Abuso d'ufficio, peculato, falso ideologico e truffa aggravata ai danni dello Stato per aver falsamente attestato operazioni di carattere straordinario nella riapertura di alcune strade provinciali a seguito dell'abbondantissima nevicata del febbraio 2012. Queste alcune delle accuse a cui dovranno rispondere sette funzionari della Provincia dell'Aquila e tre titolari di ditte private fornitrici di servizi sgombraneve e spargisale ai quali la Polizia giudiziaria del compartimento di Polizia stradale ha notificato il provvedimento di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura della Repubblica dell'Aquila.
L'abuso d'ufficio continuato in concorso si configurerebbe, - secondo gli investigatori - per la violazione del principio costituzionale di imparzialita' e di buon andamento della pubblica amministrazione al fine di avvantaggiare il titolare di una ditta privata affidataria dei servizi sgombraneve e salatura. Uno dei funzionari provinciali, e' risultato essere anche titolare dell'incarico di rendicontazione e controllo di una ditta in cui egli stesso aveva una quota in partecipazione. Il peculato si sarebbe configurato a carico degli indagati in quanto si sarebbero appropriati indebitamente di beni dell'amministrazione provinciale e averli successivamente ceduti a terzi. Nella fattispecie i funzionari indagati avrebbero preso alcuni mezzi e attrezzature spazzaneve/spargisale per cederle a ditte private. Per una pala meccanica semovente dalle indagini sarebbe emersa non solo la cessione senza alcuna formalita' in vantaggio di un privato e il persistere a carico della provincia delle spese per il pagamento del bollo e dell'assicurazione, per circa cinque anni. Secondo gli investigatori gli indagati avrebbero tra le altre cose falsamente attestato l'effettiva omologazione dei mezzi sgombraneve/spargisale in uso alle ditte private, che invece sarebbero risultati privi della prevista visita e prova di collaudo presso la Direzione Provinciale della Motorizzazione Civile. Con la conclusione delle indagini e' stata anche sequestrata una turbina apripista di proprieta' dell'amministrazione provinciale dell'Aquila ancora in possesso di una delle ditte private coinvolte
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