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Pubblicato il 15/12/2012 00:12

Controlli nelle aziende cinesi del teramano, 4 milioni di sanzioni

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Scovati dai carabinieri 18 laboratori tessili e di pellami, tutti irregolari

Aziende cinesi passate al setaccio dagli ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, diretti dal Direttore della Direzione Territoriale del Lavoro di Teramo. I controlli rientrano nella operazione  denominata “Chinajeans II”, finalizzata alla verifica della corretta attuazione delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, nonché l’emersione del lavoro nero e sommerso, avente ancora ad oggetto laboratori di confezioni e di pelletterie gestiti da etnie cinesi.

All’interno degli opifici sono state trovate postazioni di lavoro attrezzate con macchine da cucire, con capi di abbigliamento e pelletterie già lavorati o da confezionare, recanti etichette di famose griffe. Nello stesso spazio, accanto agli strumenti di lavoro sono state rinvenute camere da letto posticce, divise solo da pareti di cartongesso e spazi adibiti a refettori. I locali di lavoro sono risultati privi di riscaldamento, umidi, fatiscenti e privi di qualunque garanzia igienica e di sicurezza. Ambienti insalubri, in cui non esiste distinzione tra spazi lavorativi e spazi adibiti al riposo e alla vita familiare.

Sono state trovate al lavoro anche una gestante all’ottavo mese di gravidanza e una signora che aveva partorito da pochi giorni. 

Nel corso dell'operazione sono stati controllati:
- 18 laboratori tessili e di pellami, tutti irregolari;
- 124 lavoratori extracomunitari, di cui 36 in nero tra cui 4 clandestini. Dagli accertamenti svolti è risultato che ben 8 dei 36 lavoratori in nero rientrerebbero nella procedura di emersione di cui al D. Lgs. 109/2012, le cui istanze sono state avanzate da datori domestici e ditte individuali di varie città italiane. Gli stessi, invece di risultare al lavoro secondo quanto dichiarato dai rispettivi datori, di fatto sono stati trovati intenti al lavoro negli opifici ispezionati, impiegati in attività completamente diverse e in luoghi non corrispondenti a quanto indicato nelle dichiarazioni di emersione. I nominativi sono stati segnalati agli Sportelli Unici dell'Immigrazione delle località sedi dei richiedenti per i provvedimenti di competenza;
- sono stati operati 15 sequestri di immobili adibiti a laboratori e di macchinari per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza, per un valore complessivo di € 3.637.000,00. Gli immobili sono risultati tutti di proprietà di cittadini italiani;
- sono state impartite n. 866 prescrizioni per contestazioni di violazioni alle normative in materia di sicurezza ai sensi del D. Lgs. 81/2008 e successive modifiche, per un importo complessivo di € 4.456.121,00 di ammende;
- sono stati adottati n. 12 provvedimenti di sospensione dell'attività imprenditoriale ex art. 14 D. Lgs. 81/2008 e successive modifiche;
- sono state contestate sanzioni amministrative per un importo di € 150.100,00.
- l'evasione contributiva accertata ammonta ad € 855.882,00;
Le indagini condotte hanno permesso di accertare che in alcuni casi le lavorazioni sono state svolte per conto di ditte italiane con sede legale e operativa nella provincia, che avevano fatto ricorso agli ammortizzatori sociali per mancanza di commesse, lasciando a casa i propri lavoratori regolarmente assunti.

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