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Pubblicato il 14/10/2014 12:12

Don Ciotti a Pescara: con la crisi le mafie sono tornate forti

pescara, don ciotti

"Le mafie sono tornate forti, ma molto forti nel nostro Paese perche' in questo momento di crisi economica finanziaria hanno tanto denaro e lo investono. Sono mafie in guanti bianche, anonime. Hanno denaro e fanno altro denaro. Le mafie italiane non gestiscono la tratta degli esseri umani ma la permettono e la sostengono. Sono le organizzazioni criminali straniere che gestiscono tutto questo allora tocca a tutti noi prendere coscienza e darci una mossa". Queste le parole pronunciate da Don Luigi Ciotti oggi a Pescara, in Comune, a margine del convegno su "Immigrazione e tratta degli esseri umani", promosso dall'Arcidiocesi di Pescara-Penne.

"Non basta solo gridare e fare delle direttive che poi non vengono ratificate e applicate". Lo ha detto questa mattina don Luigi Ciotti (presidente Libera e Gruppo Abele) a Pescara a margine di un convegno su "Immigrazione e tratta degli esseri umani", in corso in Comune, promosso dall'Arcidiocesi di Pescara-Penne, facendo riferimento alle convenzioni internazionali delle Nazioni Unite, come quella di Palermo del 2000, e all'Europa che dovrebbero fare "quello che devono". "L'Italia - ha proseguito - e' stata una grande eccezione positiva, con l'articolo 18" che ha consentito di "favorire ragazze e ragazzi sfruttati" e che consente a queste persone di "essere riconosciute e accompagnate in un percorso". Ma in questo momento, ha proseguito don Ciotti, "stiamo slittando verso il basso, anche l'Europa, perche' tutto viene bloccato sul dato economico. Non ci sono soldi e non si possono fare investimenti. Si deve alzare un grido forte, anche da Pescara oggi, che non possono essere i dati economici a penalizzare la dignita' e la liberta' delle persone"

"Il problema della tratta degli esseri umani - ha ricordato Don Ciotti - coinvolge venti milioni di persone sulla faccia della terra e migliaia di persone anche nel nostro Paese, che vengono sfruttate e penalizzate e private della loro liberta' e dignita'. Non basta commuoverci quando succedono grandi tragedie ma muoverci tutti". Per il presidente di Libera e Gruppo Abele "non si puo' essere cittadini a intermittenza. Abbiamo il dovere di conoscere per diventare cittadini piu' responsabili. Le istituzioni e la politica devono fare la loro parte ma la prima vera riforma e' la riforma delle nostre coscienze. Abbiamo bisogno di guardarci dentro e assumerci la nostra parte di responsabilità".

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