Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Chieti, Antonella Redaelli, ha rinviato a giudizio sei persone nell'ambito dell'inchiesta per bancarotta fraudolenta seguita sulla societa' Sidermetalli di Chieti. Il principale imputato e' Luciano Bellia, 46 anni, imprenditore nel settore del recupero dei metalli ferrosi. Bellia, che deve rispondere di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, nella veste di amministratore unico della societa', avrebbe distratto somme per 1,6 milioni di euro, tratte su conti intestati alla societa' ed accesi presso tre banche, mediante bonifici disposti a nome di Irina Sedova, la donna russa alla quale era stato ceduto il 70% del capitale sociale. La Sidermetalli, dichiarata fallita nel 2013, si occupava di recupero e lavorazione di materiale ferroso e non, e di materiale di risulta in genere nonche' di intermediazione immobiliare. Altre somme, per 2,9 milioni di euro, tratte sui conti correnti intestati alla societa', sempre secondo l'accusa, sarebbero state distratte da Bellia: si tratta di soldi corrisposti nell'ambito dell'operazione di compravendita di Villa Mufarbi dalla societa' Hilde Fortini e conseguenti alla sottoscrizione di un preliminare di vendita di bene altrui firmato dallo stesso Bellia e da due cittadini russi. La Sedova e' accusata di bancarotta documentale mentre la moglie di Bellia, Monica Piersante, deve rispondere di ricettazione. Altre tre persone hanno ruoli minori e rispondono di reati in materia fiscale in violazione del decreto legislativo 74 del 2000. La prima udienza del processo e' stata fissata per il 9 luglio prossimo davanti al Tribunale di Chieti
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