Pene pesanti sono state inflitte a due ex presidenti dell'Aquila Calcio nel processo per il crac della societa' rossoblu', fallita nel 2004. Il tribunale in seduta collegiale ha condannato per bancarotta fraudolenta Michele Passarelli a sette anni e sei mesi di reclusione e il suo successore Eliseo Iannini a quattro anni. Per entrambi e' stata disposta anche l'interdizione dai pubblici uffici e l'interdizione legale. Sempre per tutti e due prescrizione per uno dei capi d'imputazione.
Passarelli, imprenditore calabrese, e' stato alla guida del sodalizio calcistico dal 1999 al 2003; Iannini, costruttore aquilano, nella sola stagione 2003-2004, anche se, le indagini hanno appurato, non c'e' stato passaggio formale ma e' stato individuato come amministratore di fatto. Con Passarelli L'Aquila ha conquistato una promozione in serie C1 nel 2000, poi la discesa con campionati sempre piu' risicati. Al termine dell'unica stagione di Iannini il club, zavorrato da debiti e retrocesso in serie C2, e' stato cancellato e successivamente e' fallito. Rispetto alle richieste del pubblico ministero, Simonetta Ciccarelli, il giudice ha aumentato la pena per Passarelli e l'ha invece diminuita per Iannini. Entro 90 giorni si attendono le motivazioni della sentenza e le strategie da parte dei legali della difesa per il ricorso.
Nello stesso procedimento e' stato assolto con formula piena, 'perché il fatto non sussiste', il liquidatore della societa', l'avvocato aquilano Fabio Alessandroni. Reato estinto per prescrizione, invece, per tutti i commercialisti e professionisti che hanno fatto parte del collegio sindacale dell'Aquila Calcio: Rosanna Di Gioacchino, Pietro Gregori, Carlo Pellini, Antonio Carmelo Ruggeri, Felice Masci, Luigi Parravano e Giuliano De Matteis.
Dopo la radiazione del 2004, avvenuta solo dieci anni dopo quella del 1993, L'Aquila e' ripartita con una nuova societa' dai campionati dilettanti e attualmente milita in Lega Pro.
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