Una convivenza iniziata da poco, forse un'ipotesi di matrimonio. Questo potrebbe essere stato il movente che il 16 gennaio 2013 avrebbe spinto l'imprenditore albanese Burhan Kapplani a uccidere con quattro colpi di pistola l'ex moglie Orietha Boshi e il compagno di lei Sheptin Hana davanti a un supermercato dell'Aquila. E' quanto emerso oggi nell'udienza dibattimentale in Corte d'Assise, dove e' stata ascoltata la figlia maggiorenne dell'omicida e della vittima, testimone dell'accusa sentita a porte chiuse per tutelarla. Nell'udienza di oggi e' stato anche affidato formalmente l'incarico agli esperti Giulio Sacchetti e Stefano Ferracuti, che hanno prestato giuramento e avranno 60 giorni di tempo per svolgere una perizia psichiatrica per stabilire in quali condizioni mentali fosse l'imprenditore albanese. Al termine, l'udienza e' stata aggiornata al prossimo 29 maggio. "Non ha fatto valutazioni, ha riferito quanto gia' emerso, cioe' che le due vittime avevano convissuto in precedenza, ma non ha potuto riferire se avessero intenzione di sposarsi" spiega l'avvocato Tommaso Colella, che assiste Kapplani assieme al collega Leonardo Casciere. Quanto alla perizia, Colella spiega che "il 3 maggio ci sara' inizio delle operazioni peritali, con l'accesso alla casa circondariale di Avezzano e la visita sull'imputato. Le conclusioni del nostro perito - ricorda - hanno fornito un fondato convincimento alla Corte a procedere alla perizia d'ufficio".
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