescara, che la questione "fa parte del magistero della dottrina della chiesa cattolica. I papi - conclude - sono ritornati frequentemente su questo tema e comprendono e sono vicini alla sofferenza di queste persone".
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