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Pubblicato il 17/04/2014 12:12

Discarica di Bussi, ricorso di Edison

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 Si terra' domani mattina al Tar di Pescara l'udienza pubblica di merito del ricorso che la Edison ha presentato contro l'ingiunzione del ministero dell'Ambiente relativa alle discariche dei veleni, vicenda che e' oggetto di un processo in corso in Corte d'Assise a Chieti. Il ministero lo scorso 9 settembre in una lettera aveva diffidato la Edison, con 30 giorni di tempo, per "rimuovere tutti i rifiuti depositati in modo incontrollato nelle discariche" realizzate nel sito di Bussi sul Tirino (Pescara), per "ripristinare integralmente lo stato dei luoghi mediante la rimozione delle discariche e di eventuali fonti di contaminazione ancora attive" e per "procedere alla bonifica delle matrici ambientali che all'esito della completa rimozione dei rifiuti dovessero risultare contaminate". "In mancanza di spontaneo e tempestivo adempimento nel termine di 30 giorni - si legge nella diffida - il commissario delegato e questa amministrazione, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili a tal fine, provvederanno in sostituzione e in danno della societa', anche adottando, se necessario, specifici provvedimenti di natura cautelare". L'opposizione della Edison al provvedimento che domani avra' come relatore al Tar il consigliere Balloriani riguarda sia aspetti giuridici che formali, visto che si contesta al Ministero carenze istruttorie, avendo basato gran parte delle proprie deduzioni sul fascicolo agli atti in Corte d'Assise. La sentenza, a quanto si e' appreso, dovrebbe essere resa entro 15/20 giorni. 

Nel documento, inviato anche alla Guardia di Finanza, alla Regione e alla Provincia di Pescara, il ministero ricorda la presenza delle tre discariche: una in localita' 'Tre Monti', lungo il corso del fiume Pescara, una discarica abusiva in cui, "in modo incontrollato, senza alcuna impermeabilizzazione, sono stati smaltiti scarti di produzione ed in particolare clorometani pesanti"; altre due, le cosiddette 2A e 2B, all'epoca autorizzate per lo "smaltimento di rifiuti inerti e non pericolosi", in cui sono state "stoccate peci clorurate pesanti unitamente a rifiuti tossici e nocivi". Il ministero evidenzia inoltre che, in base alla normativa, la societa' "e' tenuta ad adottare tutte le misure necessarie per eliminare il rischio di contaminazione delle matrici ambientali e procedere al risarcimento del danno ambientale con ripristino dello stato dei luoghi"; che "i rifiuti si trovano in loco con conseguenze permanenti gravissime in termini di ulteriore rischio di inquinamento ambientale, segnatamente della falda acquifera che alimenta i due fiumi Tirino e Pescara"; che la presenza delle discariche "costituisce un ostacolo allo sviluppo economico-produttivo dell'area". Da segnalare che le discariche 2A e 2B attualmente sono di proprieta' della Solvay, ma nel provvedimento del Ministero l'azienda che rilevato il sito industriale non viene citata. Secondo fonti accreditate non sarebbe una dimenticanza - la Solvay e' parte civile contro la Montedison nel processo di Chieti - ma una corretta applicazione delle norme in quanto sarebbe previsto dalla legge che in giudizio sia chiamato chi ha eventualmente inquinato un sito a prescindere da chi ne sia il proprietario

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