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Pubblicato il 26/05/2013 09:09

Casi di tubercolosi in aumento all'Aquila

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La causa potrebbe risiedere nell'incremento dei flussi migratori dall'Est Europa

I casi di tubercolosi all'Aquila sono in aumento per i flussi migratori dall'Est Europa, soprattutto persone che lavorano nei cantieri della ricostruzione post terremoto, e per l'aumento del numero di pazienti sottoposti a terapie immunosoppressive, ad esempio i soggetti che subiscono trapianti, ma la situazione e' comunque sotto controllo.
E' quanto emerso dal workshop-convegno di formazione e approfondimento dal titolo 'Infezioni e immunosoppressione' che si e' svolto all'Aquila. Il dato e' stato registrato nel reparto malattie infettive dell'ospedale 'San Salvatore' dell'Aquila, diretto dal dottor Alessandro Grimaldi.
'Nel nostro ospedale registriamo una maggiore incidenza della tubercolosi - ha spiegato il dottor Grimaldi - un fenomeno che e' pero' sotto controllo e che viene gestito e trattato adeguatamente. L'aumento della malattia e' riconducibile, in parte, al fenomeno dell'immigrazione poiche' L'Aquila ospita molti cantieri che danno lavoro anche a immigrati, provenienti soprattutto dei Paesi dell'Est Europa. Alla base di questo aumento, pero', c'e' anche l'incremento del numero di pazienti sottoposti a terapie immunosoppressive'.
Il convegno ha portato all'Aquila il gotha dei luminari del settore, 'firme' nazionali e internazionali, come Francesco De Rosa, dell'ospedale 'Le Molinette' di Torino, Eligio Pizzigallo dell'ospedale 'Spallanzani' di Roma, oltre a grossi calibri come Carlo Perno, virologo di fama internazionale, dell'Universita' Tor Vergata di Roma, e Marcello Caremani, attualmente anche assessore alla sanita' del Comune di Arezzo, organizzatore del piu' importante corso italiano di ecografia clinica che ogni anno si tiene al Castello di Gargonza, a Monte San Savino (Arezzo).
La giornata di studio ha richiamato circa 200 partecipanti, quasi il doppio rispetto al previsto, che ha acceso i riflettori sul capoluogo abruzzese con nuove indicazioni come le nuove terapie per le epatiti virali.
Dai lavori e' emerso anche che nei mesi scorsi, per la prima volta in Italia, i medici del reparto, insieme ai ricercatori dell'Universita' aquilana, sono riusciti a isolare il batterio-killer klebsiella, contro il quale sono inefficaci i farmaci di oggi, e salvare la vita di un paziente.

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